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A Napoli le prove generali dell’alleanza Pd-M5S? Ecco i nomi e gli scenari

Enzo Amendola, Roberto Fico e Gaetano Manfredi sono i nomi principali su cui potrebbero puntare Pd e M5s che a Napoli si presenteranno, salvo sorprese, insieme. Il centrodestra indeciso tra Catello Maresca e Antonio Rastrelli, con Riccardo Maria Monti possibile terzo incomodo. L’eredità di Luigi De Magistris e il possibile fattore B.

L’alleanza giallorossa ripartirà da Napoli, comunque vadano le cose a livello nazionale. O, quantomeno, è assai probabile che sia effettivamente questo lo scenario cui va incontro il capoluogo campano in vista delle prossime amministrative. Se c’è una città nella quale, al momento, appare pressoché inevitabile che Partito democratico e MoVimento 5 Stelle si presentino insieme alle urne – anche se poi di sicurezze politiche in questa fase è difficile averne -, questa è proprio Napoli, dove il due volte sindaco Luigi De Magistris, ormai arrivato a fine corsa dopo 10 anni di guida nella città partenopea, ha appena annunciato la sua decisione di correre per la carica di presidente della Regione Calabria.

UNA VARIABILE NON IRRILEVANTE

Certo, il fattore tempo in questo senso rappresenta una variabile non indifferente. Un conto infatti che si vada a votare in primavera come da programmi e un altro è che le amministrative slittino più in avanti, magari a dopo l’estate, come accaduto lo scorso anno con le regionali. Considerazione valida, ovviamente, anche per le altre città al voto in questa tornata – tra tutte, Roma, Bologna, Milano e Torino – ma che a Napoli, specie in casa centrosinistra, ha una rilevanza nettamente superiore. Il perché, a tal proposito, è presto spiegato: i tre principali indiziati alla candidatura a sindaco in quota giallorossa ricoprono tutti rilevanti incarichi a livello nazionale. Ed ecco dunque che la tempistica qui assume un significato ancora più particolare perché si incrocia con quanto sta avvenendo nella capitale in queste settimane, con la crisi politica che ha paralizzato il governo e il Paese.

I NOMI GIALLOROSSI PER NAPOLI

Ma chi sono i possibili candidati di Pd e cinquestelle a Napoli? In rigoroso ordine alfabetico, stiamo parlando del ministro degli Affari europei Enzo Amendola, del presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico e del ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. Nomi rilevanti, soprattutto i primi due, anche dal punto di vista politico e in virtù del ruolo nevralgico che stanno ricoprendo in questa fase così complicata sotto i tutti profili. Ragione per cui, peraltro, non è affatto facile che decidano di candidarsi a Napoli.

IL RUOLO NAZIONALE DI FICO E AMENDOLA

Fico d’altronde è chiamato a svolgere in questa fase una funzione di equilibrio a livello istituzionale e pure politico, visto che rappresenta probabilmente il cinquestelle più amato dalla sinistra. Per questi motivi potrebbe essere indotto a rimanere dov’è e non si può neanche escludere che a questa scelta possano sollecitarlo pure dal Quirinale. Anche dal punto di vista caratteriale, poi, l’uomo sembrerebbe poco propenso a scatti e scarti improvvisi e salti nel vuoto. Discorso in parte simile sembra potersi fare per il ministro Amendola, uno dei più trasversalmente apprezzati della squadra oggi guidata da Giuseppe Conte, in questi mesi alle prese con la sfida storica del Recovery Fund. Qualcuno potrebbe dire che si trova al posto giusto nel momento giusto, dunque non è semplice immaginare che lasci l’esecutivo – sempreché non si sfasci tutto – nonostante il suo attaccamento a Napoli.

