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Perché la Marina si esercita nel Golfo di Guinea? La vicenda della Davide B

Attaccata dai pirati nel Golfo di Guinea una nave della famiglia De Poli. In quelle stesse acque la marina italiana partecipa a esercitazioni contro la pirateria, problema di sicurezza internazionale

La “Davide B” è stata attaccata dai pirati nel Golfo di Guinea. La chimichiera (petroliera adibita a trasporto di prodotti chimici) di proprietà della società olandese De Poli Shipmanagement, di cui l’imprenditrice veneziana Chiara De Poli è amministratore delegato. La nave, secondo le informazioni diffuse dalla società veneziana (sebbene basata in Olanda) e diffuse dal Shipping Italy, è stata attaccata a circa 220 miglia nautiche da Lagos, la capitale della Nigeria. Quindici marinai (di nazionalità miste, ucraini, romeni e filippini) sono stati rapiti presumibilmente per chiedere un riscatto, sebbene ancora non ci sarebbero stati contatti con i sequestratori.

Il Golfo di Guinea è un’area dove la pirateria è individuata come problema di sicurezza marittima a livello internazionale. In questi giorni la Fremm italiana “Nave Rizzo” è nel porto di Abidjan, in Costa d’Avorio, dove parteciperà all’esercitazione “Obangame Express” insieme ad altre 31 marine internazionali proprio in quel golfo problematico. All’inizio di marzo, l’imbarcazione italiana ha lavorato in esercitazione congiunta con la portaerei statunitense “USS Eisenhower” e con il suo Carrier Strike Group 2. Queste attività servono a migliorare la risposta delle forze marittime regionali contro la pirateria, oltre che a creare condizioni di deterrenza – che evidentemente nel caso della Davide B non hanno comunque spaventato i pirati.

(Foto: De Poli Shipmanagement, la Davide B)


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