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Il governo della competenza e del dovere, che pensa finalmente ai giovani

governo draghi

Tra i temi centrali toccati da Mario Draghi nel suo discorso al Senato quello dei giovani, con una riflessione e una autocritica generazionale: “Spesso mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura. È una domanda che ci dobbiamo porre”

Il governo del Paese ma soprattutto il governo del Dovere. Dovere per tutti, per i tecnici ed i politici. Una parola, Dovere, scandita chiara cinque volte in maniera esplicita in un discorso che si attendeva breve e breve non è stato (qui il testo completo). Superata solo dalla parola competenza (sei volte), che nel suo governo appariva scontata sin dalla sua chiamata al Colle.

Mario Draghi al Senato ha messo in chiaro non pochi punti: unità come collante fondamentale per una nuova Ricostruzione, atlantismo ed europeismo (l’euro è irreversibile), un Pianeta maltrattato e non rispettato in linea con Papa Francesco (citato insieme a Cavour). Andando ancora per titoli, il ringraziamento a Conte tra i buuu di mezzo emiciclo, il cambio di passo nella comunicazione delle misure anticovid, mai più una vicenda come quella dello sci che apre e chiude nelle stesse ore, l’invito a non guardare alla durata ma alla qualità dell’azione del governo, la questione di genere finalmente al centro dell’agenda, il focus digitale, reti e 5G del Recovery insieme alla transizione verde. Ovviamente la gestione dei vaccini, la lotta alla pandemia come in una trincea dove il virus è il nemico di tutti.

E i giovani, le future generazioni. Non un passaggio scontato, per un Draghi apparso emozionato come mai prima, e lo ha detto lui stesso aprendo il suo intervento. I giovani: “Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti. Spesso – ha sottolineato – mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura. È una domanda che ci dobbiamo porre quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l’università e la cultura. Una domanda alla quale dobbiamo dare risposte concrete e urgenti quando deludiamo i nostri giovani costringendoli ad emigrare da un paese che troppo spesso non sa valutare il merito e non ha ancora realizzato una effettiva parità di genere. Una domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse”.

Il governo Draghi parte, forse, proprio da questo auspicio, che il desiderio e la necessità di costruire un futuro migliore “orientino saggiamente le nostre decisioni. Nella speranza che i giovani italiani che prenderanno il nostro posto, anche qui in questa aula, ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo”.


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