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Destinazione 2050. La strada verso un’aviazione europea a impatto zero

Le associazioni che rappresentano le compagnie aeree, gli aeroporti, i produttori aerospaziali e i fornitori di servizi di navigazione aerea europei si sono riunite per presentare le raccomandazioni per la decarbonizzazione del comparto: “Destinazione 2050″. Per Alessandro Profumo “la decarbonizzazione deve diventare il core business del settore”

“L’aviazione civile è sempre stata un volano dello sviluppo globale e della crescita economica; recentemente, tuttavia, si è passato a considerare il settore come un approfittatore del progresso e un agente inquinante, e non come un innovatore, un driver.” Con queste parole Alessandro Profumo, presidente della Aerospace and defence industries association of Europe (Asd) e ad di Leonardo, ha voluto riassumere le problematiche che gravano sul settore dell’aviazione al termine dell’evento di ieri per la presentazione della roadmap “Destinazione 2050 – La strada verso l’aviazione europea a impatto zero”. Il documento è stato preparato per illustrare le linee guida del comparto aeronautico per la decarbonizzazione dell’aviazione da cinque associazioni che rappresentano le compagnie aeree, gli aeroporti, i produttori aerospaziali e i fornitori di servizi di navigazione aerea europei: Airlines for Europe (A4E), Airports council international Europe (Aci Europe), Aerospace and defence industries association of Europe (Asd), Civil air navigation services organisation (Canso) e European regions airline association (Era).

DESTINATION 2050

Il documento delinea una visione congiunta a lungo termine per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni per il 2030 e la neutralità climatica entro la metà del secolo, necessità consolidata ancora di più dopo la crisi Covid-19. Il progetto presenta azioni concrete e relativi impegni per l’industria e raccomandazioni per i responsabili politici, in modo da ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 e raggiungere il traguardo di zero emissioni nette entro il 2050. “L’aviazione è sempre stata un motore di innovazione, permettendo lo scambio di valori e connettendo le persone in tutto il mondo”, ha continuato l’ad di Leonardo, aggiungendo che: “accelerando le nostre azioni, l’aviazione civile potrà essere un driver della crescita sociale e di sviluppo fondamentale per l’Europa, che dovrebbe farne una sua priorità”.

IL RUOLO DELL’EUROPA

Sempre Profumo ha sottolineato come: “L’obiettivo della sostenibilità può essere raggiunto, ma non da soli: è necessario il supporto dell’Unione europea”. Posizione condivisa dall’intero panel di interventi che si sono susseguiti nel corso della tavola rotonda. Del resto, l’Unione europea ha già dimostrato la sua volontà di incrementare gli sforzi diretti alla decarbonizzazione del settore dei trasporti in generale, e dell’aviazione in particolare, con il progetto-bandiera dell’”European green deal”. Il direttore generale per l’Azione climatica della Commissione Eu, Clara de la Torre, ha voluto rimarcare come il 90% dello sforzo per la sostenibilità europea sia sostenuto dal settore dei trasporti, che necessita pertanto del supporto continuo di aziende e istituzioni. L’obiettivo finale sarà quello di garantire ai cittadini la possibilità di fare affidamento su trasporti eco-sostenibili. Della stessa opinione Pascal Canfin, presidente della commissione del Parlamento Eu per l’ambiente: “c’è bisogno di istituire numerosi accordi tra le istituzioni e i privati, ciascuno mettendo sul tavolo le proprie istanze e soluzioni”. Sempre Canfin ha ricordato l’importanza degli incentivi nel potenziare la sostenibilità dell’aviazione: “c’è bisogno del bastone, ma anche della carota”.

LO SFORZO DELL’AVIAZIONE

Il comparto aeronautico naturalmente è in prima linea nell’affrontare la tematica della sua decarbonizzazione, vista come un elemento imprescindibile per il recupero post-pandemia e per la futura crescita economica. Nelle parole di Profumo: “La decarbonizzazione deve diventare il core business del settore”. Secondo l’eurodeputato Marian-Jean Marinescu: “l’aviazione dev’essere incentivata a fare sempre maggiore affidamento ai nuovi combustibili sostenibili (Saf) applicando le previsioni previste dai progetti Corsia e CleanSky”. Naturalmente permangono le difficoltà, come sottolineato dal direttore esecutivo della Eu Climate Foundation, Pete Harrison: “il cambiamento climatico ha appena cominciato a far sentire i suoi effetti, e nel futuro i cittadini aumenteranno la propria domanda di soluzioni eco-compatibili; il settore deve pertanto muoversi in fretta verso soluzioni a emissioni zero”.

L’AVIAZIONE DEL FUTURO

Harrison ha anche registrato il rischio che i costi necessari a sostenere la decarbonizzazione ricadano sugli utenti, rendendo il viaggio aereo qualcosa di elitario e accessibile solo per i privilegiati, rischio che dev’essere evitato accuratamente anche da Johan Lundgren, Ceo di easyJet: “il settore sta letteralmente combattendo per la sua sopravvivenza e i debiti accumulati ne hanno ridotto la capacità di manovra; tuttavia i passi più importanti dovranno essere fatti dopo la pandemia, non con meno voli ma con meno impatto ambientale”. L’accordo unanime dei convenuti è sul fatto che l’agenda verde dell’aviazione sia un fatto non più procrastinabile e, come sintetizzato da Dick Benschop, Ceo dell’aeroporto di Schipol, dopo la pandemia non si potrà tornare al “business as usual”.

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