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Una prima bozza di programma innovativo di Draghi?

Domani il premier illustrerà al Senato il suo programma. Si parte dalla necessità di riscrivere il Recovery Plan e definirne la governance. Ma non solo. L’analisi di Luigi Tivelli

Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato quello che sembrerebbe un programma di massima articolato in sette punti del presidente del Consiglio Draghi, lasciando intendere che potrebbe essere stato fatto filtrare da Palazzo Chigi. In vista delle dichiarazione programmatiche del presidente del Consiglio domani al Senato, vale la pena ricostruirne il senso e il significato, visto che probabilmente potranno essere parte significativa dell’esposizione del presidente Draghi.

A parte l’obiettivo più urgente e di breve periodo di riscrivere il Recovery Plan e definirne la governance, questi sarebbero i punti del programma. Un piano per ridurre il carico fiscale, tramite una riforma fiscale articolata e di ampio respiro. Si ipotizza una riduzione ulteriore del cuneo fiscale. Se ci fosse poi la riduzione del carico fiscale sui redditi al di sotto di 50 mila euro il minor gettito sarebbe compensato dal contrasto all’evasione fiscale e dallo scostamento della tassazione sui consumi, nel quadro di un contesto fiscale più favorevole agli investimenti.

La centralità dell’economia green. Il governo ha un’impronta marcatamente “ambientalista” che deve riguardare tutte le politiche dell’esecutivo che dovranno avere impatto sull’economia circolare e sulla sostenibilità ecologica. Il nuovo ministero della transizione ecologica imperniato sulle competenze per l’ambiente acquisirà ulteriori competenze dal Mise e forse anche dalle infrastrutture e assieme ai ministri Giovannini e Colao si dovrà occupare della transizione digitale del paese e di una strategia di lungo periodo di crescita sostenibile. I tre ministri insieme avranno competenze su una larghissima parte del Recovery Plan Italiano e nell’arco delle prossime 5/6 settimane dovranno impostare questo maxi progetto basato sul loro programma

Un altro pilastro delle politiche del governo Draghi sarà la transizione digitale affidata al ministro Colao, che avrà voce in capitolo almeno su 40 miliardi di euro delle risorse del Recovery Plan, ma è possibile che si arrivi ad una quota maggiore visto che digitalizzazione ed innovazione tecnologica saranno trasversali alle competenze di molti ministeri e saranno fondamentali per il completamento della rete a banda larga e per la modernizzazione della pubblica amministrazione.

Il quarto punto riguarda le riforme in merito all’istruzione: è prevista anche l’introduzione di riforme a costo zero come la valutazione degli insegnanti e l’introduzione di criteri di merito e di efficienza oltre alla formazione digitale e ad un intervento sulle cattedre visto che erano 10.000 quelle vacanti all’inizio dell’anno scolastico.

La lentezza nelle cause civili è un fattore che sta alla base degli scarsi investimenti esteri nel paese e sarà una delle riforme principali a cui si dedicherà Marta Cartabbia, che dovrà anche trovare subito una difficile mediazione sulla prescrizione. Secondo l’ex presidente della corte costituzionale sembra infatti impensabile abolire uno dei principi cardine del processo. Un altro obiettivo è quello dell’accelerazione delle opere pubbliche. Già durante le consultazioni Mario Draghi si è riferito al modello Genova, alludendo alla costruzione in due anni del ponte: in quel caso il commissario straordinario ha operato in deroga alle disposizioni di legge, diversa da quella penale rispettando solo le disposizioni del codice anti mafia e delle norme tecniche. Secondo un elenco del ministero delle infrastrutture sono in attesa di partire 59 opere, ma è più che mai necessario una riforma complessiva degli appalti visto che dal 2016 ad oggi ci sono state 147 modifiche e 28 nuovi provvedimenti normativi.

Ultimo ma non meno importante è il progetto dell’immunità. Draghi punta ad una piattaforma unica nazionale per il piano di vaccinazione e a un coinvolgimento della protezione civile ed ha annunciato che ci sono buone notizie in arrivo da Bruxelles proprio sul piano della produzione dei vaccini l. L’obiettivo è arrivare almeno a 300.000 vaccini al giorno coinvolgendo anche i medici di famiglia e i sanitari che potrebbero fare da soli 400.000 vaccinazioni al giorno. Il tutto in attesa del primo vaccino italiano dell’azienda Reitera che potrebbe arrivare a giugno.

Si tratta di 7 punti che evidenziano un approccio equilibrato, innovativo e concreto, un modo di governare e di affrontare i problemi ben diverso rispetto al governo che lo aveva preceduto.

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