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Incarico a Fico? Improbabile, ma Draghi (o Cartabia)… Parla Giannuli

In un partito che fa finta di avere uno statuto e una organizzazione interna ogni sassolino diventa pietra d’inciampo. Incarico a Fico? “In un governo del Presidente si cerca una figura esterna, come avvenne con Monti”. Conversazione con Aldo Giannuli

Il Movimento 5 Stelle rischia la scissione? “Non è detto, gli scenari in campo sono due”, sostiene Aldo Giannuli, politologo, grande conoscitore del Movimento dalle sue origini che, spiega a Formiche.net, è in crisi non da ieri. Non stupisce, sostiene il ricercatore in Storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano, che le parole con cui Vito Crimi ha aperto al dialogo con Italia Viva abbiamo fatto saltare sulla sedia molti ortodossi di M5S come Alessandro Di Battista, ma non è detto che si arrivi a una vera e propria scissione.

Professore, ci sarà una scissione nel Movimento?

Non è detto, sono due gli scenari possibili. Intanto molto dipende se si fa il Conte ter oppure no, perché il Conte ter è il punto d’equilibrio su cui resta insieme la maggioranza e il gruppo parlamentare. Attenzione che anche nella maggioranza ci sono delle linee di frattura fortissime, che si rifletteranno poi nella formazione del governo.

Quindi, se si fa il Conte ter i 5 Stelle restano uniti?

Se si fa il Conte ter per il momento la maggioranza resta coesa, però bisogna vedere che fa la minoranza dibattistiana. Io non credo che usciranno tutti, ma possono esserci due scenari. O esce una piccola pattuglia di gente che non ne può più, e va a iscriversi nel gruppo misto, o c’è un’emorragia più consistente nel qual caso si creerebbe un bel paradosso.

Quale?

Conte, che adesso ha difficoltà al Senato, potrebbe poi averne anche alla Camera. Perché proprio alla Camera è più probabile che incida una eventuale scissione emorragica. Di più: anche se riesci a mantenere una maggioranza, rimane un problema: come fai il governo? Perché la soluzione di un Conte fotocopia – lo facemmo già con lo Spadolini bis – è probabile che non funzioni.

Per quale ragione?

Se vuoi dare qualcosa al gruppo “fatebenefratelli”, i cosiddetti responsabili che si sono appena costituiti, a qualcuno lo dovrai togliere. Senza contare poi i regolamenti di conti, anzi i regolamenti di Conte, perché il Movimento 5 Stelle vorrà fare fuori qualche sottosegretario e forse anche qualche ministro. Anche questo riapre quindi la partita nella cosiddetta maggioranza dei 5 Stelle. E non dimentichiamo un altro aspetto fondamentale.

Quale?

La grande linea di frattura tra i 5 Stelle: quella del secondo mandato. C’è chi è in questo momento al suo secondo mandato e chi invece al primo. Non c’è dubbio che M5S, quindi, è quello che pagherebbe il prezzo più alto con le eventuali elezioni, paradossalmente a causa della riforma che loro stessi hanno voluto del taglio dei parlamentari.

Facciamo qualche calcolo.

Intanto ci sarà un terzo dei seggi da distribuire in meno. Poi, il Movimento 5 Stelle che ha avuto il 33% alle scorse elezioni, grasso che cola se dovesse aggirarsi attorno al 15%, quindi dimezzando i suoi numero. A questo punto potresti avere meno della metà dei seggi, ridotti di un terzo dal taglio. Vede, quindi, che c’è meno spazio per chi ha già fatto il secondo mandato, a meno che non si decida di abrogare questa norma.

Una abrogazione che porterebbe ulteriori mal di pancia?

Beh, chi ha due mandati alle spalle è più avvantaggiato, è più conosciuto, ha più margine di manovra. Sullo sfondo restano gli altri e questa enorme linea di frattura sul lungo periodo. Sul medio periodo invece la linea di frattura è l’elezione del Presidente della Repubblica.

