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Monaco e G7, il doppio banco di prova europeo per Biden

Doppio appuntamento per Joe Biden questo venerdì. Interverrà al G7 (il primo di Mario Draghi) e alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Russia e Cina i nodi tutti da sciogliere con gli alleati europei. Castellaneta: vi spiego quali carte può giocarsi il governo italiano

Joe Biden si presenta all’Europa con un doppio appuntamento. Online, ovviamente. Gli occhi di Washington DC e Bruxelles sono puntati sui due banchi di prova che attendono il presidente americano questo venerdì. Da una parte la Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Dall’altra il G7. Il primo, fra l’altro, del neo-premier italiano Mario Draghi.

Biden si rivolgerà all’Europa. Già, ma quale? I primi mesi da presidente sono bastati a farsi un’idea della frammentarietà della politica estera comunitaria. Per la nuova Casa Bianca i rapporti con l’Ue tornano centrali. Così come il legame con Parigi e Berlino, due cancellerie che escono da quattro anni di sali scendi nei rapporti con Donald Trump.

Le premesse dicono che la strada è in salita. Nel suo primo Foreign policy speech dal Dipartimento di Stato, Biden ha messo in chiaro, qualora vi fossero dubbi, che la politica estera americana si muoverà in sostanziale continuità nei rapporti con la Cina di Xi Jinping, rivale strategico numero uno, e stringerà la cinghia alla Russia di Vladimir Putin, che torna a dover rendere conto a Washington DC anche delle violazioni dei diritti umani, dell’arresto di Alexei Navalny e di migliaia di manifestanti scesi in piazza per difenderlo.

Le distanze con gli alleati europei ci sono e si fanno sentire. Quell’accordo sugli investimenti fra Ue e Cina siglato a novembre, il Cai (Comprehensive agreement on investments), a breve sottoposto al voto dell’Europarlamento, ha già segnato un piccolo solco con la nuova amministrazione. La quale, ha chiarito subito il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, gradirebbe un previo consulto.

Con la Russia la musica non cambia. Il nodo del North Stream 2, il gasdotto russo che unisce Mosca e Berlino, tornerà a galla con la Conferenza di Monaco. Con quale credibilità la Germania di Angela Merkel si fa alfiere della “linea dura” per il caso Navalny se i suoi rifornimenti energetici dipendono dalle casse del Cremlino? Quanto al viaggio dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell a Mosca, i dubbi non sono da meno.

La lettura prevalente oltreoceano è quella di una mossa prematura, che peraltro ha servito alla propaganda di Vladimir Putin un formidabile assist. “Un viaggio intempestivo, preparato male – commenta con Formiche.net Giovanni Castellaneta, già ambasciatore dell’Italia a Washington DC – è comprensibile il tentativo di tener presente l’identità europea della Russia ma forse i tempi non sono maturi per una nuova Pratica di Mare. E non bisogna far passare in silenzio le violazioni dei diritti umani”.

La conferenza (virtuale) di Monaco sarà una special edition della kermesse che dal 1963 riunisce i leader del mondo occidentale. Biden è una vecchia conoscenza, ha esordito da vicepresidente nel 2009. Si parlerà di clima, priorità assoluta dell’agenda americana ora che gli Stati Uniti sono rientrati negli accordi di Parigi. Ma anche di spese per la Nato e del famoso “2%” del Pil da versare nelle casse dell’Alleanza, un impegno che Biden chiederà di rispettare come e più del suo predecessore. Poi il “discorso all’Europa”, il primo di Biden.

Quanto al G7, sul tavolo della video-conferenza con i capi di Stato e del governo, anzitutto, la campagna di vaccinazioni, poi la riduzione delle emissioni (la Commissione ha fissato per il 2050 l’obiettivo delle emissioni zero). “Anche qui la Russia potrebbe essere il convitato di pietra – spiega Castellaneta – gli Stati Uniti sono contrari all’idea di allargare il consesso al G10, includendo Paesi come l’India”. Il format G7, prosegue, “deve comunque essere aggiornato alla luce dei nuovi sviluppi”. Il presidente Usa “rimetterà sul tavolo la conferenza delle democrazie di cui ha parlato in campagna elettorale, anche se ad oggi è di difficile attuazione”. L’Italia di Draghi che carte può giocarsi all’esordio internazionale? Una più di tutte, risponde l’ambasciatore. “La credibilità del premier. Che si traduce in affidabilità. Tutti puntano su Draghi, perché di solito fa quello che promette”. Un errore che invece bisogna evitare, chiude Castellaneta, “è cadere nella tentazione di andare avanti da soli. Qualunque iniziativa in politica estera con Paesi rivali andrebbe discussa prima con i nostri alleati”.

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