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Serino subentra a Farina. Ecco le sfide per l’Esercito

Serino si troverà a gestire la forza armata mentre gli scenari cambiano in continuazione. Il ministro Guerini conta sulle capacità di “direzione, gestione, coordinamento e grande equilibrio” dimostrate come capo di Gabinetto, “doti fondamentali” per guidare l’Esercito collaborando con la Nato, l’Unione europea e in ogni cooperazione tra Stati

La leadership in tante missioni internazionali, gli sforzi per contribuire a combattere la pandemia, i programmi per migliorare la capacità della forza armata: sono parte del bilancio tracciato dal generale Salvatore Farina nella cerimonia del cambio al vertice dello Stato maggiore dell’Esercito con il passaggio di consegne al generale Pietro Serino, finora capo di gabinetto del ministro Lorenzo Guerini.

Nella lotta alla pandemia, dagli ospedali da campo ai “drive trough” per i tamponi, Farina non ha dimenticato il trasporto dei feretri perché le immagini dei mezzi militari carichi di bare a Bergamo resteranno nella storia. Nel bilancio del suo comando triennale, Farina ha ricordato l’obiettivo di ridurre l’età media dei soldati e gli ulteriori sforzi per migliorare il reclutamento e il successivo ricollocamento nel lavoro. Significativo il passaggio sulle relazioni sindacali perché ci sarà collaborazione con le nuove associazioni militari a carattere sindacale, consentite dalla sentenza della Consulta dell’aprile 2018, “sempre però nel rispetto della disciplina e della gerarchia”.

Il livello di eccellenza riconosciuto dagli alleati in futuro sarà mantenuto grazie ai programmi nel settore “capacità e sistemi”, come il Sistema individuale di combattimento “Soldato sicuro”, la Blindo “Centauro 2”, il Vtlm Lince 2, il nuovo elicottero da esplorazione e scorta (Nees) e il nuovo elicottero multiruolo leggero (Luh), oltre all’uso dell’intelligenza artificiale, ai sistemi robotici e ai micro droni. La collaborazione tra forze armate dovrà intensificarsi e Farina ha ricordato la scuola elicotteri interforze con l’Aeronautica, le operazioni anfibie con la Marina, l’attività con i Carabinieri.

Il nuovo capo di Stato maggiore è stato molto sintetico perché “comincia la stagione dell’agire”. Serino si è limitato a sottolineare che “il sistema interforze dev’essere coeso” (quindi, se possibile, è meglio evitare invidie e sgambetti) e all’Esercito ha ricordato di essere “simbolo e sostanza della nostra democrazia”. Secondo il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, Farina lascia un assetto strategico più rilevante, con l’apprezzamento unanime per il lavoro nelle missioni e che Serino riceve in eredità.

Guerini ha insistito sulla spinta data da Farina verso le nuove tecnologie e l’innovazione, dialogando con l’industria e la ricerca: “Il binomio Difesa e industria è un percorso che l’Esercito, come le altre Forze armate, ha iniziato da tempo, sostenuto dal Dicastero e dal Governo, ed è elemento decisivo per poter essere al passo con gli altri Paesi con i quali collaboriamo e ci confrontiamo”. Serino si troverà a gestire la forza armata mentre gli scenari cambiano in continuazione e Guerini conta sulle capacità di “direzione, gestione, coordinamento e grande equilibrio” dimostrate come capo di Gabinetto, “doti fondamentali” per guidare l’Esercito collaborando con la Nato, l’Unione europea e in ogni cooperazione tra Stati.

 


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