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La sveglia di Biden e il totalitarismo digitale (cinese). L’analisi di Mayer

Facendo tesoro degli errori commessi in passato Unione Europea e Stati Uniti hanno la possibilità di concertare sin d’ora ora una politica coordinata e lungimirante verso la Russia e la Cina. L’analisi di Marco Mayer

La presenza del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden al Consiglio Europeo può costituire un importante elemento di riflessione per i partiti politici europei e per i loro leader.

Una delle virtù (e della forza) che ha contraddistinto la leadership di Biden nella sua lunga carriera è il coraggio di riconoscere i propri errori (e più in generale quelli commessi dagli Stati Uniti) indicando pragmaticamente alternative e rimedi.

I due grandi errori politici commessi dagli Stati Uniti dopo la caduta del muro di Berlino sono i seguenti. Il primo è relativo alla Russia. Si è confuso il crollo del regime comunista sovietico con la fine della Russia, una nazione dalle grandi tradizioni letterarie e scientifiche con alle spalle una storia millenaria sul terreno politico, religioso e militare.

Nella metà degli anni novanta questa miopia cognitiva è costata cara alla Russia. Gli Stati Uniti di Clinton hanno salvato dal collasso finanziario il Messico (durante la durissima “tequila crisis“) ed hanno invece abbandonato al suo desino la Russia nella terribile crisi del 1997. Una disparità di trattamento che ha alimentato sentimenti nazionalisti e antiamericani.

Il secondo errore (anche questo di carattere cognitivo e strategico) è stato ritenere che l’ingresso della Cina nel Wto avrebbe automaticamente prodotto conseguenze positive sul piano delle riforme politiche e dei diritti umani. Un determinismo economico completamente errato. La Cina sul piano economico e tecnologico ha fatto un grande balzo in avanti, ma sul piano del sistema politico è rimasto a Tienammen.

Anzi i processi d’innovazione tecnologica hanno accentuato il totalitarismo digitale, la sorveglianza di massa, la persecuzione delle minoranze etniche religiose e culturali (Hong Kong, uiguri, cristiani, Lgbt, ecc.). Per quanto riguarda la proiezione esterna la Cina ha scelto la strada della diplomazia assertiva esercitando un supporto diretto alle dittature della Corea del Nord e della Birmania e du una influenza più sofisticata e ambivalente con la strategia della Via della Seta.

Facendo tesoro degli errori commessi in passato Unione Europea e Stati Uniti hanno la possibilità di concertare sin d’ora ora per la delicata fase della post pandemia una politica coordinata e lungimirante verso la Russia e la Cina. Si tratta di adottare una strategia flessibile che sappia coniugare cooperazione economica ben bilanciata con la tutela fondamentale dei valori su cui si fonda le democrazie occidentali e asiatiche.

In questo contesto l’Italia per la sua collocazione geopolitica potrebbe dare un contributo fondamentale. Purtroppo dal 2016 ad oggi la politica italiana (anche favorita dalla miope e aggressiva politica di Donald Trump) ha subito le sirene digitali cinesi e l’ influenza mediatica ed energetica della Russia.

Con il piano nazionale di ripresa e resilienza è il momento di tagliare il cordone ombelicale con aziende come Huawei e Zte, Wind3/Hutchinson e con i fornitori cinesi di OpenFiber e Fastweb.

La transizione digitale è l’occasione giusta per compiere questa svolta in tutti gli ambiti: dall’ automazione industriale alle smart cities, dalla mobilità alla telemedicina. Un’analoga strategia vale rispetto alla Russia nel grande comparto dell’energia e della transizione digitale.

In questa cornice l’Ue, come ha sottolineato Draghi, deve superare la sua sudditanza digitale sapendo che in un’era dominata dalle piattaforme e dai servizi Cloud Europa e Stati Uniti (come ha sottolineato anche Carlo Bildt), hanno un bel tratto di strada da compiere insieme.

In questo scenario le sanzioni rappresentano uno snodo determinante. Si può discutere e negoziare su numerosi fronti, ma mirare le sanzioni come ha fatto la Cina a studiosi e ricercatori significa tornare ai secoli bui.

Per fortuna l’epoca del Santo Uffizio e dell’Inquisizione appartiene ad un triste e tragico passato. Sulla libertà della cultura, dell’ insegnamento, della ricerca Europa e Stati Uniti non possono transigere.

Non è un caso che dopo tante mosse avventate la Russia dal 4 marzo ha accettato per il vaccino Sputnik V le ispezioni e le procedure tecnico-scientifiche dettate da Ema. Il binomio scienza e libertà è un binomio inscindibile e su questo Stati Uniti e Europa possono ricostruire un rapporto di fattiva cooperazione nell’ambito interesse di tutto il mondo.

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