Già senatore per la Florida e astronauta, sarebbe Bill Nelson l’uomo scelto da Joe Biden per guidare la Nasa negli anni entusiasmanti di Artemis, il programma per tornare sulla Luna. Da senatore è stato forte sostenitore del programma SLS che, nonostante i ritardi, si appresta al suo primo volo. Alla nomina mancherebbe solo l’ufficialità, forse in arrivo già oggi
La stampa d’oltreoceano rilancia con insistenza la figura di Bill Nelson come prossimo amministratore della Nasa. La nomina da parte di Joe Biden potrebbe arrivare oggi, ma c’è ancora chi spera in un profilo femminile. Se confermato dal Senato, Nelson sarebbe il secondo capo della Nasa consecutivo a provenire dai seggi del Congresso dopo Jim Bridenstine (fedelissimo di Donald Trump) e darebbe alla Nasa un leader con stretti legami con lo Studio ovale. Nelson è stato un sostenitore-chiave di Biden durante la lunga campagna presidenziale e può vantare un rapporto personale di lungo corso con il presidente.
UN DEMOCRATICO DALLA FLORIDA
Bill Nelson, 78 anni, democratico della Florida, ha volato nello Space shuttle nel 1986 e ha supervisionato i programmi spaziali della Nasa mentre era al Congresso. Oltre a essere un esperto, ha continuato negli anni a essere entusiasta sostenitore dello sviluppo spaziale e della Nasa, un’agenzia che ha a più volte dichiarato di aver “a lungo amato”. Come ricostruisce il Washington Post, Nelson è anche un adamantino sostenitore della necessità di investire nello spazio, una rarità tra i membri del Congresso, anche a causa del profondo legame della Nasa con la Florida, lo stato di provenienza. Il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida appunto, è da lungo tempo un’importante fonte di posti di lavoro, anche grazie all’enorme indotto della Nasa e alle grandi folle che per anni si sono riversate nello stato per assistere ai lanci, in un vero e proprio turismo spaziale “ante litteram”.
IL SUO LEGAME CON LO SPAZIO
Nel 1986, mentre la Nasa si apprestava a far volare dei civili nello Space shuttle, prima un insegnante, poi un giornalista, Nelson, allora membro della Camera dei Rappresentanti, riuscì a unirsi al primo all’equipaggio. Tra loro c’era Charlie Bolden, che Nelson ha poi sostenuto nella posizione di amministratore della Nasa durante l’amministrazione Barack Obama. Una volta arrivato al Senato, Nelson è stato un convinto sostenitore del programma “Space launch system” (Sls), il travagliato razzo heavy-lift voluto dal Congresso dopo la cancellazione del precedente programma Constellation da parte dell’amministrazione Obama, rivelatosi molto al di sopra del budget e soprattutto decisamente in ritardo sulla tabella di marcia rispetto alle ambizioni lunari. Il primo volo è attesa quest’anno, anche grazie all’accelerazione impressa dal programma Artemis.
LE PRIME CRITICHE
Erano in molti nello Spazio a stelle e strisce ad auspicare un vertice donna per la Nasa. Non mancano poi critiche sull’ormai imminente scelta di Nelson. Tramite il WP, Lori Garver, vice amministratore della Nasa con il presidente Obama, ha detto che la scelta di Nelson sarebbe “una svolta ironica degli eventi, considerando che nel 2009 ha bloccato i principali candidati del presidente Obama per la stessa posizione e ha poi guidato lo sforzo del Congresso che ha smantellato la strategia di Obama-Biden e il bilancio proposto, ha creato lo Space launch system, ripristinato Orion e tagliato i fondi per la tecnologia e l’equipaggio commerciale”. La stessa Garver ha convenuto che Nelson “ha avuto più influenza sulla Nasa di chiunque altro nella storia recente, ha molta esperienza e dovrebbe essere in grado di «hit the ground running»”.