Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Che succede nel Congo. L’area dell’attacco all’amb. Attanasio spiegata da Casola

L’attentato in cui è rimasto ucciso, tra gli altri, l’ambasciatore italiano in Congo riguarda una delle regioni più instabili del Paese, dove oltre cento milizie sono in guerra con le autorità centrali e dove è recentemente apparsa una sigla terroristica affiliata allo Stato islamico, spiega Casola (Ispi) a Formiche.net

L’uccisione dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, vittima con un Carabiniere della scorta di un attacco contro il convoglio delle Nazioni Unite con cui si muoveva, riaccende i riflettori sul Congo, Paese che soffre una nuova fase di instabilità politica con il presidente Félix Antoine Tshisekedi che ha recentemente rotto l’alleanza di governo ed è attualmente privo del sostegno in parlamento.

L’attacco – ancora non rivendicato – è avvenuto nel Parco Nazionale dei Virunga, un tempo attrazione turista nota per essere una riserva tutelata dei gorilla, oggi una delle fasce più instabili del Paese all’interno della regione nord-orientale, zona dove si contano oltre cento milizie armate in competizione con l’autorità centrale, spiega Camillo Casola, Africa Programme dell’Ispi.

“Quello che è successo – commenta Casola con Formiche.net – si inserisce in un contesto di insicurezza che riguarda nello specifico quella regione, dove le milizie e i gruppi armati contendono al governo il controllo delle risorse naturali, come diamanti e altri prodotti minerari, di cui è ricca l’area”.

Il Virunga “è purtroppo frequentemente oggetto di questo genere di attacchi”, sottolinea l’esperto. L’ultimo a gennaio, quando furono colpiti i ranger del parco, individuati come i rappresentanti dell’autorità centrale da attaccare per i miliziani. Inoltre, queste sigle sono interessate a colpire il parco perché è uno dei simboli internazionali del Congo.

Sebbene non sia chiaro chi abbia condotto l’atto terroristico in cui sono rimasti uccisi il diplomatico e il militare italiani, Casola inquadra un elemento che sta caratterizzando l’area come una novità: la presenza di un gruppo affiliato allo Stato islamico. “Un tempo erano noti come Allied Democratic Force e hanno origine ugandese, ma dal 2019 hanno iniziato a rivendicare le loro azioni sotto la sigla dell’Is, tant’è che ora si parla di Provincia dell’Africa centrale dello Stato islamico”.

La rivendicazione di fenomeni jihadisti nell’area è una novità per l’Africa centrale. Il rischio è la fusione di questi con i gruppi locali, che potrebbero usare le rivendicazioni delle milizie dalla regione per avvantaggiare le proprie istanze, sfruttando anche una situazione di instabilità generale nel Paese.

×

Iscriviti alla newsletter