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Cara Ue (e caro Draghi), o Biden o Putin. Parla l’amb. Vershbow

Conversazione con Alexander Vershbow, già vicesegretario generale della Nato e ambasciatore degli Usa a Mosca. Alla ministeriale Nato un messaggio da Biden: l’Ue e l’Italia devono spazzare ogni ambiguità sulla Russia di Putin, North Stream a rischio. Sputnik? Aspettiamo l’Ema, stop alla propaganda russa

C’è una sola strada che porta al riavvicinamento degli Stati Uniti alla Nato e agli alleati europei. E questa passa da una più coerente politica transatlantica nei confronti del primo rivale sistemico dell’alleanza, la Russia di Vladimir Putin. Parola di Alexander Vershbow, diplomatico di lungo corso, già ambasciatore americano a Mosca e Seul e vicesegretario generale della Nato. Durante il vertice a Bruxelles, dice a Formiche.net, l’America di Joe Biden ha messo in chiaro che “non c’è spazio per le mezze misure”.

Che bilancio fare della ministeriale Nato?

Il vertice ha confermato l’impegno dell’amministrazione Biden a lavorare con gli alleati. Niente più America First. Oggi l’America parla con i suoi partner europei, li ascolta, senza bacchettarli di continuo.

Anche se rimangono le distanze su tanti dossier.

Ovviamente c’è molto lavoro da fare. Cina e Russia sono competitori strategici e rivali sistemici. È necessario individuare con grande cautela gli ambiti in cui si può cooperare.

Con la Russia Biden ha scelto il pugno duro. Può diventare il pomo della discordia con gli alleati europei?

Biden sarà molto più duro del predecessore. Le interferenze nelle elezioni, le taglie sulle nostre truppe in Afghanistan, l’attacco cyber contro SolarWinds, il caso Navalny, sono molte le mine che Trump non ha voluto disinnescare. La difesa non è più sufficiente, serve anche la deterrenza. E una strategia transatlantica per le sanzioni e la cybersicurezza.

Le sanzioni americane sono in arrivo per il gasdotto russo North Stream II. La Germania è a un bivio?

Il governo americano ha dato tempo e modo ai tedeschi di trovare una soluzione di compromesso, a Washington DC Biden è stato perfino criticato per essersi mosso troppo lentamente. Sanno che buona parte dei Paesi europei considera il gasdotto un progetto politico.

Qual è il compromesso possibile?

Fermare i lavori per la costruzione del gasdotto, subito. Soppesare attentamente i rischi geopolitici per l’Europa e l’Ucraina. Così, forse, si potranno evitare le sanzioni. Ma il tempo corre e la pressione del Congresso proseguirà.

Le sanzioni secondarie sono prese ad esempio dalla Commissione Ue e da alcuni leader europei per promuovere una nuova autonomia strategica europea.

L’autonomia strategica è un concetto controverso, non solo negli Stati Uniti. Paesi europei, come la Germania, la Polonia e gli Stati dell’Est, sono preoccupati dall’interpretazione che ne ha dato la Francia, temono sia un modo per dividere la Nato. Io penso che la soluzione migliore sia mettere da parte le teorie e le teologie, e lavorare a una soluzione concreta. L’Ue inizi dal rifinanziamento di progetti avviati come la Pesco o il Fondo europeo per la Difesa.

L’Italia di Mario Draghi non ha ancora chiarito fino in fondo il corso che vuole dare ai rapporti con Mosca. L’impressione è che il pragmatismo abbia la meglio. A Washington cosa ne pensano?

Spero che l’Italia capisca che una posizione severa e soprattutto coerente aumenta le possibilità di migliorare i rapporti con la Russia piuttosto che una linea troppo flessibile. L’amministrazione Biden ha indicato una via possibile. Coopera su singoli dossier, come il controllo delle armi o la Corea del Nord, ma non ha intenzione di fare sconti a Putin sui diritti umani e il diritto internazionale.

Un’altra partita, quella per i vaccini, rischia di avere importanti ripercussioni sulla coesione euro-atlantica. Come dovrebbero muoversi l’Europa e l’Italia nei confronti del vaccino russo Sputnik V?

Credo che su Sputnik ci sia una inopportuna propaganda in entrambe le direzioni. Dalle evidenze a disposizione il vaccino è efficace, non abbiamo ancora tutti i dati necessari ma speriamo che si arrivi presto a un quadro completo. Nel frattempo la Russia dovrebbe smettere di fare propaganda contro Pfizer e Moderna. La Nato da parte sua dovrebbe prendere esempio dai Paesi Quad e, una volta superata l’emergenza in Europa, studiare una strategia per la distribuzione dei vaccini nel mondo in via di sviluppo.

A Bruxelles Blinken ha incontrato l’omologo turco Cavusoglu. Nella nota del Dipartimento di Stato, il segretario Usa sottolinea “la democrazia” e “i diritti umani”. La musica sta cambiando?

Non c’è dubbio, sono aspetti cui questa amministrazione non sarà indifferente. La Turchia è ancora un valido alleato della Nato e al suo interno ricopre un ruolo strategico. Dobbiamo tenerla vicina, ma anche chiederle conto delle sue scelte. Non esiste uno scenario in cui gli F-35 possano coesistere con i missili russi S-400. Ankara deve fare il primo passo.

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