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Il vaffa di Salvini a Ue e Biden. La Lega russa e vuole Sputnik (subito)

Una mozione del gruppo leghista alla Camera chiede al governo (cioè a Giorgetti) di procedere con il vaccino russo Sputnik V anche senza l’approvazione dell’Ema. L’Ungheria di Orban citata come modello. Così il Carroccio vuole scavalcare l’Ue e lancia un assist alla propaganda di Mosca

Hic et nunc. La Lega vuole il vaccino russo Sputnik V, con o senza l’approvazione dell’Ema. È questa la richiesta del gruppo dei deputati leghisti contenuta in una mozione sui vaccini presentata mercoledì mattina.

“È necessaria un’accelerazione sul fronte del vaccino russo Sputnik V, utilizzato in oltre 50 Paesi al mondo, promuovendone il rapido esame da parte dell’Agenzia europea dei medicinali”, si legge nella mozione di cui è primo firmatario il deputato del Carroccio Massimiliano Panizzut. “In caso di inerzia” i leghisti chiedono di verificare “la possibilità di una sua valutazione e utilizzo a livello nazionale, sulla scia di quanto fatto da altri Paesi europei”.

Ovvero di procedere alla produzione e alla distribuzione del farmaco sviluppato dall’Istituto Gamaleya e dal ministero della Difesa russo anche qualora non dovesse arrivare un semaforo verde da Amsterdam. “Lo scenario e le complicazioni registrate in questi primi mesi della campagna vaccinale rendono evidente la necessità di un approccio più risoluto e pragmatico da parte dell’Unione europea”, scrivono i firmatari, impegnando il governo ad “adottare ogni iniziativa utile al fine di sostenere la produzione di vaccini anti-Covid in Italia”.

Ad oggi si contano su una mano gli “altri Paesi europei” che hanno dato il via libera a Sputnik V senza attendere il responso dell’Ema. Con alcuni di questi il segretario della Lega Matteo Salvini si è sentito nelle scorse settimane per un confronto sulla strategia dei vaccini. È il caso di Viktor Orban, premier ungherese che ha ordinato a Budapest 100.000 fiale del vaccino di Mosca. Procedere con la produzione di un vaccino non autorizzato, hanno chiarito i vertici dell’Ema, può esporre il Paese a sanzioni comunitarie, “è una roulette russa”, ha detto a inizio marzo la presidente del board Christa Wirthumer-Hoche. Il prossimo 10 aprile gli esperti dell’Ema si recheranno a Mosca per valutare un possibile via libera per lo Sputnik V.

Sulla linea della prudenza si schiera il governo Draghi: come è stato già fatto per AstraZeneca, non si potrà distribuire il vaccino russo senza l’approvazione dell’agenzia Ue. Lo ha ribadito a più riprese il ministro dello Sviluppo Economico e vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti durante i suoi incontri al Mise con i vertici di Farmindustria e dell’Aifa, così come con il commissario Ue al Mercato Interno Thierry Breton e, venerdì, il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. Con il titolare di Palazzo Bercy, a quanto risulta a Formiche.net, Giorgetti avrebbe piuttosto discusso di una possibile accelerazione sui vaccini italiano e francese Reithera e Sanofi, che potrebbero ricevere in tempi più rapidi l’ok dell’Ema rispetto a Sputnik V.

Negli ultimi giorni è aumentato il pressing diplomatico di Mosca sul vaccino russo. Questo martedì una tavola rotonda organizzata dall’agenzia stampa governativa russa Tass ha riunito personalità del mondo istituzionale e scientifico italiano, dall’assessore alla Sanità della regione Lazio Alessio D’Amato al sottosegretario di Stato alla Salute Pierpaolo Sileri, per discutere dell’intesa raggiunta fra l’Istituto Gamaleya e lo Spallanzani di Roma.

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