Nominata ministro dell’Interno nel Conte II dal 5 settembre 2019, la sua conferma nel governo Draghi dà un segnale di continuità oltre alla figura tecnica che è tipica del nuovo esecutivo
Luciana Lamorgese è una conferma del precedente governo. Il prefetto, nata a Potenza 67 anni fa, dopo una vita nell’amministrazione dell’Interno, da luglio 2013 a febbraio 2017 è stata capo di Gabinetto del ministero con i ministri Angelino Alfano e, per pochi mesi, Marco Minniti. Poi, fino al 1° ottobre 2018, è stata prefetto di Milano. Lasciata l’amministrazione, dal novembre 2018 è consigliere di Stato. Nominata ministro dell’Interno nel Conte II dal 5 settembre 2019, la sua conferma nel governo Draghi dà un segnale di continuità oltre alla figura tecnica che è tipica del nuovo esecutivo.
In un momento delicato come l’attuale, tra controlli per il rispetto della normativa anti-Covid e possibili problemi di ordine pubblico per la crisi economica, è probabile che nella stessa amministrazione dell’Interno si preferisse proseguire con lo stesso ministro. Nello scorso autunno ci furono alcune manifestazioni di protesta in alcune aree più colpite dalla crisi, forse aizzate dalla criminalità organizzata come la stessa Lamorgese disse all’epoca.
Uno dei motivi di scontro politico ha riguardato le modifiche dei decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini, modifiche andate oltre le osservazioni del presidente della Repubblica e che non sono piaciute a gran parte del Movimento 5 stelle. Oggi, con una sostanziale unità nazionale e con esponenti leghisti di primo piano al governo, le polemiche dovranno essere messe da parte anche se sarà interessante capire come Draghi intenderà confrontarsi con l’Unione europea e con i singoli Stati europei e del Mediterraneo per affrontare lo spinoso tema immigrazione visto l’arrivo dei mesi più caldi. Salvini, nella sua apertura al nuovo esecutivo, ha fatto riferimento alle politiche europee sul tema, ma Draghi dovrà rilanciare la concertazione tra Interno ed Esteri per cercare risultati migliori per esempio nei rapporti con la Tunisia.
Per il resto, l’Interno è una macchina rodatissima sul fronte della lotta alla criminalità e al terrorismo. La permanenza della Lamorgese eviterà gli inevitabili scossoni di assestamento che ci sarebbero stati con un ministro diverso.