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Rinnovato il Ccnl delle lavanderie industriali. Tutti i dettagli

Accordo tra Assosistema-Confindustria e sindacati di settore: aumento medio in busta paga sui minimi di 63 euro a regime per arco temporale che va dal primo aprile 2019 al 31 dicembre 2022. Sono 20mila i lavoratori interessati addetti in circa 1.200 imprese. Un buon auspicio per la stagione contrattuale del 2021. L’analisi di Antonello Di Mario

“Un altro contratto che va a buon fine con un aumento medio in busta paga sui minimi di 63 euro a regime. Una lieta notizia che rappresenta un soddisfacente epilogo. Che sia di buon auspicio per la stagione contrattuale che giocoforza dovrà caratterizzare il nuovo anno”. Così Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec nazionale ha commentato l’ipotesi di accordo siglata stasera per il rinnovo del contratto del settore delle lavanderie industriali, il sistema industriale integrato di beni e servizi tessili, medici e affini. Si tratta di un’intesa che riguarda oltre 20 mila lavoratori addetti in circa 1200 imprese. Il contratto in questione era scaduto il 31 marzo 2019 ed il rinnovo concordato tra i sindacati di settore e Assosistema-Confindustria, guidata dal presidente Egidio Paoletti, coprirà l’arco temporale tra il primo aprile 2019 ed il 31 dicembre 2022.

“I lavoratori interessati apprezzeranno questo accordo – ha sottolineato Pirani- perché è soddisfacente sia dal punto di vista economico che da quello normativo. Fare sindacato significa prima di tutto tutelare i diritti dei lavoratori e fare i contratti. Solo così si risponde alle esigenze del mondo del lavoro e anche di quello produttivo”. L’incontro risolutore si è svolto in videoconferenza su piattaforma zoom ed i sindacati, in un’apposita nota, diffusa subito dopo la registrazione digitale dei rappresentanti delle delegazioni trattanti, hanno reso noto che c’è voluto “quasi un anno di intense trattative, rese non facili dalla pandemia di Covid-19 che ha colpito il Paese.”

LA PARTE ECONOMICA

L’intesa, come già evidenziato in apertura, prevede un aumento medio sui minimi di 63 euro, così distribuito: per il settore sanitario le tranche saranno 25 euro da marzo 2021, 25 euro da marzo 2022, 13 euro da agosto 2022. Per il settore del turismo, fortemente colpito dalla pandemia, le tranche saranno 20 euro da settembre 2021, 15 euro da marzo 2022, 15 euro da agosto 2022, 13 euro da dicembre 2022. Aumentato l’elemento perequativo, per le aziende che non effettuano la contrattazione di secondo livello, che passerà a 230 euro nel 2022 e a 260 euro nel 2023.

LA PARTE NORMATIVA

Nel contratto vengono migliorati gli articoli sul sistema delle relazioni industriali inserendo linee guida sulla partecipazione dei lavoratori e rafforzando il ruolo dell’osservatorio nazionale dell’ente bilaterale Ebli che, nel corso di vigenza contrattuale, dovrà: sviluppare ed integrare un nuovo sistema di inquadramento e valorizzare comportamenti organizzativi; approfondire la disciplina sull’orario di lavoro ed adeguarlo al settore; realizzare uno studio sulla reperibilità. Inoltre, nell’intesa vengono rafforzate le norme a contrasto del dumping contrattuale e della speculazione sul passaggio degli appalti. Per quanto riguarda i diritti individuali, nell’accordo viene aumentata la percentuale di part-time dal 10% al 12%, viene aumentata di tre mesi l’aspettativa retribuita a carico dell’azienda, oltre quella prevista dall’Inps, per le vittime di violenza di genere. Innalzata a due le possibilità di anticipo tfr, viene normata la “stagionalità” del settore turismo con accordi aziendali, vengono inserite le linee guida sulla responsabilità sociale di impresa e, infine, vengono inserite le linee guida sulla contrattazione di secondo livello.

