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Al Movimento non può bastare un Conte. Il mosaico di Fusi

La poltrona di capo politico del M5S è molto più scomoda di quella di presidente del Consiglio. Le capacità di Conte sono note, come pure le problematicità dell’incarico. L’autorevolezza è decisiva ma resta eterea senza atti che la sostanzino. Il più importante dei quali riguarda l’obiettivo politico da perseguire

Una foto vale più di mille parole e un’immagine convince più di mille discorsi. È il mantra che da anni avvolge l’informazione come un sudario, e indirizza il modo stesso di comunicare. L’immagine vellica gli aspetti più emotivi di chi guarda, le parole costringono a riflettere: operazione per la quale i tempi si restringono ogni giorno che passa. Gli effetti sono stranianti e i risultati sotto gli occhi di tutti.

Ma prendiamo per buono il mantra e osservando l’istantanea rubata sulla spiaggia di Bibbona, sotto casa di Beppe Grillo, domandiamoci che messaggio comunica. Si vedono l’Elevato, fondatore e garante del Movimento Cinque Stelle, seduto su una sedia con a fianco Giuseppe Conte, il leader che deve rifondare e riassestare il vascello pirata che è arrivato fin dentro la cittadella del potere e che però nel viaggio non solo ha perso pezzi ma soprattutto ha smarrito la bussola. Restando in tema costiero, il M5S assomiglia a un cetaceo ferito e spiaggiato, che annaspa e chiede aiuto al professore (ex?) avvocato del popolo, tecnico svezzato alla palestra del potere, aureola moderata ed elegante di una formazione politica che faceva della sguaiatezza un orgoglioso tratto distintivo ma che ha imparato presto quanto è appagante entrare nel salotto dove si decide.

La foto racconta di due signori che trascorrono un dopopranzo al sole in serenità e gradevolezza. Non spiega – e non può farlo per intrinseca limitatezza – quel che davvero sta avvenendo: l’incoronazione di un nuovo leader, il passaggio di consegne che deve fungere da ricostituente per un organismo debilitato.

Nulla si sa di cosa si dicono i due. La forza emotiva dell’immagine squaderna che una nuova fase si apre senza poter spiegare i contenuti, le finalità, le ambizioni di un progetto. Che tuttavia appare racchiuso (e concluso?) nel conciliabolo a due. Se sei nelle grazie di chi comanda sei già importante.

L’immagine è ferma, statica. Invece le cose si muovono, anzi corrono. Bisogna per forza usare le parole per penetrare i fatti. Proviamoci. Grillo incorona Conte e Conte si appresta a prendere in mano le redini del MoVimento, a diventarne il nuovo capo politico dopo l’esperienza non così esaltante di Luigi Di Maio che quella postazione ad un certo punto ha dovuto lasciare, con una vacatio assegnata a Vito Crimi che ancor meno ha convinto e la qualità delle persone non c’entra: il problema è politico, come si diceva una volta.

Conte assorbe l’investitura da parte del Capo e lascia trapelare che forse può starci. A patto però che possa decidere tutto lui, senza impacci statutari. Un uomo solo al comando: roba già vista anche su lidi diversi da Bibbona, e tuttavia sempre archiviata perché difettosa. Viene in mente un’altra immagine, di botto seppiata come i dagherrotipi degli Alinari. Di quando non su una spiaggia ma nella hall di un hotel sempre Grillo drizzava l’indice rivolto a Di Maio e ai fotografi e giornalisti assiepati diceva: il capo è lui. Ma se l’ex vicepremier gialloverde diventato titolare giallorosso della Farnesina non ha funzionato, cosa assicura che l’ex professore possa far meglio? Certo, l’immagine (rieccola) di palazzo Chigi fa da sfondo offre sicurezza: guardate i sondaggi. Ma una cosa è intervenire agitando lo scettro del comando, altro è districarsi nei meandri di un magma che dovrebbe diventare partito senza sapere ne’ come ne’ quando. Immaginare che un conciliabolo sul mare basti a sedare divisioni e difficoltà è ingenuo e poco rassicurante.

La poltrona di capo politico del M5S è molto più scomoda di quella di presidente del Consiglio. Le capacità di Conte sono note, come pure le problematicità dell’incarico. L’autorevolezza è decisiva ma resta eterea senza atti che la sostanzino. Il più importante dei quali riguarda l’obiettivo politico da perseguire. Il MoVimento di Conte può lucrare sulle lacerazioni del Pd e succhiarne energie e consensi. Al momento può anche bastare perché primum vivere. Poi però c’è da gestire l’appoggio al governo Draghi, c’è da trattare con i ribelli, c’è da definire candidature e alleanze per le amministrative, c’è da impostare la regia per successione di Mattarella. Soprattutto c’è da ridare un’identità ad una forza politica che è stata travolgente fino a ieri, che oggi ha perso slancio ma conserva eccome aneliti e bramosie. Una scampagnata marinara non basta, lo capiscono tutti.

La potenza di una immagine può essere enorme e tuttavia è condannata dalla inevitabile fissità. Una chiacchierata sulla spiaggia può consegnarti una suggestione, assegnarti informalmente un ruolo. Non può fungere da salvagente quando la tempesta incombe. Conte ha ricevuto le stimmate del comando. È tutto quello che un Elevato può fare: chissà se basterà.

 

[Foto dal profilo Facebook di Beppe Grillo]


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