Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Attento Pd, la Lega ti sfila il ruolo di partito di sistema. Parla Franchi

L’editorialista del Corriere della Sera a Formiche.net: “La prospettiva di un Pd con il M5S mi fa orrore. Dopo Draghi solo i dem hanno mancato la contromossa”

“Dalla nascita del governo Draghi in poi, solo il Pd ha mancato la contromossa. Adesso il suo ruolo di partito di sistema potrebbe essere preso dalla Lega di Salvini”. Lo dice a Formiche.net l’editorialista del Corriere della Sera Paolo Franchi, autore tra gli altri de Il tramonto dell’avvenire (Marsilio) che mette l’accento sulle contraddizioni dei dem anche alla luce del contemporaneo smottamento interno al M5s.

Zingaretti flop: lo aveva previsto proprio da queste colonne alcuni mesi fa. Quali scelte non hanno convinto?

Il mio è un giudizio piuttosto antico sul Pd. Negli ultimi mesi e poi nelle ultime settimane, ben prima delle dimissioni del segretario, la cosa ha avuto un’accelerazione molto forte. La crisi di governo, per come si è consumata, è stato un potentissimo fattore per un processo che aveva origini molto più in là.

A quando?

In generale la questione è stata circoscritta ad un grande punto: con la nascita del Draghi 1, una cosa più subìta che voluta visto che fino all’ultimo il Pd si era battuto per riconfermare Conte, ha preso forza una posizione politica attorno all’ex premier, per costruire un processo di riaggregazione unitaria con il M5S. Una nuova strategia delle alleanze del Pd in vista, non solo delle prossime elezioni, ma come un vero e proprio processo politico, lungo il quale esisteva una contraddittorietà di fondo incorniciata nella promessa “mai con i Cinque Stelle”.

Quello il peccato originale?

Volendola mettere un attimo da parte, anche se poi le grandi strategie non si cambiano ad ogni stormir di fronda, era stata indicata una prospettiva politica che a buona parte del partito, come gli ex renziani e gli amministratori locali, non andava giù in nome di un’altra prospettiva: quella definita per comodità neocentrista, i cui confini sono cangianti e variamente definibili. Penso a ItaliaViva, Calenda, Bonino fino agli appelli di Delrio (“con Salvini si dialoga bene”). Tutti concetti comunque da verificare, perché molte di queste sembrano solo parole in libertà. Le due prospettive però sono risultate totalmente inconciliabili fra loro e letteralmente agli antipodi, in un gioco che con la nascita del governo Draghi ha cambiato matrice, con tutti che entrano in rotta di collisione aperta.

La crisi del Pd nasce e si consuma anche dentro il M5s?

La prospettiva di un Pd alleato con il M5S, che personalmente mi fa orrore, con Giuseppe Conte nella parte di Léon Blum, subisce un colpo durissimo nel momento in cui i Cinque Stelle dopo l’addio dei ribelli si consegnano alla leadership di Conte. A lui chiedono non solo di essere guidati, ma anche di ridisegnare quel terreno. È in quel momento che fisicamente si è reso evidente ciò che avrebbe plasticamente preso forma con il noto sondaggio di Swg, che dava il M5s con Conte superare il Pd. È attorno a quelle percentuali che è maturata la crisi dei dem, con le due posizioni che sono apparse davvero inconciliabili. Al di là di quanto valgano i numeri dell’Assemblea nazionale è chiaro che la posizione di Zingaretti è quella apparsa più debole.

Come giudica la chiave “smottamento” dei due partiti principali del Conte-bis dopo pochissimi giorni di vita del governo Draghi? E dall’altro versante come Salvini recupera centralità abbandonando il sovranismo?

Tutto credo stia avvenendo come in un acquario, senza voler fare una considerazione moralistica: mi riferisco allo scarto con la realtà delle cose, con elementi che potrebbero diventare politicamente esplosivi in poche settimane, come la questione dei vaccini. È accaduta una cosa notevole con la nascita del Draghi 1: è vero, come osservato da tutti, che è nato da un crack dei partiti, ma al di là delle meccaniche della crisi, non tutti gli attori politici sono stati infettati allo stesso modo.

Ovvero?

Non mi limiterei solo ad osservare che la Lega è passata in poche settimane dal sovranismo al sì all’Ue: sarebbe un ragionamento buono, forse, per qualche comizio. Sottolineo che quel partito ha già avuto grandi cambiamenti di ragione sociale senza particolari drammi. Del secessionismo non si parla ormai più e ciò non ha fatto del male al partito, anzi. La Lega è l’unico partito italiano con un blocco sociale di riferimento abbastanza visibile: il nord, nelle sue diverse articolazioni, non ha interesse per il tema del sovranismo in sé, ma vuole che arrivino e siano decentemente spesi i fondi del Recovery. Da questo punto di vista Giorgetti rappresenta un mondo vasto, dove la sinistra non tocca palla da tempo. Quindi un lungo periodo di unità nazionale, in cui si offre una prova in vista del futuro prossimo, potrebbe dare a Salvini quel di più per assumere il ruolo di partito di sistema al posto del Pd, con una legittimazione interna ed esterna. Dopo Draghi, solo il Pd ha mancato la contromossa.

twitter@FDepalo

×

Iscriviti alla newsletter