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Per stabilizzare la Libia, l’Onu sceglie Jan Kubis, già in Libano, Iraq e Afghanistan

Le Nazioni Unite hanno raggiunto un accordo sulla nomina di un nuovo rappresentante speciale per la Libia. Lo slovacco Jan Kubis ha il sostegno del Consiglio di Sicurezza e un lavoro complicato davanti

C’è luce verde da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per la nomina dello svlocacco Jan Kubis come nuovo inviato della missione in Libia (Unsmil). Kubis è l’attuale rappresentante delle Nazioni Unite in Libano e sul suo nome c’è larga convergenza sia per l’esperienza sia per la situazione che si è creata.

L’Onu sta conducendo i colloqui creati dopo il cessate il fuoco di fine ottobre, ormai piuttosto consolidato, e proseguiti con il Foro di Dialogo di Tunisi, ma non ha un alto funzionario a guidare il processo. O meglio, manca un incaricato ufficiale. Attualmente alla guida di Unsmil c’è infatti l’americana Stephanie Williams, che ricopre l’incarico come facente funzione.

Williams è succeduta al libanese Ghassan Salamé, che si dimise a marzo dello scorso anno dicendosi esausto. C’era ancora la guerra in corso, con il miliziano ribelle Khalifa Haftar che cercava di rovesciare con le armi il governo onusiano con sede a Tripoli. Operazione che il signore della guerra della Cirenaica conduceva con l’assistenza di alcun Paesi stranieri, tra cui due membri del Consiglio di Sicurezza come Russia e Francia.

Circostanza che fotografa le difficoltà interne che caratterizzano da sempre l’assise del Palazzo di Vetro, sia nel muoversi con efficacia e affidabilità, sia nel trovare una figura che possa accontentare tutte le anime e ricevere contemporaneamente feedback positivi in Libia. La nomina del rappresentante è infatti stata una partita complessa nel corso di questi ultimi 10 mesi post-Salamé, con la Russia che per esempio l’ha usata per spingere i propri interessi – accusando gli Stati Uniti di bloccare il processo.

Williams, che nelle ultime settimane sembrava ormai l’unica rimasta in campo, aveva già in precedenza annunciato di non voler passare al ruolo ufficiale, dopo aver ricoperto l’incarico di vice di Salamé quello attuale acting. La scelta un paio di mesi fa era allora ricaduta su Nikolaj Mladenov, diplomatico bulgaro che inizialmente aveva dato la sua disponibilità alla nomina ma, a fine dicembre, nel corso del processo di incarico si era tirato indietro – adducendo cause personali che secondo alcuni rumors velenosi sono state solo una scusa perché, comprese le difficoltà, aveva cambiato idea.

Kubis, 68 anni, da gennaio 2019 il coordinatore speciale per il Libano, dopo una carriera che lo ha visto impegnato per conto delle Nazioni Unite in Iraq tra il 2015 e il 2018 e in Afghanistan tra il 2011 e il 2015, dopo essere stato ministro degli Esteri slovacco tra il 2006 e il 2009 e segretario generale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa tra il 1999 e il 2005. L’impegno in Libano, che lo ha spesso portato a criticare la leadership settaria e le ramificazioni degli interessi esterni che la influenzano, viene visto come un test d’esperienza importante per gestire la Libia – che vive una delicata fase di stabilizzazione arrivata al momento di spingere l’implementazione.

(Foto: UN Missions)

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