Il vicedirettore del Corriere della Sera: Conte si dimette e probabilmente riavrà l’incarico. Renzi rientra a testa alta ma i centristi gli toglieranno il potere di ricatto. Se l’avvocato non ce la fa, l’unica alternativa è Di Maio. E intanto Berlusconi sogna il Colle…
Giuseppe Conte salirà al Colle domani ma scendere è tutta un’altra storia. Come fa il premier-avvocato ad essere sicuro di battezzare di qui a pochi giorni un Conte-ter? “Non può, in politica non ci sono garanzie”, risponde Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della Sera.
E dimissioni siano.
È l’unica strada rimasta, forse poteva percorrerla prima, dopotutto era quello che chiedeva Renzi. Stavolta però ha anche la garanzia del Pd.
Cioè?
Queste dimissioni sono state precedute da un lavoro intenso per combinare una nuova maggioranza. Ora è davvero una crisi pilotata. Ma gli imprevisti sono dietro l’angolo. Mattarella deve fare le consultazioni, tutti ripartono da zero.
Renzi torna dentro?
Non vedo alternative. Una soluzione win-win. Lui rientra al governo, ma non è più decisivo come prima, perché entrerebbero anche i “responsabili” di centro. Insomma, Conte potrebbe tirare un sospiro di sollievo.
Come fa ad esser certo di non entrare Papa e uscire cardinale?
Come dice un vecchio navigatore del Parlamento come Casini, in politica non ci sono garanzie, ma solo accordi. Conte ha un’arma, la userà.
Quale?
Gliel’ha servita su un piatto d’argento il centrodestra a forza di gridare alle elezioni anticipate. Aveva bisogno di una trentina di voti, li ha trovati. Sono i grillini a cui può promettere un posto da capolista e forse un seggio nel suo partito personale alle prossime elezioni. Loro hanno bisogno di garanzie. Lui ha posti liberi da riempire.
Quindi il voto non lo spaventa?
Il voto oggi è la sua assicurazione sulla vita. Il solo pensiero che Conte scelga la strada del “Muoia Sansone e tutti i Filistei” terrorizza una parte dei grillini e anche del centrodestra. Il Conte-ter è lì ad aspettarlo.
Però anche Renzi è caduto in piedi. O no?
Renzi non è mai caduto. Ha fatto cadere Conte, e ora torna al governo con buona parte dei suoi punti programmatici. Certo, deve accettare una dura verità. Oggi non c’è un’alternativa all’avvocato per Palazzo Chigi.
Neanche Luigi Di Maio?
Di Maio gioca da settimane nelle retrovie e sì, potrebbe avere questo retro-pensiero. Effettivamente, se Conte non dovesse farcela, lui sarebbe l’unica alternativa. I Cinque Stelle non riuscirebbero mai a sacrificare Conte e ad accettare un premier del Pd. Al secondo posto, sul podio, c’è il ministro degli Esteri.
Silvio Berlusconi continua ad agitare lo spettro del voto anticipato. Non è un modo per ricompattare la maggioranza?
Si tende spesso a ritenere Berlusconi come naturalmente contrario allo scioglimento delle Camere. Teme il voto, e più di lui lo temono tanti dei suoi che non sarebbero rieletti. Ma non bisogna sottovalutare l’offerta che Salvini ha velatamente fatto al Cavaliere: l’elezione al Colle con un Parlamento in mano al centrodestra. A giudicare dalla frenesia con cui alcuni degli azzurri si guardano intorno, direi che ci sta facendo un pensiero.