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Satelliti sempre più precisi. Thales Alenia Space al lavoro su Galileo

Contratto siglato per la seconda generazione di Galileo, il sistema europeo di navigazione satellitare. Thales Alenia Space realizzerà sei satelliti per 772 milioni di euro. Resterebbe invece bloccato l’iter per i sei satelliti di Airbus Defence and Space sul ricorso della tedesca OHB (che ha perso la gara). Il commento di Marcello Spagnulo

Vale 772 milioni di euro il contratto assegnato a Thales Alenia Space per la realizzazione di sei satelliti della seconda generazione di Galileo, più precisa, robusta ed efficace della prima. È il sistema europeo di navigazione satellitare, operativo dal 2016, già capace di offrire un’accuratezza di 10 centimetri nel posizionamento, precisione mai raggiunta prima, superiore tanto al Gps americano quanto al Glonass russo.

IL CONTRATTO

Il nuovo contratto è stato siglato dall’Esa “in nome e per contro dell’Unione europea rappresentata dalla Commissione europea”, intestataria del progetto di navigazione e puntamento satellitare, in un rapporto tra le due organizzazioni destinato a consolidarsi ulteriormente in questo modo (qui un focus sulla riforma della governance). Riguarda i primi sei satelliti della seconda generazione di Galileo, da mettere in orbita entro la fine del 2024. Rispetto ai satelliti dell’attuale costellazione (24 in orbita, più sei di scorta), la seconda generazione sarà più performante, tra antenne digitalmente configurabili, collegamenti inter-satelliti, sistemi di propulsione completamente elettrici. Tutto questo si tradurrà in maggiore precisione, robustezza e resilienza del segnale, per un’infrastruttura pensata per 15 anni di vita operativa. “Beneficerà dell’eredità straordinaria dell’azienda nelle costellazioni e del suo forte know-how di lunga data nelle soluzioni per la navigazione, in particolare con Galileo ed Egnos”, ha spiegato Hervé Derrey, ceo di Thales Alenia Space.

IL RUOLO DI THALES ALENIA SPACE…

“Più robusti, più affidabili e cyber-protetti, i satelliti Galileo di seconda generazione offriranno agli utenti una maggiore disponibilità del servizio”, ha aggiunto Massimo Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, prima contraente della commessa. La joint venture, ha rimarcato il manager, “è in grado di raggiungere gli obiettivi di questo sfidante programma grazie alle sue capacità in termini di progettazione, utilizzo delle tecnologie digitali e tecnologie up-stream all’avanguardia provenienti dai nostri centri di competenza in Italia, Francia, Spagna e Belgio, nonché grazie alla pluriennale esperienza e agli asset di assemblaggio, integrazione e test delle costellazioni di satelliti presenti nel nostro stabilimento di Roma”.

…E LE PAROLE DI PROFUMO

“Siamo orgogliosi del ruolo di rilievo che avrà Thales Alenia Space, valorizzando le competenze della componente italiana nelle costellazioni”, ha commentato Alessandro Profumo, ad di Leonardo. “Con questo successo, raggiunto anche grazie al supporto delle istituzioni nazionali, la Space Alliance si afferma come leader su tutta la filiera (segmento di bordo, di terra e operations) del sistema Galileo; si tratta di un’ulteriore dimostrazione di come Leonardo e le sue aziende contribuiscano a sostenere l’indipendenza strategica dell’Europa”. Anche perché, ha aggiunto Profumo, “spazio, digitale e cyber security, intelligenza artificiale e cloud sono solo alcuni degli ambiti che vedranno Leonardo sempre più impegnata con l’obiettivo di produrre benefici concreti per i cittadini e per la competitività dell’Europa”.

L’URGENZA

A gennaio, nel corso della European Space Conference, il commissario al Mercato interno dell’Ue, il francese Thierry Breton, aveva annunciato l’anticipo della data di lancio della seconda generazione di Galileo è stata anticipata. Come confermato dal contratto, avverrà nel 2024, così da “evitare che l’infrastruttura diventi rapidamente obsoleta”, spiegava il commissario che ha competenza sul programma spaziale dell’Ue. D’altra parte, aggiungeva, “non c’è tempo da perdere sulle tecnologie del passato, poiché abbiamo bisogno di proiettare l’Europa sulle prossime sfide tecnologiche”. Ciò potrebbe comportare “più rischi”, ma “questa è la nuova realtà dell’economia spaziale”. La seconda generazione di Galileo, concludeva, “avrà capacità notevolmente migliorate, in particolare nel campo della navigazione protetta e della resilienza contro le minacce emergenti”.

IL RICORSO DI OHB

Il contratto con Thales Alenia Space è stato firmato nei giorni scorsi. Secondo quanto riportava Le Tribune la scorsa settimana, sarebbe accaduto tra il 26 e il 27 febbraio, in concomitanza con la revoca da parte della Corte di giustizia europea sulla sua ingiunzione di blocco, emessa a inizio febbraio. Sulla seconda generazione di Galileo, difatti, i media riportavano contratti assegnati per 1,47 milioni di euro, per dodici satelliti, divisi tra Thales Alenia Space e Airbus Defence and Space. Poi però è arrivato il ricorso della tedesca OHB Systems, spiegato su queste colonne dall’esperto Marcello Spagnulo, tradottosi nell’ingiunzione di blocco della Corte di giustizia dell’Ue. Lunedì, il sito specializzato SpaceIntelReport ha riportato la revoca dell’ingiunzione sul contratto relativo a Thales Alenia Space (ora effettivamente siglato), ma il “congelamento” di quello per Airbus Defence and Space.

IL COMMENTO

La tedesca OHB “aveva perso la gara per i dodici satelliti”, ricorda Spagnulo. “ Le accuse dell’azienda di Brema, che avevano portato alla sospensione decisa dalla Corte di giustizia, sono comunque gravi; secondo i dirigenti della OHB, Airbus e Thales Alenia Space avrebbero avuto in maniera illegale informazioni riservate sull’offerta concorrente attraverso suoi ex-dipendenti con i quali sussistono tuttora azioni legali”. Il rapido sblocco fuga ora i dubbi, quanto meno per la joint venture franco-italiana. Anche perché, nota ancora Spagnulo, “l’ufficio del pubblico ministero di Monaco di Baviera, anch’esso destinatario del ricorso di OHB, avrebbe archiviato per mancanza di prove l’azione penale”. Probabile un appello della tedesca, in linea con “azioni di guerra commerciale che non sono certo nuove”.

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