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Casalino, i cancri nel Pd, e il suo essere (tuttora) il Rasputin di Conte

Bufera nel Pd per le parole di Rocco Casalino, ci sono “cancri da estirpare” nel partito alleato del M5S. Dagli ex renziani di Base Riformista a Fiano, Sensi e Marcucci, repliche infuocate contro il portavoce di Giuseppe Conte. E tutti si chiedono: parla ancora a nome dell’ex premier? (Lui dice di sì)

Rieccolo. Rocco Casalino è tornato, in stile Rocco. Un’ospitata in radio, una frase di troppo, più pesante del solito, anzi proprio fuori da qualsiasi logica, e il gioco è fatto. “Nel Pd ci sono persone straordinarie come Nicola Zingaretti e Dario Franceschini, ma ci sono dei cancri che vanno estirpati” ha detto il portavoce dell’ex premier Giuseppe Conte durante la trasmissione “Oggi è un altro giorno” su Radio 1.

Apriti cielo. Nel Pd scoppia la bufera, specie da chi per primo si sente chiamato in causa dall’infelice metafora oncologica. Cioè gli ex “renziani” di Base Riformista, corrente che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti che negli ultimi giorni ha avuto qualche dissapore con il segretario dimissionario.

Ecco allora il deputato Enrico Borghi tuonare: “Professor Giuseppe Conte, il suo portavoce ha appena definito molti parlamentari Pd che l’hanno sostenuta ‘cancri da estirpare’. È ancora il suo portavoce? Nel caso, rappresenta il suo pensiero?! In caso contrario, attendiamo dissociazione”.

Dunque prende la parola Andrea Romano: “L’Amm Delegato Rai e il Direttore di Rai1 ne dovranno rispondere in #Vigilanza #orabasta”, cinguetta. Si accoda un altro critico dell’alleanza giallorosa, Matteo Orfini: “Direi che possiamo considerare questa garbata esternazione la chiusura di una stagione piuttosto infelice”.

Da un ex portavoce (di Renzi) all’altro, Filippo Sensi, il “Nomfup” di Twitter, interviene nella bagarre e si chiede se Casalino sia ancora, davvero, un “ex” di Conte. “Non sarò io a fare interrogazioni, a chiedere dimissioni o prese di distanza, ma un minimo di rispetto sì”.

Un dubbio che coglie anche chi è considerato il riferimento degli ex renziani al Nazareno, il capogruppo al Senato Andrea Marcucci: “Vorrei capire se esprime sue opinioni personali o se parla a nome del M5s o a nome del professor Conte?”. Un cruccio lecito, cui Casalino ha già dato una (parziale) risposta ospite a PiazzaPulita. “Sono già in campagna elettorale, sto lavorando a come far tornare Conte a Chigi”. A conferma che, anche fuori dal palazzo, la collaborazione continua.

Non è la prima volta che una frase sui “renziani” nel Pd trasforma il Pd in un vespaio. Solo due settimane fa un like del responsabile organizzazione Stefano Vaccari a un tweet dell’ex dem Luca Di Bartolomei che parlava di “qualche metastasi renziana” ha innescato il putiferio.

“Casalino si scusi!” ruggisce oggi Giuseppe Provenzano, ex ministro per il Sud e nome in lizza per la prossima segreteria.

Lui, Casalino, si scusa, come al solito. “Mi sono già scusato in diretta per la mia frase che è stata oggettivamente infelice, soprattutto per l’espressione usata”. Ma la frittata è fatta e c’è chi già vuole andare a bussare alla vigilanza Rai per chiedere conto della “fatwa” contro i renziani lanciata sul Servizio Pubblico. Fatta eccezione per il Pd in gran subbuglio, vige un silenzio monacale fra le altre forze politiche.


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