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Chi è Franco Gabrielli, il prefetto verso la delega agli 007

Dal Cdm serale sospeso trapela che Mario Draghi avrebbe scelto Franco Gabrielli come nuova autorità delegata agli 007 italiani. Il prefetto lascerebbe dunque il ruolo di Capo della Polizia per andare a Palazzo Chigi come sottosegretario. Non è la prima volta che dirige il comparto intelligence. Ecco la sua carriera

Franco Gabrielli verso la delega ai Servizi segreti italiani. Il Cdm serale è stato sospeso ma è trapelata la conferma sul suo nome: Mario Draghi avrebbe scelto il capo della Polizia come sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi.

Prefetto e poliziotto, sessantuno anni, nato a Viareggio, Gabrielli non sarebbe alla sua prima esperienza nel comparto intelligence. È infatti stato direttore del Sisde e dell’Aisi nonché capo del Dipartimento della Protezione Civile e prefetto di Roma.

Laureatosi in Giurisprudenza a Pisa, ha mosso i primi passi nelle forze dell’ordine negli anni ’80 impegnato nella Digos, fra Imperia e Firenze, protagonista di diverse indagini sul terrorismo italiano, come quella sulle nuove Brigate Rosse e sulle stragi mafiose del 1993 che portano infine all’arresto dei brigatisti responsabili degli omicidi di Massimo D’Antona, del sovrintendente della polizia Emanuele Petri e di Marco Biagi, nel 2003.

Nel 2006 viene nominato prefetto e chiamato a dirigere il Sisde (oggi Aisi), il più giovane a guidare l’agenzia per il Servizio interno. Nel 2009, all’indomani del sisma che ha messo in ginocchio L’Aquila, diventa prefetto della città e vice-commissario vicario per l’emergenza terremoto. Nel novembre del 2010 viene nominato Capo del Dipartimento della Protezione Civile (durante il suo mandato, fra le altre cose, si occupa dello smantellamento della Costa Concordia).

Dura appena un anno la nomina, nel 2015, a prefetto di Roma. Il 29 aprile del 2016 infatti, succedendo al prefetto Alessandro Pansa (poi direttore generale del Dis), Gabrielli viene scelto come nuovo capo della Polizia, incarico che gli è stato rinnovato per ben due volte, nel 2018 e nel 2020.

La scelta di Draghi di cedere la delega era comunque attesa fra gli addetti ai lavori. Sulla delega dell’intelligence si era infatti consumata buona parte della crisi del governo Conte-bis, con Italia Viva di Matteo Renzi a chiedere all’ex premier Giuseppe Conte di nominare un’autorità apposita (individuata poi nell’ambasciatore Pietro Benassi).


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