E prima ancora?

La distribuzione degli incarichi governativi e soprattutto il problema mai risolto del capo politico, della segreteria, del direttorio.

Per discutere della governance del Movimento è stata convocata l’Assemblea degli iscritti di Rousseau il 9, 10 febbraio e poi il 16, 17 febbraio. Niente più capo politico, ma una segreteria…

Esatto. Ma il problema è prima di tutto come la fai e poi, secondo problema, quando avrai fatto la segreteria a ricaduta avrai il problema con i gruppi regionali. Quindi in un partito che fa finta di avere uno statuto ogni pietruzza diventa pietra d’inciampo.

Restano solo le due prospettive che diceva sopra, allora? 

Ci sono solo due strade per i 5 Stelle, o la scissione in due o più partitelli nuovi, oppure la soluzione coriandoli. Ognuno va a bussare con i piedi alla porta di qualche altro gruppo parlamentare che a sua volta valuterà se e quanto regalare ai nuovi arrivati in una situazione di seggi diminuiti.

Ma tornando invece all’oggi, quali risultati porterà il mandato esplorativo dato a Fico?

Non credo che sposterà molto, la vera battaglia è: ma quanti 5 Stelle se ne vanno? Perché come dicevo un conto è una piccola emorragia, un conto è una scissione.

Quanto incide su questa emorragia la figura di Conte come presidente del Consiglio?

Compatta il gruppo di maggioranza, non gli eventuali scissionisti dei 5 Stelle. Loro faranno il calcolo, mi conviene o non mi conviene. Conte serve a tenere compatto, o qualcosa di simile, tutto il resto. Perché man mano che si andrà avanti, ricordiamolo, arriveranno altri ostacoli e partiranno altri pezzi.

Questo Conte ter non è più così probabile?

Guardi, Conte ha dalla sua due fattori: la difficoltà di fare delle elezioni in una situazione pandemica come questa e il fatto che nessun parlamentare vuole andare a casa. Però il segnale mandato dal tentativo di Mastella e Tabacci di rifare una Dc travestita da responsabili per ora si è fermata a quota otto, allora che fai annetti Forza Italia? Non mi pare sia possibile, perché Conte è la testa che deve saltare se si annette Forza Italia.

Cosa resta?

Credo che non ci siano tantissime possibilità, per Conte. Forse la paura di andare a votare gioca anche in questo senso a suo favore tenendo dei 5 Stelle all’interno del partito, rinviandola a un secondo momento.

Però resta la possibilità di incarico a Roberto Fico…

Noo, mi pare troppo improbabile. Nell’ipotesi di un governo del Presidente si procede con un nome esterno, come fu con Mario Monti.

Quindi o Draghi o Cartabia?

Molto più probabile.

Se Conte non è la persona che può compattare i 5 Stelle potrebbe essere Grillo, come in passato?

Mi sembra di capire che non ne ha nessuna intenzione. Lo vedo – giustamente – nauseato. La verità è che stanno arrivando al pettine i nodi e non credo che ci siano troppi margini di manovra neanche se parlasse Grillo.

Questa sarà l’ultima legislatura del Movimento 5 Stelle come l’abbiamo conosciuto?

Questo è quello che io sostengo da due anni. Ma comunque all’interno del gruppo parlamentare circolano voci di sondaggi che danno il Movimento all’8-10%, non so quanto siano fondate, però non mi stupirei se lo fossero. Di più, se si votasse nel 2022 l’ipotesi che il Movimento non superi il 5% è plausibile. Ormai si stanno squagliando come una granita il giorno di ferragosto.

Professore, un’ultima battuta invece su Renzi. Una strategia vincente, la sua, oppure no?

Non credo. Renzi ha tentato il grande colpo che serviva a conquistare la segreteria generale Nato, non è andata, e ha proseguito con una linea che mirava ad affondare Conte che però ancora galleggia. La verità è che se Conte affonda, Renzi rischia di andare a fondo con lui: uno attaccato al collo dell’altro.



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