“Il re è nudo e questa maggioranza è a fine corsa. Parlamentarizzando la crisi tutto andrà in mano al Colle. A quel punto il centrodestra formuli un’ipotesi credibile e apra il campo oltre il sovranismo”. Parla il senatore centrista Antonio Saccone
“Il re è nudo e questa maggioranza è a fine corsa. Il Conte ter? Non con i nostri voti”. Lo dice a Formiche.net il senatore dell’Udc Antonio Saccone, che sgombra il campo da un ipotetico appoggio centrista al cosiddetto governo del pallottoliere. Parlamentarizzando la crisi, osserva, tutto andrà in mano al Colle. A quel punto il centrodestra formuli un’ipotesi credibile e allarghi il suo campo oltre il sovranismo.
La postura in piedi, il richiamo contro il fazionismo, la lotta alle distrazioni. Del discorso di fine anno del Capo dello Stato quale l’aspetto che l’ha più colpita?
La lotta alle distrazioni la tradurrei nella lotta all’effimero, perché questo è il periodo dell’essenziale. Vedo in quel discorso, di una straordinaria prospettiva, la soluzione per un Paese che è in ginocchio. Il Presidente ha voluto invitare tutti a non perdere tempo nelle provocazioni, elevando il proprio sguardo verso il futuro.
Come farlo?
Per poterlo fare occorre una sensibilità istituzionale che si avvicini a quella del Capo dello Stato. Come è noto, da tempo invochiamo un sussulto di responsabilità e di dignità in tal senso da parte del Parlamento.
Conte cerca nuovi Scilipoti?
Niente governi col pallottoliere, chi agita numeri con più uno o più due non si rende conto delle sfide che ci attendono. Chi invoca le elezioni abbaia alla luna ed è questo un altro elemento di distrazione. Non so come andrà a finire questa crisi di governo, ma di certo il re è nudo e questa maggioranza è a fine corsa. Per cui il governo o è nelle condizioni di costruire una risposta chiara alle sollecitazioni provenienti dalla Ue, oppure getti la spugna, prendendo atto della sua frammentazione e inadeguatezza.
E a quel punto?
Bisognerebbe capire in Parlamento chi sarebbe in grado di assumersi la responsabilità di guidare il Paese per i prossimi anni. Colgo l’occasione per smontare le chiacchiere che sto leggendo in questi giorni circa i presunti giochetti dell’Udc. Sono più di due anni che veniamo sempre additati come i responsabili mentre altri colleghi che cambiano casacca non vengono minimamente citati sui giornali. I tre senatori dell’Udc non hanno saltato una votazione di fiducia.
Dunque un Conte ter non lo appoggereste?
Cosa intende lei per Conte-ter? Un gioco dei quattro cantoni dove qualcuno esce e fa il posto a qualcuno di noi? No grazie. C’è bisogno di un ragionamento serio, programmatico e di riforme per il Paese. Non siamo utili idioti, né servi sciocchi. Il governo ha vivacchiato senza una visione e la sua maggioranza si è rivelata solo un’unione strategica. Ma al centrodestra dico: allarghi il campo oltre il sovranismo e dimostri di avere la capacità di costruire una proposta alternativa andando oltre i suoi anatemi e senza fomentare i propri tifosi. Non è infatti con i tifosi che si diventa forza di governo e difficilmente andremo al governo fino a quando il centrodestra non si dimostrerà maturo.
La vocazione all’intesa tanto cara ad Aldo Moro, citata da Mattarella, quali basi dovrà avere per poter essere praticata?
Le basi dei contenuti: ovvero l’europeismo, come prospettiva e non aprioristico, in termini di multilateralismo e di concorrenza globale; una progettazione puntuale e strategica del Recovery Fund che avrà efficacia solo se non sarà speso a pioggia; la digitalizzazione e la green economy, sui cui osservo che il governo ha agito bene. Se tutto ciò verrà posto al centro del dibattito, le intese si troveranno. Se invece il metro sarà come sopravvivere per non arrivare alle elezioni, allora il Paese (e non solo la maggioranza) resterà debole.
Come giudica l’approccio del governo sul Recovery?
Le sollecitazioni che arrivano a fare meglio non dovrebbero essere viste come una provocazione. Il Recovery Plan oggi presenta molti buchi che andrebbero riempiti. Vedo troppi sostegni a pioggia che non producono una cultura di impresa.
Si dice che Renzi possa aprire la crisi di governo, ritirando i ministri, il 7 gennaio. E dopo?
Se si dovesse aprire una crisi e Conte dovesse parlamentarizzarla, allora ho difficoltà a immaginare che gli stessi possano ricomporla. andrà in mano al Colle. A quel punto il centrodestra formuli un’ipotesi potabile e dimostri di essere credibile allargando il proprio campo oltre il sovranismo.
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