Fiduciosi gli italiani e i britannici rispetto al vaccino anti-Covid. Meno i francesi e gli statunitensi, dove quasi un quarto della popolazione confessa di non essere disposta ad effettuarlo. Tutti i risultati dello studio realizzato da Kantar
All’indomani del cambio di programma del piano vaccinale nazionale, per via delle novità che continuano a susseguirsi in merito alla disponibilità dei vaccini, e le remore dimostrate da una parte della popolazione – seppur scientificamente non dimostrabili – la società Kantar ha divulgato uno studio in merito al rapporto fra cittadini e vaccino. Il campione, che ha coinvolto soggetti di tutte le età, purché maggiorenni, è stato realizzato in sette diversi Paesi (Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, India e Stati Uniti).
GLI ITALIANI NON TEMONO IL VACCINO
Al bando i negazionisti. L’Italia infatti si dimostra uno dei Paesi meno intimoriti dal vaccino. Sono infatti il 55% degli intervistati a dichiarare che faranno sicuramente il vaccino non appena sarà disponibile. Sopra di noi solo la Gran Bretagna (58%). A seguire Paesi Bassi (53%), India (50%), Germania (41%) e Stati Uniti (39%). Molto bassa la percentuale in Francia, che si ferma al 29%. Alta, di conseguenza, a Parigi, la cifra di chi ha risposto “sicuramente no”, che si attesta al 17%. Più basse le percentuali negative in Italia e Gran Bretagna, entrambe al 6%. Interessante il dato sull’India, dove a dire di no al vaccino è solo il 4%.
COME SIAMO CAMBIATI IN UN ANNO DI COVID
In Italia, da giugno dello scorso anno a gennaio, il trend – seppur altalenante – è stato positivo. Se infatti in estate era molto favorevole al vaccino il 43% della popolazione, a novembre la percentuale era scesa a 38 punti per poi risalire oggigiorno al 55%. Identici i trend in tutti gli altri Paesi analizzati, fatta eccezione per la Francia dove la percentuale di favorevoli a gennaio 2021 è identica a quella di giugno 2021, con un picco di minimo (21%) a novembre.
TROPPA O TROPPO POCA INFORMAZIONE?
Nonostante la grande fiducia che gli italiani riservano nei confronti della vaccinazione, coloro i quali hanno riferito di non voler fare il vaccino sembrano essere intimoriti piuttosto non dal farmaco ma dalla mancanza o carenza di informazioni in merito. La maggior parte di loro (43%) ha infatti dichiarato di non possedere sufficienti informazioni in merito alla sicurezza del vaccino. A seguire (28%) coloro i quali vogliono maggiori informazioni prima di decidere e (19%) le persone che hanno dichiarato di non fidarsi pienamente di chi produce i vaccini. Simili i dati in tutti gli altri Paesi.
IL CORONAVIRUS (NON) ESISTE?
In tutti i Paesi almeno il 10% degli intervistati ha dichiarato che “il Covid andrà via da solo”, che “non ha bisogno del vaccino per prevenire il Covid” o che “non crede che il vaccino possa essere efficace”. Tra l’1% e il 3%, invece, le persone che non sono in grado di dare una motivazione per cui non vogliono vaccinarsi. Tra le altre risposte, anche una preferenza verso il raggiungimento dell’immunità di gregge.
FIDUCIA NELLE AUTORITÀ SANITARIE
Bene la fiducia degli italiani nei confronti delle autorità sanitarie, al primo posto fra i soggetti in cui si ripone, appunto, maggiore fiducia. La pensa così nel nostro Paese il 55% della popolazione, contro percentuali molto più basse in Francia (26%) e Stati Uniti (35%). Bene anche medici di famiglia e autorità governative. Peggiora, però, il livello di fiducia nel corso dei mesi. Se oggi infatti si affida alle autorità sanitarie il 55% degli italiani, a novembre dello scorso anno la cifra toccava i 63 punti percentuali. Parimenti negativi i trend in tutti i Paesi. Quasi rassicurante invece il dato sui social media: in nessun Paese il numero di soggetti che si fida dei social supera le due cifre, con la sola eccezione degli Stati Uniti (11%).