Il 22 marzo è la giornata della memoria per i caduti nel mondo dell’intelligence. Uomini e donne al servizio dello Stato che hanno perso la vita in missione. Così il comparto degli 007 italiani li ricorda. E lancia un premio in onore di Pietro Antonio Colazzo
C’è chi per l’intelligence dà la vita e anche chi la perde. Il 22 marzo la comunità di intelligence italiana ricorda entrambi con una giornata dedicata ai propri caduti. Servitori dello Stato che sono rimasti uccisi in missione, lontano da casa, dopo una vita votata alla sicurezza nazionale, lontano dai riflettori pubblici.
Come Nicola Calipari, poliziotto, funzionario e agente dei Servizi che ha perso la vita in Iraq, nel 2005. O ancora Vincenzo Li Causi, agente del Sismi, morto in Somalia durante la missione Ibis II, nel novembre del 1993. La lista è lunga, più di quanto si immagini. Il 22 marzo è la giornata del maresciallo Lorenzo D’Auria, ucciso dai Talebani in Afghanistan a soli 33 anni, quattordici anni fa. E di Pietro Antonio Colazzo, agente dell’Aise, scomparso a Kabul il 26 febbraio del 2010 in un attentato terroristico.
“Il 22 marzo è la giornata in cui la Comunità di intelligence nazionale celebra i propri Caduti. Ed è per me una data particolarmente significativa. In primo luogo perché un tratto importante della mia esperienza professionale si è svolto proprio nel mondo dell’intelligence. Ma, elemento ancor più importante, perché ho conosciuto personalmente uno dei nostri caduti, Nicola Calipari, cui mi legava una profonda stima”, scrive il prefetto Franco Gabrielli, sottosegretario di Stato con delega alla Sicurezza e all’Intelligence, già capo della Polizia. La giornata della memoria è “anche l’occasione per abbracciare idealmente le famiglie dei caduti, che hanno pagato il prezzo più alto e ancora oggi vivono il vuoto di una ingiusta sottrazione”. “Per tutti gli appartenenti al DIS, all’AISE, all’AISI, e, più, in generale al Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica il nostro quotidiano lavoro si alimenta del loro esempio”, prosegue.
Non è un caso se, scolpita nella Parete della Memoria di Palazzo Dante, la sede unitaria degli 007 italiani, appaia la scritta: “In memoria del sacrificio di chi alla sua vita antepose la sua Patria”. “Il Comparto ricorda i Caduti perché nei valori che li animarono risiede la linfa più genuina dalla quale trarre alimento per intraprendere le sfide da fronteggiare”, ha detto di recente il prefetto Gennaro Vecchione, direttore generale del DIS, ricordando la figura di Calipari.
Alla memoria, quest’anno, si affianca un’iniziativa per recuperare e riportare in vita l’esempio di chi è caduto in missione. Così nasce il Premio “Pietro Antonio Colazzo, un nostro eroe”, dedicato all’agente ucciso in Afghanistan undici anni fa, “con l’obiettivo di rendere omaggio ad un professionista della Comunità intelligence nazionale che ha compiuto l’estremo sacrificio operando a servizio del Paese”.
“Il bando prevede la possibilità di partecipare con un “racconto breve” o un “soggetto originale”, liberamente ispirati alla figura di Pietro Antonio Colazzo, immaginandone il percorso umano e professionale che ha preceduto la sua tragica fine”, si legge in una nota del DIS. “Possono partecipare al concorso tutti i soggetti, italiani e stranieri, che abbiano compiuto il 18° anno di età e possiedano gli ulteriori requisiti indicati nel bando. Le opere, espressione del lavoro intellettuale dell’autore, dovranno essere inedite, redatte in lingua italiana”.
Per la categoria “Racconto breve”, dovranno consistere in “un minimo di 10 e un massimo di 20 cartelle”. Per la categoria “Soggetto originale”, di “un minimo di 3 e un massimo di 7 cartelle”. La scadenza è fissata alle ore 12 del 31 agosto. Una Commissione di Valutazione ,composta da esponenti del Comparto intelligence e del mondo della cultura, continua il comunicato, “assegnerà 3 premi da € 2.000,00 (duemila/00) per ciascuna categoria. La Commissione individuerà i vincitori in considerazione della qualità letteraria e della capacità di esprimere i valori incarnati da Pietro Antonio Colazzo e dalla Comunità intelligence nazionale”.