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Juncker attack. Cosa nascondono le critiche a von der Leyen sulla Cina

L’ex numero uno della Commissione europea Juncker contro l’accordo Ue-Cina: “Scadente”. L’ex presidente del Consiglio europeo Tusk gli dà man forte e chiede maggior coordinamento con gli Usa di Biden. Ecco cosa c’è dietro quelle parole

L’ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker contro chi l’ha succeduto alla guida dell’esecutivo comunitario, l’ex ministra tedesca Ursula von der Leyen. Juncker ha bollato come “scadente” l’accordo sugli investimenti raggiunto tra Unione europea e Cina a fine dicembre dopo un’accelerazione imposta dalla Germania di Angela Merkel. Sul lavoro forzato, ha detto, “non dobbiamo scendere a compromessi”. I cinesi “dovrebbero firmare e ratificare le convenzioni sul lavoro”, ha aggiunto riferendosi alle convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro numero 29 e 105.

Perché nell’accordo si fa soltanto riferimento a “sforzi continuati e sostenuti di propria iniziativa” e, come raccontato nei giorni scorsi su Formiche.net, non c’è alcun tipo di strumento che l’Unione europea possa utilizzare per fare pressione sulla Cina (che non ha ancora ratificato le due convezioni) contro l’utilizzo di lavoro forzato, nello Xinjiang sul popolo uiguro ma non soltanto).

L’ex presidente della Commissione ha anche dichiarato, nel corso di un evento online del Baden-Württemberg, che “avrebbe voluto che raggiungessimo un’intesa con gli americani”, riferendosi alle critiche mosse da Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Joe Biden, che a dicembre aveva invitato l’Unione europea a consultarsi con la nuova amministrazione di Washington prima di finalizzare l’accordo. “Non penso affatto proprio che la politica europea sulla Cina debba essere guidata dagli americani”, ha detto. “Ma così poco prima che la nuova amministrazione si insediasse, spero che la Commissione… abbia avuto colloqui con la nuova amministrazione prima di firmare questo accordo”. Poi ha aggiunto sibillino: “In realtà non ho dubbi che abbia proceduto con prudenza” a tal proposito.

Ma Juncker, che ha criticato la Commissione von der Leyen anche sui vaccini (è stato “tutto troppo lento” e non fatto “con la massima trasparenza”), non è stato lasciato da solo. Anche Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo durante la commissione Juncker, ha criticato l’accordo con la Cina. “Dobbiamo mostrare la massima buona volontà nei confronti del presidente Biden, soprattutto riguardo alla questione cinese”, ha scritto su Twitter. “Proprio come la Russia, la Cina è una nostra sfida strategica piuttosto che un nostro amico strategico”.

Le parole di Tusk, però, pesano politicamente di più di quelle di Juncker. Anch’egli è un ex ma oggi, a differenza di Juncker, è ancora in politica. Anzi, è presidente del Partito popolare europeo, il primo gruppo al Parlamento europeo. Un segnale di malcontento ma anche un avvertimento in vista del passaggio parlamentare sull’accordo con la Cina?

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