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Così la Russia scavalca l’Ema e pubblicizza Sputnik in Italia

L’ambasciata russa in Italia pubblica un video dove pubblicizza il vaccino di Mosca, pur non essendo né approvato né prodotto nel nostro Paese, alimentando un dibattito che trascende la dimensione sanitaria e che gioca sulle tensioni interne all’Europa

La Russia sta muovendo i pedoni nel gioco della diplomazia dei vaccini. Martedì il profilo Twitter dell’ambasciata russa in Italia ha pubblicato un video promozionale per pubblicizzare il proprio farmaco, “il primo vaccino Covid-19 registrato”, in commercio sotto il simbolico nome di Sputnik V per richiamare gli storici progressi scientifici di Mosca.

A fine video il fruitore è invitato mediante link ad andare sul sito ufficiale del vaccino, pieno di statistiche, aggiornamenti sui Paesi che lo hanno approvato per la propria campagna vaccinale e perfino pulsanti per seguire la campagna Sputnik V sui social media.

Il tempismo non è casuale. La questione sta infiammando il discorso pubblico italiano, complici i ritardi europei nella consegna dei vaccini occidentali e l’acquisto di dosi di Sputnik in Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Austria e addirittura San Marino, Paesi disposti a scommettere sulle fiale russe anche senza l’approvazione dell’EMA.

L’agenzia europea del farmaco ha ricevuto solo la settimana scorsa la richiesta di condurre i test su Sputnik necessari per la sua approvazione. Oggi l’EMA ha voluto mettere in guardia i fan del vaccino, suggerendo di non produrlo e distribuirlo fino al suo via libera. Mancano documenti e dati sulle persone vaccinate, e potrebbero volerci mesi.

Ciononostante, la schiera di coloro che tifano per un’autorizzazione straordinaria del governo è nutrita e include gran parte del centrodestra. Il ministro della salute Roberto Speranza è aperto all’idea come alternativa all’approvazione EMA, e l’istituto Spallanzani di Roma si è detto pronto a produrre il vaccino in loco la scorsa settimana.

“Intanto Mosca prosegue nella promozione di Sputnik V presso le aziende del settore italiane,” scrivevamo oggi su Formiche. “Al termine di una serie di incontri promossi dalla Camera di Commercio Italo-russa l’impresa italiana associata Adienne Srl, parte della multinazionale Adienne Pharma&Biotech, ha promosso un accordo per la produzione in loco del vaccino”.

Oltre alla dimensione sanitaria, però, vi è quella geopolitica. La diplomazia del vaccino del Cremlino è annoverabile tra le tante e documentatissime operazioni di guerra ibrida. Non è la prima volta che succede in Italia: secondo un rapporto del Copasir nel maggio 2020 la Russia ha sfruttato la prima ondata di coronavirus per disseminare contenuti “discutibili” e teorie complottiste, con il fine di creare sfiducia nella democrazia e nel sistema sanitario e per glorificare la propria immagine internazionale.

Non mancano nemmeno le bufale sui vaccini occidentali pubblicate da testate riconducibili ai servizi russi, altra tattica di guerra ibrida affiancata dal Cremlino alla campagna promozionale di Sputnik V per svantaggiare i vaccini “rivali” ed avvalorare la propria diplomazia del vaccino.

Difficile, dunque, non sospettare che anche quest’ultimo video sia l’equivalente mediatico di gettare benzina sul fuoco. Il video condiviso dall’ambasciata russa, che spiega in maniera accattivante come funziona e quanto è sicuro il vaccino, pare fatto apposta per fare breccia nel feed degli utenti ed essere condiviso anche tra i più scettici.

Per rimanere nella metafora, le braci di questo particolare focolare sono le tensioni tra i singoli Paesi europei, disperatamente bisognosi di dosi di vaccino, e le autorità europee, che finora hanno voluto garantire forniture di vaccino ultratestate e a prezzi ragionevoli anche a scapito della velocità di approvazione e distribuzione.

I leader europei tendenti al sovranismo, tra cui Matteo Salvini, spingono per agire indipendentemente dall’Ue e procacciarsi i vaccini autonomamente. Per la Russia questa è un’opportunità impagabile per esacerbare le tensioni tra paesi membri e Bruxelles. Il Cremlino può minare la fiducia nel funzionamento dell’Unione e proporre il proprio modello come alternativa più efficace.

A differenza di Washington, che offrirà il vaccino a tutti gli statunitensi prima di renderlo disponibile per il resto del mondo, Mosca può permettersi di esportare vaccini a più non posso perché non deve renderne conto ai propri cittadini non vaccinati. Gli americani sono consapevoli di essere perciò in svantaggio rispetto ai regimi di Russia e Cina per quanto riguarda la diplomazia del vaccino.

Finora il siero russo non è stato approvato da enti ufficiali occidentali, né la Russia si è resa disponibile a condividere i dati necessari. Tuttavia, studi indipendenti hanno riscontrato il valore di Sputnik V.



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