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Aerospazio e Difesa nel mirino dei competitor. Cosa dicono i Servizi

“Sono emerse, confermando una tendenza consolidatasi negli ultimi anni, azioni di influenza e progettualità funzionali a marginalizzare i player nazionali”. Così l’Intelligence nazionale avverte su aerospazio e difesa nella relazione annuale al Parlamento. Riscontrati “concorrenza sleale da parte dei concorrenti stranieri, azioni di lobbying e tentativi di ingerenza nella governance di joint venture”

La guerra delle spie ha invaso da tempo l’aerospazio. Anche quest’anno, lo certifica puntuale la Relazione al Parlamento del Dis, l’organismo guidato dal prefetto Gennaro Vecchione che coordina l’Intelligence nazionale (qui il focus su Cina e 5G). Al centro dell’azione dei servizi di sicurezza le fragilità innestate dalla pandemia, in grado di indebolire il contesto produttivo nazionale e di aprire così spazi ad agguerriti competitor stranieri. “La crisi sanitaria – si legge nella relazione – ha messo in luce in modo ancora più marcato la postura aggressiva di attori esteri, determinati a conseguire posizioni di leadership commerciale e tecnologica in aderenza ad obiettivi ed indirizzi di carattere geopolitico”.

IL CONTESTO

“I profondi e inattesi sconvolgimenti dell’economia globale del 2020 – spiega il Dis – hanno costituito un catalizzatore del rischio per il sistema-Paese”. Difatti, “le realtà produttive nazionali si sono dovute misurare con la contrazione non solo della domanda interna, ma anche di quella estera e con le conseguenti difficoltà di carattere finanziario, che sono andate a sommarsi alle sfide epocali derivanti dal rapido mutamento tecnologico e dalla crescente concorrenza internazionale”. È così aumentato “il rischio di azioni di tipo predatorio e speculativo in direzione degli assetti proprietari di imprese che, pur dotate di un patrimonio di know how produttivo e di un portafoglio clienti significativo, hanno conosciuto una prolungata fase di difficoltà connessa alle conseguenze economiche della pandemia”. Una vulnerabilità “tanto più pronunciata” per le Pmi, “anche con riguardo alla loro capacità di proiezione sui mercati esteri, in presenza, oltretutto, di player stranieri non sempre vincolati a condizioni di leale concorrenza”.

DALL’AEROSPAZIO…

E se al primo posto dell’attenzione dell’Intelligence c’è stata la filiera sanitaria, al secondo si colloca il settore aerospazio, difesa e sicurezza, “al fine di tutelare i grandi player nazionali e le filiere produttive ad essi collegate rispetto alle manovre aggressive di attori internazionali, che, facendo ricorso a strumenti competitivi non convenzionali, tendono ad insidiare quote di mercato e know how pregiato della nostra industria”. L’aerospazio, spiega il Dis, è “segmento dalle enormi potenzialità anche in ragione del forte impegno italiano all’interno dei progetti della European Space Agency e nel campo delle esplorazioni lunari”, che ha visto l’Italia nel 2020 salire a bordo di Artemis, l’ambizioso programma americano per il ritorno sulla Luna. E così, dall’attività informativa “sono emerse, confermando una tendenza consolidatasi negli ultimi anni, azioni di influenza e progettualità funzionali a marginalizzare i player nazionali”.

… ALLA DIFESA

Situazione simile per la Difesa, “ove l’industria italiana è impegnata anche nel complesso sforzo di ammodernamento tecnologico in ambito Ue e Nato”. Qui “l’attività informativa è stata finalizzata a contenere, pur in un’ottica di collaborazione con gli alleati strategici, la penetrazione straniera e a sostenere la proiezione oltreconfine delle nostre aziende”. Al riguardo, avvertono i Servizi, “le evidenze raccolte hanno posto in luce iniziative di concorrenza sleale da parte dei concorrenti stranieri, azioni di lobbying e tentativi di ingerenza nella governance di joint venture”. Il trend emerge anche considerando i numeri relativi all’attivazione del Golden power, i poteri speciali che il governo può esercitare per la tutela di asset nazionali. Su 37 procedimenti che si sono conclusi con l’imposizione di prescrizioni o condizioni, 14 hanno riguardato “Difesa e sicurezza”, seconde solo alle telecomunicazioni (22).

UNA NOVITÀ?

Come notato con l’espressione “tendenza consolidatasi negli ultimi anni”, l’attenzione dei competitor per il settore nazionale non è certo nuova. Già nella relazione del 2019 (riferita all’anno precedente), il Dis descriveva la necessità di una costante difesa da operazioni di intelligence economica sempre più sofisticate, che spesso (ma non sempre) passano dall’utilizzo del dominio cyber. Il Dipartimento, guidato dal prefetto Gennaro Vecchione, spiegava di aver monitorato “iniziative tese ad esfiltrare tecnologia e know-how o a conquistare nicchie di mercato pregiate, come pure una persistente esposizione delle imprese italiane a iniziative di spionaggio industriale”. Ciò vale in particolar modo per il settore aerospaziale, nicchia d’eccellenza tecnologica in tanti Paesi occidentali (e dunque ghiotto obiettivo per chi cerca di rincorrere) e comparto che spesso vanta una connessione diretta con i programmi militari.

NICCHIE DI ECCELLENZA

Da diversi anni, ad esempio, gli Stati Uniti mettono in guardia sull’attività di spionaggio di Pechino nei confronti delle aziende specializzate nella motoristica, vista la dipendenza cinese dalla Russia in questo particolare campo e la volontà di sganciarsi da essa. A settembre 2019, fecero scalpore le rivelazioni di Afp sui quattro grandi attacchi hacker rivolti nell’anno precedente ai fornitori del colosso franco-tedesco Airbus. Citando fonti di sicurezza interne, l’agenzia di stampa francese spiegava che la responsabilità delle aggressioni informatiche veniva attribuita alla Cina. Nel mirino degli aggressori erano finiti il costruttore britannico di motori Rolls-Royce, l’azienda di consulenza tecnologica Expleo e altri due fornitori d’oltralpe, sebbene l’obiettivo finale fosse la “compromissione dei sistemi di Airbus”. Nello stesso mese l’attenzione si concentrò anche su Napoli, quando Aleksandr Korshunov, alto dirigente della Odk, società statale russa che realizza motori, fu arrestato su richiesta degli Stati Uniti con l’accusa di “spionaggio economico”. Secondo l’accusa, l’uomo sarebbe stato protagonista di un’illegale appropriazione di documenti della General Electric e di informazioni protette da proprietà intellettuale in modo da utilizzarli per il programma russo Pd-14 per lo sviluppo di un motore per i nuovi aerei civili Ms-21.

GLI AVVERTIMENTI DEL DIS PER L’ITALIA

L’arresto a Napoli si aggiungeva ai campanelli d’allarme su un’intelligence sempre più economica che suonavano da mesi nel nostro Paese. Nella relazione di qualche mese prima, il Dis inseriva un ampio riferimento allo Spazio, “assurto –si legge – a nuovo terreno di confronto, sul duplice piano militare ed economico”. In ambito difesa “la rilevanza del contesto è attestata dal riconoscimento dello spazio, da parte della Nato, quale nuovo dominio operativo, nonché dalla creazione, negli Usa, della Space Force e, in Francia, del Commandement de l’Espace”.

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