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Più Difesa tra Italia e Germania. L’incontro tra Guerini e Akk

Afghanistan, Libia e Iraq. Ma anche rapporti industriali, Difesa europea e Nato. Ecco cosa si sono detti Lorenzo Guerini e Annegret Kramp-Karrenbauer nel vertice a Berlino. Emergono nuovi spazi per aumentare la collaborazione bilaterale

Più collaborazione bilaterale per avere più Difesa europea e rafforzare così l’Alleanza Atlantica. È la linea strategica tra Italia e Germania che emerge dall’incontro odierno a Berlino tra il ministro Lorenzo Guerini e la collega Annegret Kramp-Karrenbauer, a poche settimane dalla riunione con gli omologhi Nato e a un anno dal colloquio telefonico che gettò le basi per la cooperazione sul fronte della lotta al Covid-19.

L’INCONTRO

L’Italia è “un partner importante” per la Germania, “specialmente con riguardo alla sfide al sud dell’Europa”, ha spiegato la ministra tedesca. La collaborazione, ha aggiunto, è “stretta e positiva nella politica della difesa, che si tratti della bussola strategica (dell’Ue), della Nato, delle operazioni in Afghanistan, nel Sahel, in Iraq e della Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil)”.

TRA DIFESA EUROPEA…

In Europa, Germania e Italia restano tra i principali sponsor dell’integrazione sul fronte della Difesa. A fine maggio, insieme alle colleghe di Francia e Spagna, i due ministri scrivevano una lettera all’Alto rappresentante dell’Ue e agli altri Paesi membri per chiedere un’accelerazione sul tema, poi confluita in un budget da 7,9 miliardi di euro per il fondo Edf (2021-2027). “L’Italia – ha ribadito oggi Guerini – contribuirà al processo di integrazione della Difesa europea, che non può prescindere da una crescente e costruttiva cooperazione tra le forze armate italiane e tedesche e tra le rispettive industrie della Difesa”.

LA COOPERAZIONE INDUSTRIALE

In altre parole, l’Italia punta a rilanciare la cooperazione con la Germania in sede europea, con l’opportunità di incunearsi nell’asse franco-tedesco, alle prese con più di qualche difficoltà (qui il focus). Sul fronte industriale i temi sono molteplici. Tra i più spinosi ci sono l’adesione a due progetti differenti per il velivolo di sesta generazione (pur guardando all’ipotesi di convergenze), e il programma franco-tedesco (per ora chiuso ad altri Stati) per il futuro carro armato europeo. Sul fronte delle collaborazioni si sono registrate, negli ultimi mesi, l’ipotesi tedesca per Fincantieri (con trattative con Thyssenkrupp per i sommergibili), e nelle ultime settimane la proposta di Rheinmetall Italia per un polo congiunto volto alla collaborazione nel settore degli armamenti terrestri, con la sostituzione dei veicoli Dardo dell’Esercito nel mirino. Seguono i molteplici progetti a carattere europeo, tra i programmi multilaterali (come l’EuroDrone), quelli Pesco, e quelli finanziati con i primi fondi Edidp e Padr, in attesa che l’Edf parta a tutti gli effetti.

…E NATO

Alla base della collaborazione bilaterale c’è una visione strategica convergente (diversa rispetto a quella promossa da Parigi), che prevede la Difesa comune come rafforzamento del pilastro europeo dell’alleanza transatlantica. Sono sovrapponibili le definizioni che, negli ultimi mesi, Akk e Guerini hanno offerto sul tema della “autonomia strategica europea”, intesa non come indipendenza dall’alleato d’oltreoceano, quanto come un rinvigorimento dei rapporti complessivi nel quadro euro-atlantico. Il ministro italiano ha oggi sottolineato che “Italia e Germania sono accomunati dall’appartenenza all’Unione e all’Alleanza, e attribuiscono alla relazione transatlantica un ruolo di fondamentale importanza per il futuro di sicurezza e prosperità di tutto il mondo occidentale”. Di più: “L’impegno dei nostri due Paesi nell’ambito delle organizzazioni internazionali e la necessità di affrontare le sfide comuni per la difesa e la sicurezza contribuiranno a determinare sempre nuovi ambiti di collaborazione tra le nostre forze armate”.

