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Esercito a tutta innovazione. Nuove tecnologie e dialogo con l’industria

È stato presentato oggi il rapporto “Prospecta” dell’Esercito italiano. Individua le strategie su cui puntare per cogliere le sfide dell’innovazione, tra droni, 5G e veicoli del futuro. Come? Con la sinergia tra Difesa, rappresentata dal sottosegretario Angelo Tofalo, e l’industria, che si è detta pronta a raccogliere l’invito con Alessandro Profumo (Leonardo), Claudio Catalano (Iveco Defence) e Guido Crosetto (Aiad)

Tra robot, droni e 5G, la sfida dell’innovazione tecnologia in campo militare può essere colta solo con la stretta sinergia tra Difesa e Industria. È la consapevolezza che arriva dal dicastero della Difesa, dove l’Esercito italiano ha presentato oggi il rapporto “Prospecta” nell’ambito di un evento dal titolo esplicativo: “Sinergie Esercito e industrie Difesa”. L’obiettivo del programma è delineare le esigenze tecnologiche e operative delle Forze armate in modo da fornire all’industria un quadro dettagliato delle necessità del futuro. A fare gli onori di casa il capo di Stato maggiore di Forza armata, Salvatore Farina. Hanno partecipato tra gli altri il sottosegretario per la Difesa Angelo Tofalo, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, gli amministratori delegati di Leonardo e Iveco Defence Vehicles, Alessandro Profumo e Claudio Catalano, e il presidente di Aiad, Guido Crosetto.

INVESTIMENTI E PENSIERO STRATEGICO

“Oggi abbiamo il dovere di pensare e riflettere per costruire domani e sopravvivere dopodomani, e lo facciamo cercando di fare sinergia attraverso i tavoli con le realtà più piccole e con le università”, ha spiegato il sottosegretario Tofalo. “Oggi prendo atto che quanto detto si sta realizzando, l’Esercito ha messo il turbo e sta spingendo – ha ribadito – è importante che non ci si arrenda, fermarsi vorrebbe dire perdere anni”. D’altra parte, ha rimarcato,  “ora che arriveranno milioni in investimenti anche per la Difesa, non possiamo permetterci di non avere un pensiero strategico”. Oltre al bilancio del dicastero (in crescita sul fronte degli investimenti), il riferimento è anche ai 209 miliardi di euro del Next Generation Eu, che potrebbero avere ricadute non indifferenti sulla Difesa tra spinta alla digitalizzazione e rivoluzione green.

FARI DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA

A porre sul tavolo le problematiche e le sfide che la Difesa dovrà affrontare nel futuro, sia come sistema-Paese che come industria nazionale, è stato da subito il generale Enzo Vecciarelli, che ha espresso le sue preoccupazioni sulla situazione attuale della ricerca e sviluppo: “In passato siamo stati faro di innovazione e tecnologia, a mio avviso ora stiamo perdendo campo; dobbiamo chiederci se possiamo essere ancora faro per il futuro”. Per il capo di Stato maggiore della Difesa è necessario recuperare “quella leadership che sta passando nelle mani della società civile”. La Difesa, dunque, deve identificare le proprie esigenze, sopperendo con la qualità alla quantità. Nelle parole del generale, se l’industria nazionale “garantisse solidità, saremmo un faro di riferimento e un motore dello sviluppo economico”. Altrimenti, ha rimarcato Vecciarelli, “ne emergerebbe una visione altisonante e stereotipata”. Per il futuro sarà dunque necessario creare una rete sicura entro cui sviluppare e produrre le piattaforme di domani, sempre più piccole, ma tecnologicamente all’avanguardia.

IL DIALOGO TRA DIFESA E INDUSTRIA

Difatti, se è vero che l’innovazione ha sempre caratterizzato il rapporto tra industria e difesa, è altrettanto vero che ora ad essere cambiata è la velocità con cui bisogna rispondere ai cambiamenti della tecnologia e alle relative minacce. A sottolinearlo è stato il capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Salvatore Farina. “È opportuno dominare il processo del cambiamento; con il binomio difesa-industria possiamo essere al passo con gli altro Paesi”. La collaborazione tra le due componenti della Difesa nazionale è un percorso iniziato già da tempo, supportato dal ministero e dal governo. Importante, per il generale Farina, è riuscire “ad avere una prospettiva importante, con volumi finanziari che possano supportare nei prossimi anni queste capacità”. Farina ha anche ipotizzato per il futuro la possibilità di avere degli ufficiali di collegamento capaci, distaccati presso l’industria nazionale e successivamente reinseriti nella Difesa, per poter cementare ulteriormente la collaborazione.

