Nel più drammatico periodo di emergenza sanitaria ed economica mondiale, l’Italia e l’Europa salutano con ottimismo l’insediamento del presidente del Consiglio Mario Draghi. Il nuovo governo rappresenta per le donne una grande opportunità
Sin dall’incarico, un’atmosfera solenne ma sobria ha accolto “l’uomo delle imprese impossibili”. Considerato, durante il suo mandato alla Bce, “il salvatore dell’euro” rispetto alla grande crisi del debito sovrano che, a partire dal 2010, ha messo a rischio la moneta unica europea.
Un governo senza precedenti, insediatosi nell’assoluta incertezza politica e in una situazione di complessità surreale. Foto di gruppo, nel salone dei corazzieri del Quirinale, senza mascherine per soli 5 secondi.
Esperto di finanza, economia e amministrazione, uomo di indiscussa competenza e riconosciuta autorevolezza a livello internazionale, il “non politico” Draghi rispetta la politica e acquisisce consensi a tutto campo con approvazione delle forze politiche, economiche e sindacali del paese.
Da governatore della Banca d’Italia, nel maggio 2007, affermò: “l’esperienza degli ultimi anni, dopo la riforma del titolo V della Costituzione, mostra come il processo decisionale condiviso fra Stato e Regioni sia faticoso e spesso inefficace”. Un tema particolarmente attuale, in tempo di pandemia.
Ma quello che più colpisce è il fascino che esercita sul sentire comune. Nel discorso, soprattutto di “princìpi”, davanti al Senato non ha chiesto un “passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, uno avanti nel rispondere alle necessità del paese, senza pregiudizi e rivalità”. “Insieme per amore dell’Italia”. Cancellato, dunque, il volto del potere che divide.
E una frase su tutte: “non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia”.
In un momento difficile per l’economia del paese, il presidente Draghi recupera nei sentimenti dell’opinione pubblica il senso smarrito di un’eticità necessaria per attuare gravosi e mirati interventi. “La crescita di un’economia di un paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un paese”.
Spiega i gravi effetti della pandemia sociale con i dati della Caritas italiana che mostrano un forte inasprimento del quadro di povertà. “Quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Tra i nuovi poveri aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, degli italiani, che sono oggi la maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa, di fasce di cittadini finora mai sfiorati dall’indigenza”, ricorda Draghi.
In Italia, dati inquietanti per le donne. Il tasso di occupazione femminile è appena al 48,9 per cento e il nostro paese è al 126° posto al mondo per parità di salario tra uomini e donne (fonte Eurostat). Nell’anno 2020, nel solo mese di dicembre, sono 99mila, su 101mila occupati in meno, le donne che hanno perso il lavoro, per lo più impiegate nel settore dei servizi e in attività precarie. Eppure sono quelle donne “acrobate” nel difficile equilibrio tra lavoro, casa e famiglia, secondo i dati Censis, in periodo di pandemia.
Nel 2019 si era ridotto notevolmente il divario di genere in termini di occupazione. Ma nulla è per sempre e nessun traguardo è definitivamente conseguito.
Rigoroso nella sua autorevolezza, nello sguardo e nelle parole ma empatico, Mario Draghi comunica con occhi obliqui e penetranti. Spesso con il silenzio.
Lotta alla pandemia, sviluppo e innovazione, riforme in ogni settore, recovery plan sono gli obiettivi programmatici per la rinascita di un’Italia che spera. Nella cornice di un tema antico, il rapporto tra etica ed economia. Interventi da attuare da chi è in grado di sentire il richiamo al dovere del bene comune. Perché ogni decisione ha conseguenze di carattere morale prima che economico.
È delicato e, insieme, forte il messaggio verso i giovani e le donne. Arriva al cuore di tutti.
Draghi “sveglia” l’Italia con la visione di una possibile rinascita, con attenzione per i giovani, verso i quali è forte il senso di responsabilità. E guarda alle donne come ad un’irrinunciabile risorsa per l’Italia, promettendo parità effettiva e sostanziale di genere. Talento, capacità intellettuali e umane in gran parte non utilizzate nel mondo del lavoro. Risorse, oltre che traguardi della dignità dei diritti umani.
“Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge, richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”, ha affermato il premier che gode, a livello europeo e internazionale, della stima incondizionata di donne ai vertici dei massimi organismi.
È il tempo del cuore e delle donne anche in politica?
Il cuore, sorgente inesauribile di conoscenza. Il cuore conforto e ascolto ma anche risposta al senso di smarrimento, di inquietudine e di mancanza di prospettive nel difficile momento. Per disvelare fragilità nelle quali è possibile ritrovare fiducia, forza, futuro.
Sono cinque le donne ministre, nel nuovo governo. Le donne della competenza, del coraggio ma anche della dedizione e dell’ascolto. Per credere in orizzonti di cambiamento che seguano anche le ragioni del cuore. Per ristabilire priorità, nell’incontro e nel dialogo. Donne che guardano al passato per coglierne soprattutto gli errori, motivate ad un forte impegno per un futuro da definire con paradigmi diversi.
Questo è il tempo delle scelte e del coraggio.
Ho il timore, come donna, che quando usciremo dalla crisi che ha travolto la nostra esistenza e spazzato via il passato, si possa tornare indietro come se nulla fosse accaduto. Soggiogati da quelle sovrastrutture, divisioni, conflitti, rancori che ci hanno condotto in un baratro. Ancor prima della pandemia.
Vivere, per ogni donna, è ampliare il tempo e l’orizzonte con il dono dell’amore. Con fiducia nei legami autentici, nelle relazioni che arricchiscono la profondità del sentire. È ricchezza per la società e per il mondo del lavoro.
Evitando scorciatoie. Per una parità di genere fondata sulla competenza e sul merito e non solo su “quote rosa”. La voce delle donne “che fanno”, senza bisogno di urlare e prevaricare. È l’immagine della forza migliore. E, forse, chissà, non saranno necessarie quelle continue verifiche rispetto agli uomini, tese a dimostrare di essere sempre di più all’altezza dei ruoli, per poter conquistare posizioni di rilievo.
Ma occorre maggiore autostima e solidarietà tra le donne. Rafforzamento dell’autostima e potere delle donne, tra gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo sostenibile, significa anche contrastare la violenza, contro pregiudizi e stereotipi culturali.
Recuperiamo, così, nei nostri cuori, quei sentimenti condivisi che possono renderci più forti. Donne unite in una sostanziale e concreta emancipazione che, credo, possa essere prioritariamente affermata proprio da noi stesse. Contrastando una violenza spesso sotto traccia, subdola e dominata da rapporti di forza e da discriminazioni talvolta non dirette e conclamate. Insidie che si nascondono nelle pieghe della nostra società, talvolta tra le stesse donne. Gli uomini responsabili e consapevoli ne prendono sempre più atto e molti sono intimamente coscienti del valore aggiunto della “risorsa” femminile.
Solo così, salvaguardando la sensibilità femminile, potremo cambiare il modo di pensare e di vivere anche degli altri. Parlandone meno. Agendo di più, con determinazione e concretezza.
Il governo Draghi è dalla nostra parte. A partire dal linguaggio, fatto anche di sentimenti comuni e di silenzio. Per un cambiamento trasformativo per le donne e per il paese. Una nuova opportunità. Come risulta dai dati, il Pil registrerebbe un aumento di circa 88 miliardi, in situazione di parità di genere nell’occupazione.
Il coronavirus rappresenta per l’uomo il momento della scelta, come ha ricordato al mondo, un anno fa, Papa Francesco, in preghiera in una deserta piazza San Pietro. “Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta”, ha detto il Pontefice rivolgendosi a Dio: “non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di te, Signore, e verso gli altri”.
È tempo di “conversione” anche morale e civile. È tempo di scendere nella profondità del nostro cuore per curare le ferite e vincere la paura del futuro. Guardando avanti con fiducia.
È la grande sfida dell’amore. Per tutte le donne, non solo per quelle del nostro Governo. Senza escludere gli uomini!