Retweet = endorsement. Il profilo ufficiale di Sputnik V, il vaccino russo, ringrazia “il politico italiano Matteo Salvini” e rilancia il suo assist al farmaco di Mosca. Ma il “Capitano” non è l’unico a fare pubblicità (citofonare Zingaretti). Perché solo lui viene ringraziato?
Metti un bel giorno su Sputnik. Risveglio “spaziale” per Matteo Salvini: il leader della Lega si ritrova per la prima volta protagonista di un tweet di Sputnik V, il vaccino russo anti Covid-19 che è da qualche settimana atterrato nella bolla social con un profilo tutto suo, spunta blu inclusa.
Il cinguettio cita tale e quale, ma in inglese, l’ennesima dichiarazione d’amore del “politico italiano Matteo Salvini” verso il farmaco made in Russia: “Se il vaccino russo funziona in molti Paesi, e vicinissimo a noi a San Marino, si acceleri e si autorizzi. Non può la geopolitica tenere in ostaggio la salute degli italiani e degli europei. Se Sputnik è ok, in Europa si diano una mossa”.
Che Salvini tifi per l’arrivo del vaccino russo in Italia non è una novità. Mercoledì, in una mozione dei leghisti alla Camera, ha fatto chiedere che “in caso di inerzia” dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, si procedesse lo stesso, con buona pace dei controlli. Che il “Capitano” finisca in bella vista sul profilo ufficiale del vaccino sviluppato dall’Istituto Gamaleya e dal ministero della Difesa di Vladimir Putin, questa si è una notizia che ha una sua rilevanza geopolitica.
Italian politician Matteo Salvini @matteosalvinimi: If the Russian vaccine #SputnikV works in many countries, also very close to us in San Marino, speed up the process and authorize it. Geopolitics cannot hold the health of Italians and Europeans hostage. https://t.co/aV7z6opPkj
— Sputnik V (@sputnikvaccine) March 25, 2021
Non sappiamo a cosa sia dovuta la sovraesposizione sui social media russi. Se l’intenzione sia ringraziare Salvini per la campagna che da settimane, insieme alle camere di commercio italo-russe già in passato vicine al mondo leghista lombardo, lo vede in prima linea a fare pubblicità a Sputnik V, o se sia piuttosto un pubblico sberleffo per un eccesso di attivismo.
Non sarebbe la prima volta. Il profilo marcatamente filorusso ha portato al leader leghista alterne fortune. Quando il Corriere chiese nel luglio del 2019 a Putin in persona cosa pensasse di Salvini, nel mezzo della bufera Metropol, lo “zar”, forse infastidito dal polverone, si affrettò a sminuire: “Nei nostri rapporti con gli Stati stranieri facciamo riferimento ai dirigenti legalmente eletti, legittimi”.
È anche vero che Salvini non è l’unico ad aver plaudito alla campagna (vaccinale e non solo) del Cremlino. Sul fronte opposto si è fatta sentire e non poco la voce di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e già segretario del Pd. Non è un caso se è lo Spallanzani di Roma il primo istituto ad aver stretto un accordo con il Gamaleya russo per far sbarcare lo Sputnik. E che dire dell’atlantico Mario Draghi? Nella sua prima conferenza stampa il premier italiano ha confermato la nomea del “pragmatico”, mostrandosi quantomeno prudente nella gestione dei rapporti con Mosca, con quell’ “anche noi siamo pronti a fare da soli” sui vaccini riferito a Bruxelles.
Una domanda sorge allora spontanea. Perché, fra tanti, Sputnik V decide di ringraziare solo Salvini? Il pubblico endorsement è da leggersi come un caloroso abbraccio, o più semplicemente come un bacio (della morte)?