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Perché Reporters sans frontières denuncia bin Salman in Germania

L’associazione internazionale per i diritti e la libertà della stampa denuncia il principe ereditario saudita per le responsabilità sull’assassinio di Khashoggi e sull’imprigionamento di altre tre dozzine di giornalisti

Reporters sans frontières (Rsf) ha denunciato in Germania il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman per crimini contro l’umanità, in relazione alla “persecuzione generalizzata e sistematica dei giornalisti in Arabia Saudita, e più in particolare all’incarcerazione di 34 di loro e all’assassinio di Jamal Khashoggi“. La notizia arriva a pochi giorni dalla desecretazione di un report che l’intelligence americana ha prodotto raccogliendo una serie di prove in possesso della CIA sin dal novembre del 2018, a un mese dall’omicidio macabro nel consolato di Istanbul di Khashoggi – cittadino saudita che viveva in Virginia, da cui firmava per il Washington Post pezzi molto seguiti di critica contro bin Salman e il nuovo corso del potere.

Rsf comunica di avere presentato la denuncia il primo marzo presso il procuratore generale della Corte federale di Karlsruhe, in Germania, “per una serie di crimini contro l’umanità commessi contro giornalisti in Arabia Saudita”, fra cui tortura, violenza, coercizione sessuale, sparizione forzata, privazione illegale di libertà fisica e persecuzione. Il documento, di oltre 500 pagine, in tedesco, verte su 35 giornalisti. Oltre a Khashoggi, ucciso, ci sono 34 giornalisti incarcerati, di cui 33 sono ancora in detenzione, fra cui il blogger Radif Badawi voce critica del potere del regno piuttosto nota.

Mohammed bin Salman, il suo vicino consigliere Saoud al-Qahtani, l’ex vicedirettore dell’intelligence Ahmed Mohammad Assiri, il console generale a Istanbul al momento dell’omicidio di Khashoggi Mohammed Al-Otaibi, e il funzionario dell’intelligence Maher Abdulaziz Mutreb, sono individuati come responsabili “a livello organizzativo o esecutivo dell’omicidi […] come pure per il loro coinvolgimento nello sviluppo di una politica di Stato mirata ad attaccare i giornalisti e a ridurli al silenzio”. Precisamente, secondo Rsf, bin Salman è “sospettato di avere direttamente ordinato l’omicidio” di Khashoggi, il suo stretto consigliere Saoud al-Qahtani “ha pienamente partecipato all’organizzazione e all’esecuzione dell’omicidio”, Ahmed Mohammad Assiri – già sanzionato dagli Usa per ragioni analoghe – “ha supervisionato l’operazione” e Maher Abdulaziz Mutreb “era alla guida della squadra che ha torturato e ucciso Jamal Khashoggi, facendo sparire il suo corpo”.

Rsf spiega di avere scelto la Germania per presentare la denuncia in quanto il sistema giudiziario tedesco è il più adatto a riceverla, questo perché la legge conferisce alle corti tedesche competenza sui principali crimini internazionali commessi all’estero e “i tribunali tedeschi si sono già mostrati pronti e disposti a perseguire criminali internazionali”. Inoltre, sottolinea Reporters sans frontières, la Germania ha regolarmente chiesto di fare giustizia nei casi di Jamal Khashoggi e Raif Badawi e ha “mostrato il suo impegno a difendere la libertà di stampa e la protezione dei giornalisti nel mondo”.

Berlino accoglie un’ulteriore opportunità per sfruttare un allineamento sui grandi temi del rispetto dei diritti internazionali con gli Stati Uniti, sfruttando queste situazioni così come quelle che riguardano le punizioni individuali coordinate tra Usa e Ue sul caso Navalny per consolidare l’asse con Washington e tenersi spazi su questioni più scabrose come il Nord Stream 2.

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