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Tutti a scuola? Sì, ma senza isterismi (e con un presidio medico)

Il rientro post Dad, in una situazione di non sufficienza e sicurezza dei mezzi pubblici, genererebbe diseguaglianze sanitarie, sociali e psicologiche. Chi a scuola con l’auto di papà o la macchinina e chi con i mezzi pubblici, in attesa alle fermate. Fuori dalle scuole, se non si adotteranno comportamenti virtuosi, aumenteranno i giovani positivi asintomatici. Urgente un presidio medico scolastico. L’analisi e la proposta del preside Eusebio Ciccotti

La frenesia del rientro a scuola per le superiori non è consigliabile se figlia dell’isteria collettiva e se l’indice Rt è ancora alto. La Dad è stata democratica. Chi studiava in presenza ha lavorato anche con la Dad. Il rientro post Dad, in situazione di non sufficienza e sicurezza dei mezzi pubblici, genererebbe diseguaglianze sanitarie, sociali e psicologiche. Chi a scuola con l’auto di papà o la macchinina e chi con i mezzi pubblici, in attesa alle fermate. Fuori dalle scuole, se non si adotteranno comportamenti virtuosi, aumenteranno i giovani positivi asintomatici. Urgente un presidio medico scolastico.

Sia il governo (Lucia Azzolina) sia le opposizioni (Matteo Salvini), che le piazza, stanno perdendo la pazienza. Gli studenti della secondaria di II grado debbono tornare a scuola. E pure subito! La tortura Dad è finita. Organizzazioni di studenti, i cui rappresentanti, diciassettenni, scrivono meglio di Carlo Emilio Gadda, rilasciando dichiarazioni, per il subitaneo rientro, che paiono redatte da esperti di sociologia, di diritto e pedagogia comparata, sono irremovibili: sospendere la pessima esperienza della Dad.

LA SCUOLA È SICURA?

Le ragioni, per il rientro, manifestate da più parti, sono ovvie: “È inutile tenere tutto aperto, bar e pizzerie, con drink e movide, e poi chiudere le Superiori!”. “Nella scuola non abbiamo avuto mai casi di trasmissione di Covid-19!”. E come si fa a dimostrarlo, quando mi muore un nonno, o un professore, e mi scopro, io sedicenne, positivo asintomatico, che il passaggio del virus non è avvenuto proprio “grazie” a me? Chi mi dice che non mi sia positivizzato in bus, o nei pressi del cancello della scuola, tra compagni, con le mascherine abbassate? Tra bacini innocenti o “alla francese”? O con una tirata di sigaretta? Oppure in classe, quando, non controllato, per il caldo, ho abbassato la fastidiosa fascetta?

ABBIAMO DATI SUI RAGAZZI POSITIVI ASINTOMATICI E SUI DECESSI DI NONNI DEGLI ALLIEVI?

Nella scuola che dirigo (1967 studenti) abbiamo avuto in questo anno, 3 docenti positivi; 22 ragazzi positivi; 5 collaboratori scolastici positivi, di cui uno in terapia intensiva, per diversi giorni. Se fossimo stati aperti, come si gridava già a maggio o da novembre ad oggi, sarebbero stati gli stessi dati? Nell’Istituto viciniore è deceduto, per Covid-19, un docente appena sessantenne, in perfetta salute. La sua scomparsa ha sconvolto gli allievi che non intendono scendere in piazza e gridare “apriamo la scuola ad ogni costo”. Prima vogliono, insieme ai propri genitori, garanzie sui trasporti, sulla correttezza di comportamento dei loro compagni, sull’indice Rt che deve tendere al ribasso. Sulle vaccinazioni almeno dei docenti. Credo che tengano ai loro nonni.

LE REGIONI HANNO BEN FATTO

Le Regioni, quelle che hanno prolungato la Dad, non capiscono un gran che di scuola? Hanno sbagliato? Non credo. Queste Regioni, sentite la capacità di supporto della Asl rispetto ad un eventuale aumento della diffusione del virus in caso di riapertura scolastica, hanno avuto i loro motivi per mantenere le Superiori chiuse. Hanno, son convinto, oggettivamente valutato la capacità dei mezzi pubblici di autobus, corriere e treni urbani ed extraurbani, circa la sicurezza sanitaria.

