Skip to main content

Così Biden racconta l’incontro con Putin. “Non ha un’anima”

Biden in un’intervista in tv ha detto che considera Putin un assassino. La domanda nasceva dal suo memoir “Papà, fammi una promessa”, in cui racconta la sua visita a Mosca nel 2011. George W. Bush pensava che il leader russo avesse un’anima, ma quando Biden e Putin si sono trovati faccia a faccia a parlare di missili, il vicepresidente gli disse…

Joe Biden ha definito Vladimir Putin un assassino durante un’intervista con George Stephanopoulos, già portavoce di Bill Clinton e storico volto di ABC. Nel farlo, ha citato quasi parola per parola l’aneddoto raccontato nel suo memoir “Papà, fammi una promessa” (2018, NR Edizioni) dedicato al figlio Beau, scomparso prematuramente per un tumore al cervello.

Era il 2011, Biden era vicepresidente degli Stati Uniti e a breve sarebbe partito per un viaggio ufficiale in Europa, e la nipotina Finnegan (figlia di Hunter, l’erede che gli avrebbe dato non pochi problemi) gli chiese di poterlo accompagnare. Aveva 11 anni, e il nonno provò a obiettare “ma devi andare a scuola”. Lei replicò che avrebbe imparato più da quel viaggio che da qualunque lezione in classe.

Non solo, per convincerlo gli ricordò che lei e le sorelle – a casa Biden non si gioca alle Barbie, evidentemente – si erano spartite i ruoli in base alle Grandi Potenze di fine Ottocento: Naomi era la Cina e l’estremo Oriente, Maisy era l’Africa, e Finnegan era l’Europa e la Russia.

Dopo essere atterrati a Helsinki e e aver incontrato insieme presidente e primo ministro finlandese (due donne, in un paese in cui il parlamento era per metà al femminile, disse l’undicenne Finnegan), a Mosca Biden senior fu costretto a lasciare la nipote in un’anticamera dell’ufficio privato di Putin, che ricopriva il ruolo primo ministro mentre Medvedev gli teneva calda la poltrona della presidenza.

Obama, racconta il suo vice, voleva rafforzare il rapporto con il governo russo, e aveva convinto Medvedev (ovvero Putin) a firmare un nuovo trattato per la riduzione delle armi atomiche. La relationship era però sotto pressione, tanto che Biden era volato da Putin a convincerlo che il sistema anti-missili che gli Stati Uniti stavano posizionando in Europa era pensato per intercettare possibili attacchi iraniani.

Putin, ovviamente, non gradiva che i lanciamissili fossero piazzati in paesi vicini al confine russo, come Polonia e Romania. Medvedev (ovvero Putin) aveva minacciato di uscire da tutti i trattati per il controllo degli ordigni nucleari, vecchi e nuovi, cosa che avrebbe riportato il mondo all’era della Guerra Fredda. Biden si trovava a Mosca per offrire delle modifiche al sistema missilistico, trasparenza nelle operazioni e la promessa di non interferire nelle difese strategiche russe.

Il sanguigno Joe scrive: “Non ero sicuro di cosa mi sarei trovato davanti. George W. Bush una volta disse di aver guardato negli occhi di Putin e di aver avuto ‘la sensazione che avesse un’anima’. Volevo vedere con i miei occhi. A parte il trattato nucleare […] il leader russo si era rivelato inaffidabile in ogni altra occasione”.

Quel giorno l’incontro fu lungo e conflittuale. Putin, pur nella sua calma glaciale, non smise mai di discutere. Si lamentò che l’amministrazione Bush gli aveva mentito e lo aveva attaccato pubblicamente per il suo scarso rispetto dei diritti umani. Biden gli spiegò che erano contrari alla sua occupazione di parti della Georgia, e che però gli Stati Uniti non stavano incoraggiando Saakashvili a intraprendere azioni provocatorie. “Lo sento regolarmente al telefono”.

“Oh”, rispose Putin”, “noi sappiamo benissimo cosa dici al telefono a Saakashvili”.

I due non trovarono un accordo, e prima di congedarlo, Putin disse a Biden di guardarsi intorno nell’ufficio. Ricorda il vicepresidente: “I mobili erano sofisticati, notevoli. ‘È bello quello che ti permette di fare il capitalismo, vero?’, gli dissi indicando il soffitto. ‘Magnifico’. Abbassai lo sguardo e mi trovai esattamente di fronte a lui. ‘Signor primo ministro, la sto guardando negli occhi’, gli dissi sorridendo, ‘e non credo che lei abbia un’anima’. Lui mi guardò per un secondo e ricambiò il sorriso. ‘Vedo che ci capiamo benissimo’, disse. Era vero”.

[Foto da https://obamawhitehouse.archives.gov/]

 


×

Iscriviti alla newsletter