Roma soffre oggi di un sistema imprenditoriale asfittico. Per imboccare rapidamente la strada del rilancio avrebbe urgente bisogno di “aprire le finestre” del suo sistema imprenditoriale a nuove idee d’impresa e nuovi modelli di business. L’analisi di Francesco Delzio tratta dal suo libro “Liberare Roma. Come ricostruire il sogno della Città Eterna” (Rubbettino), in libreria in questi giorni
Pubblichiamo un estratto dal libro dal titolo “Liberare Roma. Come ricostruire il sogno della Città Eterna”, edito da Rubbettino e scritto dall’editorialista, manager, saggista e docente Luiss Francesco Delzio (qui una sua recente intervista a Formiche.net). Il saggio sarà presentato lunedì prossimo, 15 febbraio, dalle 17:30 alle 19:00, nel corso del webinar organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in partnership con l’associazione La Scossa. Alla presentazione parteciperanno, oltre all’autore e al presidente I-Com Stefano da Empoli, anche la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria, la consigliera regionale del Lazio di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo, il deputato della Lega Claudio Durigon, la deputata del Partito democratico Beatrice Lorenzin, la deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni, e Luciano Nobili, deputato di Italia Viva.
Roma soffre oggi di un sistema imprenditoriale asfittico. Per imboccare rapidamente la strada del rilancio la Capitale avrebbe urgente bisogno di “aprire le finestre” del suo sistema imprenditoriale a nuove idee d’impresa e nuovi modelli di business, a nuovi imprenditori e nuovi capitali.
Non è affatto un’utopia. Per le sue caratteristiche distintive, Roma potrebbe diventare una meta ambita dagli investimenti esteri in una serie di settori: l’industria del turismo di qualità, le costruzioni, il trasferimento dell’innovazione tecnologica dal sistema universitario alle imprese, l’economia circolare e sostenibile, le scienze della vita. Sapendo che la presenza a Roma di 250 sedi di Ambasciate e di 30 organismi europei è una straordinaria opportunità di attrazione degli investimenti da ogni angolo del mondo, che Roma non sfrutta in alcun modo.
L’Unione Europea è l’area del pianeta che oggi attira più investimenti. Tra le prime 15 città del mondo per capacità d’attrazione di Investimenti Diretti Esteri ben 6 sono europee: tra di esse spiccano Parigi (al 2° posto), Barcellona (7°), Dusseldorf (9°) e Madrid (11°). Ma le città italiane oggi non partecipano a questa importantissima competizione: nessuna di loro si posiziona tra le prime 30 città al mondo. Roma, in particolare, risente di una distanza significativa nel livello di investimenti attratti non solo rispetto alle altre Capitali europee, ma anche nei confronti diMilano: il rapporto tra le due città è di 1 a 5. Tra il 2003 e il 2020 sono stati realizzati a Roma investimenti diretti esteri per neanche 5 miliardi di euro, suddivisi tra circa 240 progetti. È un flusso molto ridotto rispetto alle potenzialità della Città Eterna e alle opportunità offerte dal mercato globale dei capitali. Non è un caso: oggi chi decide di investire a Roma non ha un riferimento istituzionale “specializzato” nell’amministrazione capitolina e fatica a trovare perfino interlocutori in grado di parlare l’inglese in modo fluente.
Moltiplicare gli Investimenti Diretti Esteri in arrivo a Roma è un obiettivo decisivo per il futuro prossimo della Capitale: consentirebbe alla Città Eterna di fare rapidamente un “salto” nella presenza di capitali privati, di chance di occupazione, di competenze manageriali, sganciandosi dalle asfittiche dinamiche di crescita nazionali e locali. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria anche in questo ambito una radicale discontinuità, attraverso la creazione di un organismo specializzato sul modello delle capitali europee più attrattive. L’idea è di dar vita a “Welcome to Rome”: un’Agenzia dedicata all’attrazione di nuovi capitali e idee di business da ogni angolo del mondo, che potrebbe replicare a Roma l’esperienza di successo realizzata a Parigi dalla Paris Region Entreprises. Sarebbe uno strumento agile, rapido e innovativo di interlocuzione con le multinazionali estere, per sostenerle nell’individuazione di opportunità, accompagnarle durante il processo di investimento nel territorio metropolitano e nell’interlocuzione con le Pubbliche Amministrazioni, favorire partnership con Università e centri di ricerca della Capitale.
La creazione dell’Agenzia dovrebbe essere supportata da incentivi fiscali e amministrativi a favore dei nuovi investimenti che abbiano determinate caratteristiche, definendo “corsie agevolate” per l’attivazione di investimenti diretti a Roma superiori a 30 milioni di euro.