DOCENTI E PRESIDI NON SONO STATI CONSULTATI

Non si chiede parere ai docenti, ai presidi e alle famiglie che conoscono la realtà delle sfilacciate periferie e dei piccoli paesi qual è la oggettiva situazione dei trasporti che essi vivono quotidianamente. I figli dei borghesi e radical chic del centro città, che abitano a 100 metri dall’Istituto e portano il banco in piazza per fare i Gretini di turno in cerca del TG di turno, non sono la totalità della variegata popolazione studentesca di un Paese geograficamente differenziato, socialmente e urbanisticamente disomogeneo.

LA DAD È NEGATIVA?

Chi studiava poco in presenza lo ha fatto ugualmente in Dad. Chi lavorava in presenza sta lavorando anche in Dad, Inutile giocare con le statistiche, per vendere qualche copia in più, e aumentare l’audience dei Tg. Autentiche bufaline. Sostenere che la lezione a distanza non è completa come quella in presenza è scoprire che l’acqua che scende dallo scaldabagno acceso è calda. Si deve sempre partire dalla salute. Se i mezzi pubblici e la scuola, soprattutto le pertinenze scolastiche interne ed esterne, non garantiscono comportamenti virtuosi dei giovani, si stia a casa, sino a che la situazione epidemiologica, secondo gli esperti, non rientri dentro indici di sicurezza. E si intensifichi la formazione degli allievi alla prevenzione. Semplicemente.

LA DAD CI HA SVELATO UNA SOCIETÀ CLASSISTA?

La Dad ci ha fatto scoprire, contrariamente a quello che si pensava all’inizio, che anche nell’istruzione a distanza il diritto allo studio è stato salvaguardato. Qui va fatto un plauso al governo che ha permesso a tutte le scuole di acquistare devices per i ceti meno abbienti. Tutti gli studenti hanno potuto usufruire della Dad. Tornando a scuola, in una situazione di pericolo costante, invece, si generano differenze sociali. Riemergono i ricchi e i poveri, come in un romanzo dell’Ottocento. Il tuo collega proletario o del ceto impiegatizio, autoctono o immigrato, che viene dalla profonda periferia o dal borgo, e non ha il passaggio in auto del genitore, deve prendere i mezzi e dunque alzarsi alle 6.00 per essere a scuola alle 8.00. Purtroppo, suo padre si è alzato alle 4.30 poiché alle 5.00 aveva la corriera o il treno popolare per raggiungere il posto di lavoro. Tu, simpatico figlio del borghese radical chic, che abiti a due passi dall’istituto, o anche 3 chilometri, e raggiungi il tuo sito di studio con la utilitaria da 40.000 euro, ovviamente vuoi tornare a scuola! Oppure sfoggi il motoveicolo o la macchinina nuova di zecca. E, se le corse dei bus e delle corriere non sono a sufficienza, perché lo studente pendolare dovrebbe rischiare la salute? Dunque, a scuola solo se i mezzi di trasposto sono sicuri.

CHE SI RIENTRI MA CON IL PRESIDIO SANITARIO SCOLASTICO

Con l’apertura tout court delle Secondarie si paralizzerebbe l’attività sanitaria delle ASL e delle scuole. Ad ogni ragazzo positivo tutta la classe va in quarantena. Altro lavoro per le segreterie e per le presidenze già oberate dalle normali incombenze, anche mediche di altro genere (crisi di panico, incidenti di salute, ecc). Come fu a settembre e ad ottobre. Due mesi terribili per noi presidi: ma i media non se ne interessarono. I test epidemiologici vanno effettuati subito a scuola ad opera di un presidio sanitario scolastico, da istituire immediatamente. Allora si riaprirebbe in sicurezza. Il resto sono simpatiche proposte e ordini di chi non vive la scuola.

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