Da un lato Erdogan si fa player ancora più strategico nei due blocchi, dall’altro andrà valutata la postura russa anche con riferimento alla Siria e alle relazioni economiche con Ankara
Afghanistan e Libia possono rappresentare due banchi di prova per la Turchia che si approccia alla nuova amministrazione Biden? Oppure il fil rouge con Mosca, che sta realizzando anche il terzo reattore nucleare presso la centrale di Akkuyu, resterà solido e decisivo? Da un lato Erdogan si fa player ancora più strategico nei due blocchi, dall’altro andrà valutata la postura russa anche con riferimento alla Siria e alle relazioni economiche con Ankara.
“La Turchia gode della fiducia di entrambe le parti del negoziato. Sia i talebani che la delegazione negoziale, cioè la parte del governo, ci avevano già chiesto di ospitare un simile incontro”. Lo ha detto ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, annunciando di voler ospitare i colloqui di pace in Afghanistan ad Istanbul ad aprile. Questa la ragione per cui a breve Ankara nominerà un inviato speciale per l’Afghanistan, mentre in Libia il parlamento darà l’ok all’accordo marittimo con Ankara.
AFGHANISTAN
La mossa turca si inserisce in un quadro articolato, stimolato dalla decisione americana di condividere un nuovo progetto di piano di pace. L’obiettivo è quello di sostituire il governo afghano con un’amministrazione ad interim di condivisione del potere in attesa delle elezioni ai sensi di una nuova costituzione. Prova ne è l’annuncio di qualche giorno fa da parte del segretario di Stato americano Antony Blinken: l’amministrazione Biden chiederà alla Turchia di ospitare i colloqui di pace in Afghanistan dopo lo stallo tra i talebani e i funzionari afgani. Si lavora, dunque, su una soluzione politica a decenni di conflitto.
Secondo Çavuşoğlu il vertice avrà un doppio scopo: non solo non sarà un’alternativa ai colloqui di pace ospitati dal Qatar, ma sosterrà piuttosto il processo di Doha e da un punto di vista geopolitico rappresenterà una porta aperta verso le strategie immaginate da Washington nell’area. Da parte turca si costruirà l’incontro partendo dalla premessa che non rappresenterà un’alternativa al processo del Qatar, ma di quello sarà un complemento, così come osservato da Cavusoglu: “Lo faremo in coordinamento con il fraterno Qatar, ma sarà in Turchia “. Da Mosca si apprende che si terrà una conferenza sull’Afghanistan alla fine del mese, a dimostrazione di un ping pong oggettivo sul tema che investe l’intea macro area.
QUI DOHA
Inoltre i ministri degli esteri di Turchia, Russia e Qatar si sono ieri riuniti a Doha, per il primo incontro trilaterale sull’integrità territoriale della Siria. Da quel desco, secondo fonti diplomatiche, sarebbe anche partito un messaggio a chi difende il governo autonomo dei curdi siriani nel nord-est del paese, ovvero gli Usa. “La Turchia continuerà a difendere l’integrità territoriale della Siria, proteggere i civili e combattere i gruppi terroristici”, ha detto Cavusoglu in riferimento alle Unità di protezione del popolo curdo siriano (YPG), vicine agli americani. Di contro il processo trilaterale potrebbe portare Ankara a guardare Mosca negli occhi con meno spirito di deferenza, anche se il cordone ombelicale tra i due paesi resta solido alla voce business: due giorni fa i due leader hanno inaugurato in video conferenza la costruzione di un terzo reattore nucleare presso la centrale di Akkuyu. Il sito secondo Erdogan lancerà la Turchia nella lega dei paesi dell’energia nucleare e lo ha definito un “simbolo della cooperazione turco-russa”.
LIBIA
Turchia player centrale anche in Libia, e non da oggi, come noto. Ma l’elemento in più sta nel pollice in su da parte del primo ministro designato Abdul Hamid Dbeibah all’accordo marittimo firmato tra la Turchia e l’ex governo sostenuto dalle Nazioni Unite con sede a Tripoli. Secondo Dbeibah “serve gli interessi economici del paese”, dal momento che in questo modo Libia ha acquisito una buona quota del giacimento di gas che non possedeva, preannunciando in merito ha un voto favorevole da parte del parlamento.
Il terreno libico inoltre investe anche il tema dell’immigrazione, oltre che del dossier energetico: sul punto Turchia e Ue stanno cercando un’agenda comune con vista al prossimo 25 marzo, quando si terrà il Consiglio europeo. Le premesse parlano di una rimodulazione diplomatica di rapporti che sembravano sul punto di deteriorarsi, come quelli tra Turchia e Francia. Non a caso quattro giorni fa Macron ed Erdogan hanno parlato a lungo al telefono, dopo una conversazione del presidente turco anche con la cancelliera Merkel. Segno che la Libia è strategica per l’Europa se rapportata alle policies di migrazione e sicurezza.
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