IL FUTURO DELL’ALLEANZA

L’ultimo incontro tra i due (seppur virtuale) risale al mese scorso, con la prima riunione ministeriale del 2021 della Nato, debutto per il nuovo capo del Pentagono Lloyd Austin (che tra i suoi primi contatti ha avuto anche Akk e Guerini). Quella riunione, ha ricordato il ministro italiano, “è stata particolarmente importante perché si é concentrata su temi fondamentali per il futuro dell’Alleanza e sulle proposte di Nato2030, sia in termini di adattamento al nuovo contesto strategico internazionale, sia per la nostra partecipazione nelle principali operazioni e missioni”. Su questo i due ministri hanno condiviso “la necessità” che la Nato mantenga “uno sguardo attento” al proprio fianco sud, richiesta che l’Italia porta da anni sui tavoli alleati.

L’AFGHANISTAN…

Su questo la sponda tedesca è rilevante, anche considerando i toni più concilianti tra Washington e Berlino con l’amministrazione guidata da Joe Biden. Il dossier che in tal senso riguarda più direttamente i tre Paesi è l’Afghanistan. Dopo gli Usa, Germania e Italia sono le nazioni più impegnate nella missione Resolute Support, alle prese con una processo di revisione atteso per le prossime settimane. L’attenzione è tutta sui negoziati intra-afghani e sulla nuova proposta dell’amministrazione Usa a talebani e governo di Kabul.

…E LA MISSIONE

Al momento, il ritiro completo americano predisposto da Trump resta fissato all’inizio di maggio, anche se sono diversi i segnali che possa andare diversamente. “Germania e Italia hanno un ruolo centrale in Afghanistan e vogliono continuare ad averlo”, ha spiegato Guerini. “Sul futuro della missione – ha aggiunto – abbiamo ancora una volta ribadito che dovremo decidere insieme, preservando la coesione tra gli alleati”. In ogni caso, “la prosecuzione di questo impegno dovrà tener conto sia dell’apprezzamento delle autorità e del popolo afghano per ciò che abbiamo fatto in questi anni, sia della loro preoccupazione per il rischio di vanificare tutti i progressi fin qui fatti, qualora decidessimo di andare via in assenza di una soddisfacente maturazione del processo politico interno”.

OCCHI ALLA LIBIA

Spazio nell’agenda del bilaterale anche alla Libia, all’indomani del giuramento a Tobruk del governo di Abdulhamid Dabaiba che dovrà traghettare il Paese verso le elezioni del 24 dicembre, come definito nel Foro di dialogo promosso dall’Onu. Germania e Italia, ha detto oggi Guerini, “condividono l’importanza che riveste il processo di stabilizzazione e salutano con soddisfazione l’insediamento del nuovo Governo di unità nazionale: gli auguriamo buon lavoro”. L’Italia rafforzerà “l’attività di cooperazione tecnico-militare”, concentrandosi in particolare su “formazione e dell’addestramento, oltre a garantire il supporto che stiamo fornendo per le attività di sminamento umanitario”. Resta “fondamentale” il ruolo della missione Irini a controllo dell’embargo di armi. L’impegno, al comando dell’ammiraglio Fabio Agostini, è la “manifestazione operativa dell’impegno Ue nel Paese”, ha notato Guerini.

VERSO IL COMANDO IN IRAQ

È arrivata poi la sponda tedesca sulla candidatura italiana a guidare la rafforzata missione Nato in Iraq, da 400 a 5mila unità, come stabilità nell’ultima ministeriale. Si punta a ereditare il ruolo della Coalizione internazionale anti-Isis, abbassando il profilo della presenza Usa. “L’Italia – ha ribadito Guerini in conferenza con Akk – è pronta ad assumere il comando”. L’Iraq, ha rimarcato, è “un Paese di fondamentale importanza per la stabilità del Medio Oriente”, e la recente visita di papa Francesco “riapre la speranza di un processo di pacificazione in una terra martoriata da conflitti interni ed influenze esterne”.

E IL SAHEL?

A chiudere il cerchio c’è il Sahel. “I due ministri – spiega palazzo Baracchini – hanno concordato nel considerare l’area di assoluta priorità strategica per la sicurezza dell’Europa”. L’Italia, ha spiegato Guerini, “ha deciso di dare il suo supporto per contribuire alla stabilizzazione dell’intera regione e per contrastare la minaccia terroristica”. Come previsto nella delibera missioni per il 2020, da pochi giorni sono partiti i primi militari italiani del contingente nazionale che opereranno nella task force Takuba, promossa dalla Francia. “Molto positiva” è definita dalla Difesa italiana l’iniziativa tedesca di integrazione della task force Gazelle, “che potrà fornire l’opportunità di migliorare la capacità di azione e la visibilità dell’Unione europea in Niger”.

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