LA SINERGIA POSSIBILE

Dall’industria c’è piena disponibilità. “Dobbiamo lavorare in modo allineato perché le minacce sono diverse e il mondo è diverso”, ha spiegato Alessandro Profumo, ad di Leonardo, per cui l’aspetto-chiave della sinergia industria-difesa è il mantenimento delle conoscenze nazionali: “noi non venderemo più un radar, ma una capacità di detect a terra, sul mare o in aria, e questo significa cambiare radicalmente approccio, facendo anche una manutenzione predittiva delle piattaforme”. Rivolgendosi alle autorità militari, Profumo ha sottolineato l’importanza che il mondo della Difesa riveste l’avere un interlocutore che si fa carico delle esigenze delle Forze armate. Per il futuro, ha notato il manager, sarà anche necessario ridisegnare la logistica nazionale per la difesa e l’industria, tramite risposte nazionali e alleanze europee.

EVOLUZIONI TECNOLOGICHE

L’amministratore delegato di Iveco Defence Vehicles, Claudio Catalano, ha sottolineato che “la rapida evoluzione della tecnologia e l’esigenza dell’Esercito di avere sistemi avanzati rischiano di andare contro la necessità di implementare su larga scala”. Il problema, ancora una volta, è nella rapidità del cambiamento, per cui secondo Catalano industria e difesa devono cercare insieme delle soluzioni. “Le evoluzioni tecnologiche evolveranno di più della nostra capacità di implementarle”. La soluzione, condivisa col generale Farina, è quella di implementare la figura di un militare che coordini il progetto fin dall’inizio, dall’identificazione stessa dell’esigenza operativa. Insomma, “qualcuno che faccia da collante tra l’industria e la Forza armata”.

TECNOLOGIE SOVRANE

“Trovare tutte le sinergie possibili tra difesa e industria può essere un elemento innovativo importante”, ha detto anche Guido Crosetto, presidente Aiad, secondo cui “non servono tavoli con la Difesa, ma una cooperazione giorno per giorno; non bisogna separare le organizzazioni, ma unirle”. Sebbene Corsetto auspichi delle risorse aggiuntive, fondamentale risulta soprattutto l’avere una squadra uniforme che si coordini per lo sviluppo futuro delle tecnologie per la Difesa. “Dovremo capire quali tecnologie sovrane dovremo difendere e quali aziende aiutare”, ha rimarcato Crosetto, aggiungendo che “quando si sceglie di fare programmi con investimenti da miliardi di euro, bisogna tenere presente quali ricadute ci potranno essere, privilegiando quei progetti con ricadute positive nel nostro Paese”.

“PROSPECTA”

Simili progetti sono anche al centro di “Prospecta”, il documento che cerca di concretizzare i risultati raggiunti nella sinergia tra forze armate e industria. Nelle parole del capo ufficio Innovazione dell’Esercito, il colonnello Paolo Sandri, si tratta di “un prezioso strumento che contiene le informazioni su ciò di cui la forza armata ha bisogno per fronteggiare le nuove sfide facendo sistema con l’industria”. Il documento sintetizza gli obiettivi operativi e tecnologici delle Forze armate da oggi ai prossimi quindici anni, fornendo all’industria uno strumento attraverso il quale valorizzare le proprie idee e indirizzare i propri progetti di ricerca. L’obiettivo dichiarato è quello di individuare le strategie necessarie per sfruttare al meglio gli investimenti attraverso uno strumento agile di difesa e tecnologia. Attraverso l’esperienza maturata sul campo e il know how disponibile, il documento analizza le tecnologie del futuro e i rischi legati all’interazione tra uomo e macchina. “Prospecta” verrà distribuito e condiviso con tutti i comandanti territoriali, in modo da stimolare al massimo ulteriori iniziative e riflessioni.


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