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L’Italia blocca l’esportazione di un lotto di vaccini GSK. Precauzione o gesto scomposto?

Una spedizione di vaccini contro la meningite prodotti da GlaxoSmithKline (GSK) è stata bloccata all’aeroporto di Fiumicino, scrive Bloomberg. Il motivo? Le fiale non avevano etichetta e l’Agenzia delle Dogane è in massima allerta perché sospetta che le case farmaceutiche mandino all’estero di nascosto le dosi. Dopo Anagni-AstraZeneca, un atto di forza che rischia di apparire eccessivo

Dopo aver inviato i Nas ad Anagni per verificare la destinazione di 29 milioni di dosi AstraZeneca, il governo italiano compie un nuovo “atto di forza” nei confronti di un’altra multinazionale del farmaco con stabilimenti in Italia.

L’agenzia delle Dogane ha bloccato una spedizione di vaccini contro la meningite prodotti da GlaxoSmithKline (GSK) e prevede di testarne il contenuto nel sospetto che i produttori di farmaci possano tentare di esportare lotti di vaccini contro il coronavirus fuori dall’Unione Europea, scrive Bloomberg.

La spedizione, del valore di circa 10 milioni di dollari, è ferma all’aeroporto di Roma in attesa di test da circa una settimana. GSK ha confermato all’agenzia di stampa americana il ritardo, aggiungendo che il lotto era destinato in Pennsylvania.

Dietro a questa mossa c’è la minaccia dell’Unione europea di fermare le esportazioni di vaccini prodotti da case farmaceutiche che non consegnano le dosi promesse nei contratti siglati l’anno scorso. GSK al momento non produce un vaccino approvato dall’Ema o dall’Aifa, ma poiché la spedizione conteneva fiale senza etichetta, le autorità italiane intendono testarne il contenuto. L’agenzia delle Dogane è in uno stato di allerta massima per eventuali spedizioni di farmaci non autorizzate, ma questo tipo di azioni (se il controllo dovesse finire in un nulla di fatto) potrebbe compromettere l’immagine del nostro Paese agli occhi delle aziende straniere.


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