Partono i cinque anni di proroga all’accordo nucleare New Start. La Russia vuole mostrarsi come un attore colloquiale, ma l’intesa con gli Stati Uniti ha un senso pragmatico, perché tra i due Paesi restano distanze e vicende lontane dall’essere risolte
Entra in vigore oggi l’estensione di cinque anni del “New Start”, l’accordo tra Russia e Stati Uniti che limita gli armamenti nucleari strategici fissando un tetto di 1.550 testate e 700 missili e bombardieri dispiegati per ciascuno dei due paesi; consente inoltre di effettuare 18 ispezioni in loco ogni anno che permetto a ciascuna parte di tenere d’occhio le capacità degli altri. Il primo a parlarne è stato il ministero degli Esteri russo, specificando che Mosca e Washington si sono scambiati le note del caso. La scadenza del trattato firmato nel 2010 dagli allora presidenti di Usa e Russia, Barack Obama e Dmitry Medvedev, era fissata per il 5 febbraio 2021.
L’estensione è stata poi annunciata anche dal segretario di Stato americano Antony Blinken. Contributo alla stabilità internazionale, sostegno al “dialogo tempestivo e attivo su come migliorare la stabilità strategica”, ripristino della leadership statunitense sul tema del controllo degli armamenti i punti toccati dal capo della diplomazia americana.
L’intesa per l’estensione dell’accordo, in discussione da diversi mesi, era stata trovata già nei giorni scorsi, ma la Russia ha voluto sottolineare – per prima, adesso – l’entrata in vigore per sottolineare come Mosca sia attiva sul piano della diplomazia nucleare nonostante in questa fase con gli Usa e con l’Occidente in generale ci sono frizioni riguardanti alle accuse e a quelle che il Cremlino legge come ingerenze sul caso Navalny.
Il trattato nucleare è parte di una serie di questioni che l’amministrazione Biden dovrà affrontare o su cui potenzialmente coordinarsi con la Russia, compresi gli sforzi per sanzionare la Corea del Nord e garantire la stabilità in Afghanistan – questioni su cui il presidente deve consultare prima gli alleati. Nel roster da discutere con gli alleati anche la questione della gestione delle sanzioni alla Russia per l’annessione della Crimea e quelle eventuali da collegare all’avvelenamento e arresto dell’attivista anti-putiniano.
Biden deve anche tenere conto dei sospetti che Mosca sia dietro una serie di misteriosi attacchi sonori ai diplomatici statunitensi all’estero, fa notare la CNN, e alle informazioni secondo cui i russi hanno segretamente offerto ricompense ai Talebani per uccidere i soldati statunitensi e nonché dell’interferenza di Mosca nella campagna elettorale del 2020.
Forse la cosa più preoccupante è che Biden deve anche lottare con il sospetto che la Russia possa essere dietro uno dei più grandi e sofisticati attacchi informatici degli ultimi anni, che ha raggiunto le principali aziende e agenzie statunitensi in tutta l’amministrazione, inclusi i dipartimenti della Homeland Security, l’Agricoltura, il Commercio e l’agenzia che si occupa di nucleare, nonché il Pentagono, il dipartimento di Stato e strutture dell’intelligence.
Davanti a tutta questa serie di questioni – e altre ancora – la Russia ha tutto l’interesse di pubblicizzarsi come honest broker nella narrazione con cui racconta la parte giocata nel negoziato per il New Start.