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Recovery Plan, istruzioni per l’uso. Firmato Luigi Paganetto

La pandemia ha spinto l’Ue a reagire con un piano di aiuti ambizioso come non mai. Eppure l’Italia ancora non sembra comprendere la necessità di vere riforme. L’analisi di Luigi Paganetto, presidente della Fondazione Economia Tor Vergata

Intervengo oggi dopo aver lavorato per anni (dal 2013) in un’ottica europeista e con il Gruppo dei 20 al progetto di Rivitalizzare la Ue (e con essa l’Italia) anche quando l’Europa non andava di moda ed era vista (ma non era solo quella) come matrigna che ci dava i compiti e i voti. L’Europa cioè del rigore, dello zero virgola, del mero intervento su deficit e debito.

1. Nel momento in cui, complice questa terribile pandemia, l’Ue rivolta l’approccio, sospende le regole di Maastricht, consente alla Bce di dare credito all’economia e con Next Generation si concentra sullo sviluppo, abbandonando la logica del rigore, occorre trarne le conseguenze. L’Ue sta reagendo non soltanto alla recessione ma sta prendendo atto del nuovo quadro internazionale. Non ci sono soltanto i grandi del mondo a cominciare da Cina, Usa e Giappone ma nuovi competitors globali come i paesi del sud est asiatico, e le nuove aggregazioni di libero scambio quale la recente (Rcep) tra Asean, Australia, Cina e Giappone. Da ciò nasce l’esigenza di puntare su quella leadership tecnologica che è diventata il terreno di scontro tra Usa e Cina.

2. L’idea che l’Ue sia perdente in questo scontro sta a fondamento del cambiamento in atto nell’Unione con l’idea che, in quest’ottica, bisogna tenere assieme tutti i paesi, Italia compresa, per realizzare uno scenario in cui il successo dell’azione su sanità e vaccini faccia sì che la domanda interna Eu continui ad alimentare la crescita, con un impegno finanziario altrimenti non giustificabile.

3. L’Italia ha avuto sin qui un governo cui va dato atto di aver dato sostegno in Europa alla maggioranza Ursula, frenando le propensioni sovraniste di una parte della sua maggioranza e di aver così acquisito i titoli necessari ad acquisire le risorse di cui parliamo. Non ha però trovato le forze e le convergenze che sono oggi necessarie per fare il passo in avanti, quello di spingere su crescita e produttività, non solo attraverso Next Generation, che ne può rappresentare solo l’innesco, ma soprattutto attraverso la creazione del clima adatto e lo stimolo in materia di competitività e investimenti per il settore privato dell’economia.

4. L’intervento in materia di sanità, pur con un qualche successo, è risultato insoddisfacente. L’eccesso di mortalità ha molte ragioni a cominciare dalla difficoltà di assicurare le risorse e cure riservate in precedenza agli anziani fragili. È certo che bisogna modificare un sistema troppo ospedale-centrico con un impegno su punti di assistenza distribuiti sul territorio e l’assistenza domiciliare, una sorveglianza epidemiologica informatizzata, un tracciamento che funzioni con interventi che anziché rincorrere la pandemia ne precorrano le fasi di maggiore virulenza, un piano vaccinale con tempi e logistica preordinati, una comunicazione che risponda a una precisa visione dell’andamento della pandemia piuttosto che agli alti e bassi della virulenza. Il piano vaccinale, allo stato, è del tutto insufficiente. Sul piano programmatico serve un deciso recupero dei tagli di risorse finanziarie e di personale medico che sono stati praticati dal 2010 in poi (a cominciare dal numero degli studenti ammessi ai corsi di medicina), un deciso investimento su telemedicina, su una tipologia di ospedale più flessibile rispetto alla domanda di assistenza e cura e, nel medio periodo, di un impegno decisamente maggiore sull’attività di prevenzione.

5. Alla richiesta che viene dalla Ue di riforma della nostra Pa, della giustizia civile e scuola e formazione, non di può rispondere, come accade nel Pnrr di recente approvato con misure episodiche per la Pa, quali le assunzioni e acquisto di strumenti informatici, il cashless, una riforma fiscale limitata a modifiche delle aliquote Irpef, un progetto di riforma della giustizia civile pur da tempo all’attenzione delle competenti commissioni parlamentari ma che non da risposta alla domanda di certezza e tempestività dei giudizi e, infine, una considerazione della scuola concentrata su assunzioni di docenti che, come spese correnti, non possono allo stato essere finanziate dai fondi Pnrr.

6. La questione dominante per il funzionamento della Pa e del nostro paese sta nella farraginosità del nostro apparato normativo ed amministrativo che richiede riforme incisive sul piano delle procedure autorizzative a cominciare da quelle relative agli appalti per continuare in generale con quelle concessorie e quelle, infine, che riguardano gli interventi in materia sociale.

7. Né si può dimenticare che in un momento in cui cresce il ruolo dello Stato nell’economia e sono evidenti le preoccupazioni di Bruxelles al riguardo, l’adozione di concrete misure a favore della concorrenza (ad esempio in materia di concessioni) sarebbero quanto mai benvenute.

8. Le scelte della Eu in materia di economia verde vanno seguite non solo per le loro implicazioni per la sostenibilità dello sviluppo ma soprattutto per l’opportunità che esse offrono di utilizzare i processi innovativi che sottintendono, così come quelle in materia di digitale per il loro effetto trasformativo sulla maggior parte dei settori dell’economia.

9. Gli aspetti di collocazione territoriale sono decisivi: il Mezzogiorno, per la sua centralità nei rapporti con la sponda sud del Mediterraneo, è l’area che può, più di altre che hanno già avuto il loro take-off, offrire la possibilità di un innalzamento del nostro tasso di crescita. Perché ciò avvenga occorre puntare sui veri fattori di vantaggio del mezzogiorno che sono l’investimento sulla sua infrastruttura istituzionale(valga per tutti l’esempio della sanità) e poi sul suo sistema portuale e, soprattutto, sulle aree di retroporto, l’investimento sul sistema dei trasporti tra tirreno e adriatico (dorsale Napoli-Bari), sulle autostrade del mare che oltre ad alleggerire il traffico via terra potrebbero incentivare l’entrata in servizio di navi con motori innovativi per tecnologia e meno inquinanti (quelli a gas metano) delle acque del Mediterraneo, né va dimenticata l’importanza di un salto di qualità nell’impegno di risorse nelle zone economiche speciali che hanno rappresentato un fattore di traino per lo sviluppo.

10. La questione dominante per il funzionamento della Pa e del nostro Paese sta nella farraginosità del nostro apparato normativo ed amministrativo che richiede riforme incisive sul piano delle procedure autorizzative a cominciare da quelle relative agli appalti per continuare in generale con quelle concessorie, e quelle infine che riguardano gli interventi in materia sociale. In conclusione, è fuori di dubbio ma non basta la migliore utilizzazione dei fondi europei per ritornare sul sentiero di sviluppo, produttività e crescita ormai da troppo tempo abbandonato dal nostro Paese.

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