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Perché Meloni guiderà un governo di cambiamento. Il mosaico di Fusi

Destra=conservazione, un’equazione da spezzare. La premier dovrà governare il cambiamento che accompagna la trasformazione delle società, occidentali e non solo. Un cambiamento che è in parte indotto e obbligato dalla guerra in corso tra Russia e Ucraina e che costringerà a rivedere ancoraggi geopolitici, priorità d’azione e perfino comportamenti dei cittadini. La rubrica di Carlo Fusi

Ora entra in campo la realtà. Meloni e gli italiani sono pronti? Il mosaico di Fusi

Adesso Giorgia dovrà camminare da sola: potrà contare sulla vigilanza del Colle ma la responsabilità delle scelte sarà solo e unicamente sua. Dovrà mostrare di possedere le doti di leadership in grado di fare sintesi tra le richieste degli alleati (compreso il suo partito…). Soprattutto dovrà cementare una coalizione che si è politicamente sfaldata perché chi l’ha costruita è finito in secondo piano. Il centrodestra che conosciamo è finito; cosa lo sostituirà deve essere costruito

Se Berlusconi non ha nulla da perdere, Meloni... Il mosaico di Fusi

Come tutti quelli che sono in gara per guadagnare il primato, Giorgia ha molto da guadagnare e anche molto da perdere. L’occasione che ha di fronte è unica: dovesse andar male qualcosa, la sua statura di leader ne risentirebbe obbligatoriamente. Il mosaico di Carlo Fusi

Il centrodestra che conosciamo è finito. Il mosaico di Fusi

Il duello in atto tra Meloni e Berlusconi è nient’altro che la lotta per chi deve comandare e ognuno la combatte con le armi che più risultano proprie a ciascuno dei due: Silvio mediante le indicazioni delle sue favorite nei posti di comando; la leader FdI con la determinazione di chi sa che non deve niente a nessuno. La rubrica di Carlo Fusi

Il silenzio della sinistra e il ruolo di Mattarella nel mosaico di Fusi

Stupisce che davanti alle frizioni tra la ministra francese Boone e Giorgia Meloni soprattutto il Pd sia rimasto zitto. È la conferma della impasse identitaria-strategica che affligge il Nazareno dopo la batosta delle urne. A destra c’è chi immagina Mattarella come “tutore” dell’oppposizione, a sinistra chi lo vuole garante nei confronti dell’esecutivo che verrà. Ma il capo dello Stato non si immischierà mai nelle faccende di governo, salvo i ruoli previsti dalla Costituzione

Un Letta-bis, seguendo il modello Mattarella? Il mosaico di Fusi

Il metodo Mattarella si porta dietro delle conseguenze problematiche, prima fra tutte il mancato rinnovamento e il ricambio se non generazionale almeno delle facce. Ma la partita è complicata, il verdetto delle urne ha sparso sale sulle ferite e Letta confermato può essere il balsamo giusto. La rubrica di Carlo Fusi

Giulio privato. Le lettere alla moglie raccontate da Serena Andreotti

“Cara Liviuccia, lettere alla moglie” (Solferino), verrà presentato il primo ottobre al Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro, alle ore 11.00. Il libro, a cura di Stefano e Serena Andreotti raccoglie le lettere inviate dal padre, Giulio, alla madre, Livia. “Sono i ricordi di una famiglia”, spiega la co-curatrice in una conversazione con Formiche.net

Il day after dei politici nelle pagelle di Carlo Fusi

Il day after dei leader politici nostrani è il modo migliore per testare la qualità dei personaggi, la loro tempra e il loro spessore sia umano che politico. E soprattutto serve per capire cosa attende l’Italia in una fase, di nuovo, dove moltissimo è cambiato ma alcuni vizi di fondo del carattere nazionale rimangono. Il mosaico di Fusi

Dalle urne uscirà la chimera della governabilità? Il mosaico di Fusi

Il sistema politico non riesce più a stare al passo delle trasformazioni del mondo: se va bene le insegue; se va male ne viene travolto. Il 26 settembre il problema si riproporrà. L’Italia ha bisogno di essere governata, di una guida stabile e duratura, di una bussola programmatica accompagnata da una leadership riconosciuta. Purtroppo nessuna di queste condizioni sembra garantita

Draghi e Mancuso, due maverick contro i "pupazzi". Il mosaico di Fusi

Lo scomparso ex Guardasigilli Filippo Mancuso nel 1995 sbottò contro i “pupazzi ripieni di cenere e paglia”. Anche Draghi è ricorso alla stessa similitudine. Quando qualcuno ci dice che il Re è nudo, sbalordiamo e ci facciamo prendere dai singulti. Piaccia o no, al dunque la Repubblica dei Pupazzi è sempre lì: un totem impossibile da abbattere. La rubrica di Carlo Fusi

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