I GIALLOROSSI A NAPOLI DOPO DE MAGISTRIS

Rimane da dire di Gaetano Manfredi, ingegnere, accademico ed ex rettore dell’Università Federico II dal 2014 a inizio 2020 quando ha assunto il ruolo di ministro del governo Conte bis. Nei mesi scorsi ha smentito il suo interesse a correre da sindaco ma non è certo scontato che non possa o non stia già cambiando idea. In ogni caso, comunque, i giallorossi a Napoli puntano alla vittoria dopo la stagione di De Magistris: il Pd anche per superare la crisi che negli ultimi 10 anni ha attraversato nel capoluogo campano – addirittura era rimasto fuori dagli ultimi due ballottaggi poi vinti dall’ex magistrato – e i cinquestelle per coronare in un certo senso il loro percorso politico che proprio a Napoli ha mosso i primi passi. Da quest’ultimo punto di vista non è un caso che diversi dei principali esponenti del movimento siano appunto partenopei: basta pensare a Fico o anche a Luigi Di Maio, che per la precisione è di Pomigliano d’Arco (comune dell’area metropolitana napoletana).

L’EREDITÀ DI DE MAGISTRIS E IL FATTORE B.

A Napoli l’eredità di De Magistris sarà raccolta in primis da Alessandra Clemente, dal 2013 in giunta con l’ex magistrato che ora punta all’elezione in Calabria. L’assessore ha già annunciato la sua candidatura a primo cittadino per il movimento arancione ma non è escluso che possa rientrare nell’alleanza giallorossa, eventualmente con il ruolo di vicesindaco. Molto dipenderà da cosa deciderà di fare De Magistris, così come rilevanti saranno le scelte che nelle prossime settimane saranno assunte da Antonio Bassolino, sindaco di Napoli dal 1993 al 2000 e presidente della Campania dal 2000 al 2010. Il fattore B. appunto, come lo definiscono gli osservatori più attenti della politica napoletana. Bassolino, si dice in città, avrebbe una gran voglia di essere della partita, ma aspetterà prima di prendere una decisione definitiva. Con una candidatura autorevole in campo, come quelle di cui si parla in questi mesi, è probabile che alla fine decida di non presentarsi ma se la scelta di Pd e cinquestelle dovesse cadere su figure meno forti e prestigiose, allora non è affatto da scartare l’ipotesi che si risolva a correre da sindaco.

IL PESO DI DE LUCA

In tutto questo, per non farsi mancare nulla, bisognerà anche capire cosa farà il governatore campano Vincenzo De Luca, che alle prossime elezioni napoletane mira a far sentire tutto il suo peso, in termini di autorevolezza ma anche elettorale. Non è un mistero per nessuno che De Luca non sia, per usare un eufemismo, un entusiasta sostenitore dell’alleanza giallorossa. Ormai storica è la sua contrapposizione con i cinquestelle, con i quali, a suo avviso, il Pd non dovrebbe accordarsi. Difficile, però, pensare che la sua linea possa prevalere in un contesto, come l’attuale, nel quale i due partiti appaiono fortemente convinti e orientati all’intesa. Di certo, comunque, si farà sentire, eccome.

LE MANOVRE IN CASA CENTRODESTRA

E il centrodestra cosa farà? I principali nomi in corsa in questa fase sembrano due: il magistrato anti-camorra Catello Maresca e l’avvocato Sergio Rastrelli, figlio dell’ex presidente della Campania Antonio Rastrelli che guidò la regione prima di Bassolino. Il primo sarebbe sostenuto in particolare da Matteo Salvini e da Forza Italia mentre il secondo da Giorgia Meloni. E’ presto per dire chi la spunterà, anche perché nel frattempo potrebbero pure emergere ipotesi alternative. Una di questa conduce al manager Riccardo Maria Monti, tra le altre cose già presidente di Grandi Stazioni, Italferr e Ice, che ha riconosciuto la sua volontà di impegnarsi in prima persona per Napoli, come ha recentemente affermato a Repubblica: “Sono pronto ma non ho scelto un campo politico. Per le prossime comunali non possiamo permetterci corse ideologiche. Né possiamo aspettare che si decida a Roma il destino di Napoli”. Nomi che confermano, comunque, la volontà del centrodestra di affidarsi a profili civici e non strettamente politici per conquistare le principali città al voto nelle prossime amministrative. Nelle quali nel 2016 ottenne un filotto di sconfitte.

 

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