Skip to main content

Italia-Asean. Se Roma guarda a Est con gli occhi dell’associazione di Letta

Per molto tempo la regione dell’Asean non è stata un’area di interesse per la politica estera italiana, ma grazie anche all’Associazione fondata da Enrico Letta, Roma ha ritrovato interessi e spazi in un’area cruciale del mondo, spiega il direttore Bordonaro

“L’obiettivo è creare connessioni per l’Italia in una regione grande e attivissima: è una visione che si approfondisce su radici storiche, l’interconnessione Euro-Afro-Asiatica, qualcosa che costituisce una proiezione geopolitica forte”, Valerio Bordonaro dà un’idea chiarissima del ruolo dell’associazione di cui è direttore, l’Associazione Italia-Asean.

Nata nel 2015 per quella che lui definisce “un’intuizione” di Enrico Letta (già presidente del Consiglio, dean della Paris School of International Affairs di Sciences Po a Parigi, ora tornato a Roma per rispondere alla richiesta di aiuto del Partito democratico). L’associazione è crescita esponenzialmente in questi sei anni, facilitando l’inserimento dell’Italia nella regione.

Un’area che non era stata un territorio di attento interessamento per politica estera di Roma (proiettata sul pensiero eurocentrico, sul Mediterraneo e sulle dinamiche della Guerra Fredda, sul Sudamerica ricco di italiani). L’Asean, acronimo inglese di Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, è un’organizzazione politica, economica e culturale di nazioni situate in quella regione di mondo.

Racchiusa in un triangolo i cui estremi sono Cina, India e Australia, vi vivono 650 milioni di persone; dall’inizio degli anni Dieci corre con un tasso di crescita medio del 5 per cento; raccoglie eccellenze come Singapore, paesi in grande sviluppo come la Malesia, o altri come Indonesia, Filippine e Vietnam destinate a diventare potenze demografiche.

“E l’Italia non aveva interesse specifico se non quello commerciale con la Cina”, aggiunge Bordonaro: “I nostri radar sul quadrante erano per lo più  spenti, poco presidio in una zona in cui invece altri paesi europei come Francia, Germania, Regno Unito sono più che presenti. E con il pubblico che non poteva fare tutto da solo, e il privato che aveva bisogno di supporto, l’Associazione ha iniziato a essere l’interlocutore per la spinta del sistema-paese. Un’ottica che è riassunta nel grande successo dell’evento che siamo riusciti a organizzare ad Hanoi a giugno 2019”.

Erano i tempi del Conte-1, l’Associazione Italia-Asean tutti gli anni organizza il Dialogo di alto livello sulle relazioni economiche, e quello nella capitale vietnamita fu il più partecipato di sempre. Nella regione si muovono i colossi italiani, Eni, Enel, Intesa, Fincantieri, Saipem per dirne alcuni, per non parlare delle migliaia di altre realtà più piccole e non per questo meno attive ed efficienti. Anche attraverso il lavoro dell’Associazione, l’Italia è riuscita a diventare “development partner” dell’Asean, ossia facendo salire di livello le proprie interconnessioni.

Bordonaro racconta che da quando nel 2019 si è creata la figura del segretario generale, ruolo occupato dall’ex europarlamentare Pd Alessia Mosca, l’organizzazione è diventa “più agile e dinamica”. Mosca – politica e accademica, ricercatrice dell’Agenzia di ricerca e legislazione (AREL) fondata da Nino Andreatta (padre nobile del Letta politico), dal 2017 Adjunct professor a SciencesPo (tiene un corso sul Commercio internazionale Ue) – ai tempi dell’esperienza all’Europarlamento aveva lavorato con il gruppo dei socialisti sui temi del commercio internazionale e discusso gli accordi di Bruxelles con Singapore e Vietnam.

”L’ingresso di Alessia Mosca è stato un passaggio significativo – spiega Bordonaro – perché operazione generale di Italia-Asean è iniziata a diventare di stampo europeo. Siamo diventati un’organizzazione con un respiro europeo. E questo ci ha permesso di aumentare gli strumenti per creare relazioni: a lavorare sulla cooperazione scientifica nel senso di University Diplomacy, nella City Diplomacy, e sui temi della Diversity Leadership e dell’Economia circolare”.

L’Associazioni Italia-Asean sta per esempio supportando il comune di Milano nell’allargamento di un grande patto tra città che si scambiano best-practice su politiche alimentari, rendendo il capoluogo lombardo il motore per ingresso di città della regione sudest asiatica nel gruppo. Ma sta anche lavorando alla definizione di un progetto “Erasmus Plus” tra Eu e Asean, pensato nell’ottica della firma dell’accordo strategico tra Bruxelles e Asean. Il Padiglione Italia all’Expo di Dubai ospiterà delle attività dedicate al “ASEAN Week”: ossia, attraverso un MoU tra l’associazione e la Farnesina, l’Italia farà da cornice per una serie di incontri internazionali che guarderanno proprio a quella regione.

Per fare un’altra fotografia rapida di quanto il quadrate sia importante: l’Asean è inserita geograficamente nel contesto articolato dell’Indo-Pacifico, teatro diretto del confronto Usa-Cina. In questi giorni, durante la prima riunione del sistema Quad (il sistema di dialogo tra India, Australia, Giappone) è uscita la decisione monstre di produrre un miliardo di fiale di vaccino da distribuire nella regione. Un’altra potenziale svolta nel combattere la pandemia.

O ancora, l’Unione europea ha diffuso in queste ore la propria visione sull’Indo-Pacifico, regione globale in cui Germania, Francia e Regno Unito sono già piuttosto attive sotto vari fronti (anche con una presenza militare). Dimostrazione di come quella sia anche una dimensione di snodo delle nuove relazioni transatlantiche. E su tutto, il tema Cina chiaramente fa da elefante nella stanza.

”Parlando a titolo di visione personale e non per conto dell’Associazione, credo che sia fondamentale avere un rapporto con l’Asean per l’Italia e per l’Europa, perché questo dialogo continuo è l’alternativa a quel modo molto muscolare di condurre le relazioni internazionali che ha Pechino”, spiega Bordonaro, che aggiunge: “C’è poi una dimensione di livello ancora superiore: l’unico modo che l’Europa ha per non rimanere schiacciata nel gioco da giganti Usa contro Cina è proprio quella di costruirsi uno spazio proprio, catalizzando le connessioni per creare un blocco di medie potenze”.


×

Iscriviti alla newsletter