Berlino accetta apparentemente di condividere l’impegno strategico (e di deterrenza militare) con Washington, che intende costruire un fronte compatto nella regione marittima (e non) dell’Indo-Pacifico da cui iniziare il contenimento cinese. Regno Unito e Francia sono già del gruppo
Il governo tedesco ha comunicato che ad agosto invierà una fregata tra i mari asiatici, e aggiunto che nel viaggio di ritorno solcherà il Mar Cinese meridionale per effettuare un Fonop. Ossia, la nave inviata da Berlino nell’Indo-Pacifico compirà una delle attività con cui gli Stati Unti fanno sentire la propria presenza in quell’enorme (ed enormemente complesso) quadrante strategico da cui Washington intende avviare il contenimento cinese. La notizia conferma ufficialmente quanto anticipato a fine gennaio da una fonte di Berlino all’Asia Nikkei Review.
I Fonop sono operazioni per rimarcare la libera navigazione di quelle acque, su cui Pechino rivendica sovranità esclusiva davanti a pretese simili di altri paesi regionali. Gli Stati Uniti sfruttano questo genere di navigazioni per sottolineature su diritti e libertà internazionali mentre creano fastidi alla Cina – consapevole che non potrà mai avere ambizioni di potenza globale se costretta a retrocedere sul mare di casa (e per questo ha militarizzato gli isolotti che segnano quelle rotte, strategiche anche per il commercio internazionale).
La presenza della nave tedesca questa estate – la prima volta dal 2002 – sarà anticipata di qualche mese da quella della portaerei britannica “HMS Queen Elizabeth” che in primavera sarà nel quadrante (con il suo gruppo da battaglia) per esercitazioni congiunte con la marina giapponese; mentre ancora prima è stata anticipata dal sottomarino francese “SNA Emeraude”, in zona a metà febbraio. Pensare a un mero dispiegamento militare è limitante. Lo spostamento di questo hard power europeo segue necessità transatlantiche.
Washington vuole strutturare un fronte compatto per fermare la rincorsa cinese, e chiede all’Europa di farsi carico di mosse e movimenti (certo anche militari) per creare deterrenza e contenimento davanti all’ascesa del Dragone. Questo impegno oltre riguardare la condivisioni di policy sulle tecnologie del futuro, passa per l’idea più che concreta della Lega delle Democrazie, ma anche per certe disponibilità, che servono anche a equilibrare lo sbilanciamento con Berlino ha spinto l’Ue alla firma dell’accordo CAI, che non è stato troppo gradito a Washington soprattutto perché arrivato in fretta, pochi giorni prima dell’insediamento di Joe Biden.