Con Luca Frusone e Marcello Spagnulo, nell’evento organizzato da Unitelma Sapienza e Geopolitica.info, l’astronauta Luca Parmitano ha fatto il punto sull’attuale situazione dell’esplorazione umana dello Spazio, tra collaborazione e competizione internazionale, verso la Luna e Marte
“Da astronauta vorrei una collaborazione tra tutti; solo così potremo andare più lontano, tutti insieme, in quello che è il più grande sogno dell’umanità: l’esplorazione dello Spazio”. Così Luca Parmitano, colonnello dell’Aeronautica militare e astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ha riassunto il suo pensiero nel corso del webinar “Cooperazione spaziale internazionale”. L’evento, organizzato ieri dal Centro Studi Geopolitica.info in collaborazione con Unitelma Sapienza e il Cemas dell’ateneo romano, è stato l’occasione per approfondire diversi temi sul futuro dell’esplorazione umana dello Spazio. Al webinar, introdotto da Lorenzo Bazzanti e moderato da Gabriele Natalizia di Gepolitica.info, sono intervenuti il rettore di Unitelma, Antonello Folco Biagini, Mariano Bizzarri (Sapienza), Marcello Spagnulo (MarsCenter), Valentina Mariani (Unitelma) e Andrea D’Ottavio (Gepolitica.info) e si è concluso con i saluti di Luca Frusone, presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato.
GEOPOLITICA EXTRATERRESTRE
Secondo l’astronauta italiano la leadership nell’esplorazione spaziale appartiene ancora agli Stati Uniti, quello che è cambiato è l’approccio: da una fase di “corsa allo Spazio” tipica della Guerra fredda, si è passati ad una fase di collaborazione, come dimostrano i programmi condivisi Apollo-Soyuz, Mir-Shuttle e, oggi, la Stazione spaziale internazionale (Iss). Questa collaborazione non ha comportato la perdita per Stati Uniti e Nasa del proprio ruolo di avanguardia nella dimensione extra-atmosferica. “Al momento l’accesso allo spazio è devoluto alla Soyuz, ma gli Stati Uniti rimangono leader nel settore del volo spaziale umano”, ha sottolineato Parmitano. La Iss, unico programma spaziale solidamente in atto, con ancora parecchi anni di attività davanti a sé, vede la partecipazione di 22 Paesi e la capacità del progetto di far cooperare tra loro esigenze e capacità diverse sarà la base su cui strutturare il progetto Gateway, la stazione spaziale lunare. L’aspetto più interessante del futuro, sottolineato anche dall’ingegner Spagnulo, sarà la trasformazione del settore dovuta all’ingresso sempre più esteso di attori privati accanto alle grandi agenzie spaziali, il cui obiettivo è generare profitto. Già oggi i privati offrono sistemi di accesso allo spazio e prima o poi potrebbero addirittura possedere proprie stazioni spaziali.
VERSO LA LUNA E MARTE
La Iss ha consentito enormi passi avanti nei più svariati campi del sapere umano, in particolare sulla fisiologia umana, tra cui i recenti esperimenti neurologici sulla percezione umana dello spazio/tempo in ambiente extra-atmosferico. “Quello che succederà nei prossimi vent’anni è il frutto di quanto successo negli scorsi venti”, ha commentato Parmitano, che ha ricordato come la perdita di massa ossea e muscolare che gravava sui primi astronauti sia stata in larga misura mitigata dalle conoscenze acquisite tramite la Iss. I macchinari e i protocolli sviluppati saranno indispensabili per la futura esplorazione interplanetaria.
COME PROTEGGERE GLI ASTRONAUTI
In vista di Luna e Marte, i due principali problemi attuali sono proteggere gli equipaggi dalle radiazioni cosmiche e risolvere le difficoltà logistiche legate ai viaggi sempre più lontani. La Iss dista “appena” 400 chilometri da terra e in sei ore è possibile effettuare un rientro di emergenza. Le future basi lunari e marziane, a giorni di distanza e con le comunicazioni ritardate di parecchi minuti, dovranno prevedere soluzioni logistiche autonome. La robotica può fornire alcune soluzioni, anche se Parmitano ha sottolineato che “i robot non sostituiranno gli astronauti; siamo già in grado di inviare nello Spazio dei rover, la vera sfida è mandare degli umani”. Discorso diverso sarà per l’Intelligenza artificiale (IA), indispensabile per consentire ad astronauti e astronavi di auto-individuare eventuali avarie e auto-ripararsi. Senza questo supporto, l’esplorazione a lungo raggio diventa estremamente complicata.
SFIDE DIPLOMATICHE
Gli ospiti hanno concordato sull’attenzione da dedicare alla Cina, ormai attore spaziale sempre più rilevante i cui programmi sono, tuttavia, ancora in fase di sviluppo e tutti da verificare. Per quanto riguarda la cooperazione internazionale, la Nasa soffre della limitazione di essere un ente governativo degli Stati Uniti, il che non le permette di collaborare con Stati in contrapposizione con Washington. In questo senso l’Esa, organizzazione non governativa, gode di maggiore libertà, potendo cooperare con diversi Paesi al di là delle posizioni dei governi. Questo potrebbe permettere all’Europa di assumere il ruolo di “diplomatico spaziale”, incentivando il dialogo tra i Paesi. Il sogno per l’Europa è quello di riuscire ad avere un proprio lanciatore e una propria astronave.
SPACE DIPLOMACY
L’Italia nello spazio è assoluta protagonista, con la sua presenza in tutti i principali progetti spaziali, con i propri astronauti (tre attualmente in servizio) e con la propria tecnologia e industria. L’importanza del ruolo spaziale del nostro Paese è stata sottolineata anche da Luca Frusone che, intervenendo a conclusione dell’evento, ha ricordato come l’Italia sia uno dei pochi Stati ad avere una filiera aerospaziale completa, composta da campioni nazionali e Pmi. Di particolare interesse per l’Italia nel 2021 sarà l’ambito della Space economy, efficace motore di crescita economica riconosciuto anche dall’Ocse e ambito fondamentale per la politica estera quale strumento di “soft diplomacy”. Frusone ha registrato quanto il dominio spaziale sarà un’occasione per la Nato di svolgere ulteriormente il proprio ruolo di forum di consultazione politico-militare e di condivisione delle informazioni sulla deterrenza e sugli sviluppi spaziali relativi alla difesa.