Dopo Toninelli, Trenta e Conte, con Lamorgese e Di Maio sono finite le testimonianze dei ministri sulla vicenda della nave Gregoretti della Guardia Costiera. Nella nuova udienza Salvini ha raccolto altri punti a suo favore e ne ha approfittato per lanciare precisi messaggi sulla politica dell’immigrazione prossima ventura anche con la presenza di un leghista come sottosegretario all’Interno. Il punto di Stefano Vespa
Nella nuova udienza sulla vicenda della nave Gregoretti della Guardia Costiera Matteo Salvini ha raccolto altri punti a suo favore e ne ha approfittato per lanciare precisi messaggi sulla politica dell’immigrazione prossima ventura anche con la presenza di un leghista come sottosegretario all’Interno. A Catania il gup Nunzio Sarpietro ha ascoltato come testimoni Luciana Lamorgese, che diventò ministro dell’Interno dopo la crisi di governo dell’agosto 2019, e Luigi Di Maio, che nel Conte I era vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico.
Senza i giornalisti in aula, la sintesi che emerge è un’azione collegiale di governo e decisioni prese di comune accordo, dunque un’azione politica non sindacabile dalla magistratura. Salvini ha detto di essere “contento di aver sentito dai due testimoni il fatto che c’era una continuità, una condivisione nell’azione di governo e una soddisfazione per aver svegliato l’Europa che prima del nostro governo dormiva”.
LA TESTIMONIANZA DELLA LAMORGESE
Lamorgese, parlando ovviamente solo della sua gestione e dunque dal 5 settembre 2019, ha detto che il tempo medio di permanenza in mare dei migranti soccorsi da navi umanitarie è stato di due giorni e mezzo dal momento della richiesta del Pos, il porto sicuro, in acque Sar italiane all’effettivo sbarco. Per i primi tre casi successivi al suo insediamento (riguardanti le navi Ocean Viking, Alan Kurdi e Aita Mari) la procedura seguita è stata quella del governo precedente, con l’autorizzazione allo sbarco seguita all’ottenimento della disponibilità di accoglienza da parte dei Paesi dell’Unione europea e la media non è stata rispettata. Dal novembre 2019, invece, c’è stato un riallineamento dei tempi tra la solidarietà europea e la concessione del Pos. Il ministro ha anche spiegato le complicazioni determinate dalla pandemia da Covid, con la difficoltà di trovare un porto adatto e organizzare l’accoglienza a terra, rivendicando l’efficacia delle navi-quarantena nella gestione degli arrivi. L’avvocato Giulia Bongiorno ha commentato precisando che la Lamorgese ha ammesso le difficoltà di redistribuzione in Europa, che aveva incontrato anche Salvini, e che le testimonianze sua e di Di Maio sono decisamente a favore della difesa.
UNA RICOSTRUZIONE CORRETTA DEI FATTI
Salvini ha parlato di “una ricostruzione coerente e corretta dei fatti. Quello che facevamo, lo facevamo insieme, lo decidevamo insieme, lo festeggiavamo insieme” ribadendo di non aver voluto chiamare come correi i colleghi di governo: “Non sono colpevoli neanche loro perché molto semplicemente riteniamo che non ci sia alcun reato. Tutti attuavano le stesse politiche di governo”. L’accusa è di aver abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo della Gregoretti da dopo la mezzanotte del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio, quando fu disposta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta (Siracusa), nell’ambito di un accordo per la distribuzione dei migranti in altri cinque paesi dell’Unione europea. La difesa sostiene che la Gregoretti fosse autorizzata a svolgere missioni di ricerca e soccorso e che fu garantita assistenza a chi era a bordo. Per il Tribunale dei ministri si configurò un sequestro di persona, oltre all’abuso d’ufficio, mentre la procura di Catania ha chiesto il proscioglimento.
LA LEGA AL VIMINALE
Dopo l’udienza Salvini ha dato per scontata la presenza di un leghista al Viminale come sottosegretario precisando che “quando il governo sarà in carica noterete la differenza”. Messaggio diretto a più destinatari (Mario Draghi e Lamorgese da un lato, il suo elettorato dall’altro) pur ricordando che dalle prime parole del presidente Draghi emerge una politica europea dei rimpatri “che arriva grazie alla nostra azione”. Il nuovo governo “attuerà politiche europee serie e rigorose sul tema dell’immigrazione”.
IL CASO PALAMARA
I legali di parte civile hanno chiesto al gup Sarpietro di sentire come testimone l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara dopo quanto emerso dalle intercettazioni a suo carico sugli attacchi a Salvini organizzati da alcuni magistrati. L’avvocato Bongiorno ha spiegato di essere “interessata enormemente a capire se per caso gli input di questo procedimento nascono dall’idea che un politico di destra debba essere fatto fuori dal punto di vista giudiziario” e quindi la difesa si è rimessa al giudice. La preoccupazione è che i tempi, in questo caso, si allungherebbero mentre l’obiettivo è arrivare a chiudere le udienze preliminari molto presto.
Dopo Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta lo scorso dicembre e la deposizione di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi il 28 gennaio, con Lamorgese e Di Maio sono finite le testimonianze dei ministri. Sul caso Gregoretti la prossima udienza è stata fissata al 5 marzo mentre il 20 marzo Salvini è atteso a Palermo per un’udienza sulla nave Open Arms.