LA SODDISFAZIONE DEI SINDACATI

Oltre a quello di Pirani, leader della Uiltec, si è registrato anche il compiacimento della segretaria nazionale del medesimo sindacato, Daniela Piras: “il settore industriale ha bisogno di risultati contrattuali di questo tipo, affinché l’economia riprenda fiato. Abbiamo, poi, rispetto al contratto specifico, salvaguardato l’unicità del ccnl trovando un giusto punto di equilibrio”. Inoltre, reazioni positive sono state espresse dai vertici nazionali di Filctem e Femca. “Siamo soddisfatti per questo rinnovo contrattuale, soprattutto l’aver tenuto insieme il settore sanitario con il settore del turismo, ricordando che mentre il primo è stato fortemente attivo durante questa pandemia, il secondo per la medesima ragione si è praticamente fermato. L’aver mantenuto uniti i saldi salariali delle due anime del settore per la vigenza contrattuale è un risultato davvero ragguardevole”. Così hanno commentato Marco Falcinelli e Sonia Paoloni, rispettivamente segretario generale e segretaria nazionale della Filctem Cgil, il testo dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del ccnl settore lavanderie industriali sottoscritto nella tarda serata di oggi.

In un momento difficile ed incerto come quello che stiamo vivendo il contratto nazionale di lavoro si rivela essere sempre più il luogo, attorno al quale, costruire la ripartenza e dove determinare il futuro di tanti lavoratori e delle loro famiglie.” Per Nora Garofalo, segretaria generale Femca-Cisl, “il rinnovo di questo contratto rappresenta una forte risposta al periodo di grave crisi provocata dal Covid. Nel settore delle lavanderie, in particolare, esiste una palese differenza tra chi ha continuato a lavorare, e mi riferisco alle lavanderie del settore sanitario, e chi invece ha visto letteralmente azzerare l’attività, come quelle del settore turistico. Grazie all’ottimo sistema di relazioni industriali siamo riusciti a ottenere un risultato davvero positivo, visto che all’interno del contratto c’erano condizioni economiche diverse. L’accordo ha fatto sì che si trovassero delle soluzioni affinché alla scadenza del contratto i lavoratori dei vari settori mantenessero gli stessi minimi contrattuali. Un risultato ottenuto grazie alla solidità delle relazioni industriali con la controparte Assosistema, caratterizzate da buon senso e da responsabilità. Una sinergia già dimostrata nei mesi più difficili della pandemia, durante i quali abbiamo chiesto congiuntamente al governo interventi ad hoc per il settore. Il proficuo gioco di squadra tra tutti i soggetti interessati, dunque, resta la base per limitare i danni della pandemia e per rimettere in moto l’economia.”

LO STATO DELLA CONTRATTAZIONE

Il prossimo 12 gennaio, presso il Cnel a Roma, sarà presentato la nuova edizione del “Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione”. Il presidente del Cnel stesso, Tiziano Treu, ha ricordato più volte che i contratti scaduti rappresentano un problema incombente, dato che poco più di 10 milioni di lavoratori dipendenti, pari al 77% del totale, risultano in attesa di vedere rinnovato il proprio contratto di lavoro. “La situazione del mercato del lavoro – ha spiegato Treu ad inizio anno – in Italia è diventata molto critica e potrebbe esplodere da un momento all’altro. Nei primi mesi del 2021 bisogna definire velocemente le politiche necessarie ad attenuare l’impatto delle scadenze della cassa integrazione Covid e di quella in deroga, il blocco dei licenziamenti e gli effetti di quota 100 che si aggiungono ai contratti scaduti e gli effetti della crisi che, secondo gli ultimi dati, hanno fatto aumentare la disoccupazione giovanile salita al 30,3% e quella femminile. Fatti 100 gli investimenti in innovazione, di cui si parla nei progetti del Recovery plan, bisogna prevederne 101 per quelli in formazione, welfare, politiche di genere e sociale.”

Per il presidente del Cnel la situazione è preoccupante: “siamo di fronte – ha ribadito – a un cambiamento epocale, strutturale, del lavoro, dopo una fase di prova che abbiamo visto nel 2020. La novità più grande è che il lavoro a distanza si diffonderà moltissimo sia nel settore pubblico che nel settore privato. La domanda da porsi non è se il lavoro agile continuerà o no, ma come riuscire a sfruttarne al meglio le potenzialità e come conciliare lo smart working con la vita privata e la connessione tra il lavoro e la salute. I primi mesi del 2021 rappresenteranno il tempo delle scelte, scelte che saranno determinanti per l’Italia del futuro. Il governo, finora, ha scelto di limitare i danni, di proteggere le persone. Cose che hanno fatto un po’ tutti i paesi. Il problema ora è capire cosa fare domani e dopo-domani. La gestione della crisi non basta più, serve cambiare passo subito, con un occhio particolare ai giovani e alle donne. Benessere e posti di lavoro non si creano per decreto ma si fanno con la crescita e con lo sviluppo sostenibile.”

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