Il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova a Formiche.net: “Con la Turchia dobbiamo tutti fare i conti: l’equilibrio non è semplice e spero che una rinnovata alleanza politica tra una Ue più coesa e gli Stati Uniti di Biden possano dare sostanza alla politica di Bruxelles nei confronti di Ankara”
Bruxelles-Ankara, parola d’ordine distensione. Il Consiglio Ue apprezza con favore lo stop alle attività di trivellazione turche a Cipro in Grecia, accanto al filo diplomatico che Erdogan vorrebbe provare a riallacciare con Atene e Nicosia, anche per le pressioni tedesche e a stelle e strisce. Ma sullo sfondo del dossier energetico ecco stagliarsi altro: il tema migrazioni, a cinque anni dalla firma dell’accordo tra Ue e Turchia. Nota dolens restano i diritti umani, come ribadito dal sottosegretario agli Esteri, Della Vedova.
QUI BRUXELLES
Un timido pollice in su è stato espresso alla Turchia dall’Ue, vista la concomitanza di partite “comuni” come la gestione dei migranti o la lotta al terrorismo. La stabilità regionale non è stata magicamente ripristinata, ma si tratta di un primo passo volto alla distensione anche se condizionata ad alcuni passaggi, come ha precisato il Presidente della Commissione Ue Ursula von der Layen.
Dal Consiglio europeo di dicembre, è la sua tesi, la Turchia ha mostrato un atteggiamento più costruttivo, comprese le relazioni bilaterali con diversi Stati membri dell’Ue.
“Questi sono passi positivi e graditi su cui dobbiamo sforzarci di costruire – ha detto – tuttavia, sappiamo che questo progresso della riduzione dell’escalation rimane fragile. Insieme all’Alto Rappresentante Borrell, abbiamo preparato una relazione sullo stato delle relazioni politiche, economiche e commerciali, nonché strumenti e opzioni su come procedere”.
Per cui se da un lato Bruxelles intravede passi positivi da parte del governo turco, dall’altro il rischio risiede nel fatto che se il tutto fosse vanificato da altre provocazioni in stile erdoganiano, si tornerebbe rapidamente al punto di partenza: “Se la Turchia non procede in modo costruttivo, se torna ad azioni o sfide unilaterali, soprattutto nel Mediterraneo orientale, sospenderemo le misure di cooperazione”, ha sottolineato von der Leyen.
MIGRANTI
Sui migranti Ankara punta molto, visto il suo ruolo di preziosa cerniera tra Asia e Ue. Sull’accordo preme decisamente Berlino, perché parafrasando le parole della cancalliera Merkel “ha dimostrato il suo valore, ha ridotto l’immigrazione illegale, ha reso più difficile operare per i trafficanti di esseri umani e soprattutto ha aiutato molti, molti rifugiati”. C’è però la forte critica da parte di molte ONG come Intersos, secondo cui nel corso degli anni l’accordo “non ha fatto altro che intrappolare le persone in un’attesa infinita, privandole della dignità umana fondamentale e costringendole a rivivere gli stessi traumi”.
Un portavoce dell’International Rescue Committee, Imogen Sudbury, l’ha definita una “macchia sui diritti umani dell’Unione europea e le persone in cerca di protezione continuano a pagarne il prezzo”.
SCETTICISMO
A Bruxelles c’è anche un fronte scettico nei confronti di Ankara, come si legge nelle parole del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, secondo cui l’Ue rimarrà cauta sul miglioramento delle sue relazioni con la Turchia, che dovrà mantenere la sua recente “posizione più moderata”. Al contempo si auspica che sia possibile migliorare le relazioni con la Turchia, “ma è importante per noi che la Turchia mantenga il suo atteggiamento positivo, un atteggiamento moderato, restiamo cauti e vigili”, aprendo ad una sua visita ad Ankara tra un mese (pandemia permettendo).
Sulla stessa linea il primo ministro belga Alexander de Croo, che ha messo l’accento sul grande tema legato all’immigrazione: “L’allentamento sarà permanente, questo significa che riconosceremo e ricompenseremo gli enormi sforzi compiuti dalla Turchia per ospitare più di 3 milioni di rifugiati. D’altra parte, dovremmo avere tutte le possibilità aperte quando assistiamo a violazioni del diritto internazionale o dei diritti umani, come i diritti delle donne e della comunità LGBTI”.
QUI ANKARA
Per cui se entro giugno la Turchia farà ciò che deve, l’Unione europea è pronta a collaborare in modo graduale per rafforzare la cooperazione in vari settori di interesse comune, per giungere ad un partenariato costruttivo. Il governo turco ha accolto con favore gli sforzi e la retorica dell’Unione europea per promuovere la recente atmosfera positiva tra Bruxelles e Ankara, ma ha respinto le critiche europee alle società turche nel Mediterraneo orientale. Lo ha detto in una nota ufficiale il ministero degli Esteri secondo cui la condizionalità dei passi che l’Unione europea intende intraprendere e il loro rinvio al prossimo vertice europeo di giugno non perderanno slancio positivo, ma di contro aggiunge che è la stessa Ue a violare internazionale legge quando definisce illegali le operazioni turche nel Mediterraneo orientale.
Mercoledì scorso inoltre c’è stato il primo contatto ufficiale tra il ministro degli esteri turco Çavuşoğlu e il Segretario di Sato Usa Blinken in occasione del vertice dei ministri Nato. “Non vedo l’ora di continuare la cooperazione con il nostro alleato della NATO, la Turchia, sull’antiterrorismo, ha twittato Blinken che ha espresso il sostegno americano alla ripresa dei colloqui esplorativi con la Grecia.
DELLA VEDOVA
La Ue e l’Italia hanno espresso preoccupazione e censura politica per la svolta reazionaria ed autoritaria sui diritti umani, la condizione femminile e la libertà politica e dell’informazione ad opera di Erdogan dice a Formiche.net il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.
“Anche l’allontanamento del Governatore della Banca Centrale Turca si inserisce in questo tentativo di Erdogan di recuperare terreno nella opinione pubblica che sempre meno lo segue. Non dobbiamo dare ai cittadini turchi che vedono nell’Europa un alleato sulla democrazia e lo stato di diritto l’impressione di essere lasciati soli. Erdogan sa usare la sua influenza geopolitica nel Mediterraneo e la questione dei rifugiati come armi negoziali, questo è evidente, come è evidente che con la Turchia dobbiamo tutti fare i conti: l’equilibrio non è semplice – aggiunge – e spero che una rinnovata alleanza politica tra una Ue più coesa e gli Stati Uniti di Biden possano dare sostanza alla politica di Bruxelles nei confronti di Ankara”.