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Se l’uomo più ricco del mondo (Musk) punta sui bitcoin. E con lui le grandi aziende

Il vulcanico patron di Tesla investe 1,5 miliardi nella moneta virtuale e ufficializza il sì ai pagamenti in criptovaluta. Il mercato reagisce con l’ennesima impennata, ma la notizia è un’altra: il bitcoin diventa pane per le grandi imprese. Il commento dell’esperto Marcello Bussi

L’ultima di Elon Musk si chiama Bitcoin. Per il pirotecnico imprenditore sudafricano ma naturalizzato americano, è tempo di puntare dritto sui criptoasset, alias Bitcoin. Non sono bastati i conti 2020 record (ma pompati da robusti introiti frutto della cessione dei certificati verdi venduti ai costruttori di auto, come raccontato da Formiche.net nei giorni scorsi) e l’avventura spaziale con Space X. Ora, per Musk e la sua Tesla è suonata l’ora delle criptovalute.

E così, come emerso oggi dai documenti della Sec, la Consob americana, a inizio 2021 il colosso delle auto elettriche ha aggiornato la sua politica di investimento e a seguito di ciò ha acquistato bitcoin per un valore di 1,5 miliardi di dollari. Un vero e proprio blitz in un mercato tra i più discussi al mondo e reduce da un 2020 in cui il bitcoin è letteralmente esploso, grazie a rialzi record. Ma non è tutto.

Non c’è solo l’acquisto in grandi stock di moneta virtuali. Elon Musk, che dal 2005 guida Tesla in veste di ceo e co-fondatore, è andato se possibile ancora oltre. La società ha sì affermato di aver fatto incetta di bitcoin per “una maggiore flessibilità per diversificare ulteriormente e massimizzare i rendimenti sui contanti”. Ma ha anche rivelato l’intenzione di iniziare ad accettare pagamenti in bitcoin anche in cambio dei suoi prodotti, mettendosi in scia ad altri big, Amazon in testa. D’altronde, lo stesso Musk non aveva fatto mistero della sua simpatia per le criptovalute quando, pochi giorni fa, aveva fatto comparire l’hashtag #bitcoin sul suo profilo Twitter. Il blitz sul bitcoin, dunque, non può stupire. Sempre Musk, due settimane fa, aveva esplicitamente appoggiato un altro criptoasset, il Dogecoin.

Naturalmente la notizia non è passata inosservata e ha regalato nuovi scossoni a un mercato abituato a stare sull’ottovolante. La scorribanda di Musk ha subito scatenato gli acquisti sul bitcoin schizzato fino a 44.800 dollari, nuovo picco storico, segnando un rialzo giornaliero del 13,86%. Formiche.net ha chiesto un commento a Marcello Bussi, giornalista di MF-Milano Finanza e grande esperto di bitcoin. “Siamo dinnanzi a una svolta storica, dove una grossa impresa investe massicciamente in bitcoin. Ma soprattutto accetterà pagamenti con la moneta virtuale. Oggi chi ha più di un bitcoin in tasca, può spenderlo, con tutti i crismi della legalità si intende. C’è anche un fattore psicologico, perché Elon Musk è l’uomo più ricco del mondo e se l’uomo più ricco del mondo investe in bitcoin la cosa ha un suo significato”, spiega Bussi.

“Il salto di qualità nel bitcoin sta proprio dell’operazione di Tesla. Perché per la prima volta una grande azienda lega il suo destino alla moneta virtuale, questa è la novità incredibile. Ora non resta che vedere quanti altri lo seguiranno”. C’è chi però del bitcoin, si fida poco. Per esempio Christine Lagarde, presidente della Bce, che poche settimane fa ha sferrato un durissimo attacco alla criptomoneta, chiedendone un’immediata regolamentazione. Ma per Bussi la questione è un’altra. E comunque c’è da fare una precisazione. “Tesla ha fatto tutto alla luce del sole, seguendo le norme e rimanendo nella legalità, in un mercato, quello americano, regolamentato. In Europa la situazione è diversa, si sono persi tanti treni. Negli Usa sono saliti sul treno del bitcoin, l’Europa no. Dunque almeno per il momento, non esiste un problema”.

 

 

 



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