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Libia senza pace. Così le milizie di Zawiya entrano a Tripoli

Regolamento di conti a Tripoli. Le milizie di Zawiya entrano in città contro il ministro Bashaga. Situazione caotica a pochi giorni dalla nomina della nuova autorità esecutiva

Caos a Tripoli. A dieci anni dalla rivoluzione che ha tolto dal potere il rais Gheddafi e a poche settimane dalla nomina di una nuova autorità esecutiva (Gnu) sotto egida Onu, a Piazza dei Martiri si spara di nuovo.

Nel pomeriggio c’era stato un attentato contro Fathi Bashaga, attuale ministro dell’Interno e candidato favorito alle votazioni del Foro di dialogo onusiano — poi sconfitto. La motorcade di Bashaga è stata vittima di un’imboscata a Janzour, a ovest della capitale. Lui è uscito illeso, un attentatore è morto: le responsabilità ricadono sui gruppi armati di Zawiya.

Sede di un’importante raffineria petrolifera, Zawiya è nota per essere uno dei rubinetti migratori per i migranti che vogliono attraversare il Mediterraneo verso l’Italia. La città è la circoscrizione elettorale di Abdullah al Lafi, uno dei due vicepremier della nuova autorità esecutiva — accusato di essere un islamista radicale, pur senza affiliazioni precise (ha contatto con i Fratelli musulmani, ma anche con i salafiti e ha intrattenuto rapporti con esponenti di Ansar al Sharia infiltrati nelle cosiddette “Brigate rivoluzionarie libiche” durante le rivolte del 2011).

Nella serata, questa stessa milizia ha preso il controllo di piazza dei Martiri a Tripoli, come rivelano fonti locali ad Agenzia Nova. Uomini armati si trovano in queste ore nella piazza del centro della capitale libica e sparano colpi di mitra in aria. Altri testimoni — spiega ancora Nova — hanno riferito che i miliziani provenienti da Zawiya e da Warhsfana hanno raggiunto la città e si trovano nella zona di Ghut Shaal.

È molto interessante vedere come la situazione viene raccontata differentemente dai vari media. La qatarina Al Jazeera e alcuni media locali collegati ai Fratelli musulmani (pro-Tripolitania) minimizzano, sostengono che la milizia — con cui l’ancora presidente e premier Fayez al Serraj ha stretto l’accordo come corpo di sicurezza — sono entrate a Tripoli e preso il controllo in pochi minuti. I media collegati al lato del Golfo amico della Cirenaica, la ragione da cui viene il signore della guerra Khalifa Haftar, massimizzano: l’emiratina al Arabiya sottolinea la gravità della situazione per marcare le debolezze del Gnu.

L’azione sembra un regolamento di conti contro Bashaga, uno stress test per mettere sotto pressione non tanto il ministro ma le decisioni successive sulla composizione del nuovo esecutivo. Da seguire gli sviluppi per comprendere come la crisi di sicurezza  che si è innescata riuscirà a rientrare. Intanto sono arrivate le milizie collegate al ministro della Difesa Namroush per mediare la situazione.


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