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Draghi punti su infrastrutture e Alta Velocità. E sui vaccini… Il punto di Quadrio Curzio

L’economista e presidente emerito dell’Accademia dei Lincei: abbiamo un’Alta Velocità che andando a Sud a un certo punto sparisce, il Recovery Plan è l’occasione per completare l’opera. Al Paese servono infrastrutture e investimenti. I vaccini? L’Europa si renda autorevole dinnanzi alle aziende produttrici

L’Italia sopravviverà alla pandemia. A patto che faccia del Recovery Plan lo spartiacque tra la recessione e la rinascita sociale e industriale. Insomma, tra il giorno e la notte. E l’humus di questa svolta non possono che essere le infrastrutture, possibilmente l’Alta Velocità.

Alberto Quadrio Curzio, economista alla Cattolica di Milano, saggista e presidente emerito dell’Accademia dei Lincei, ha pochi dubbi in materia. Per uscire dal tunnel servono investimenti pubblici stile Joe Biden, ma ben calibrati. E un’Alta Velocità a servizio di tutta Italia ne è un esempio. Mentre si posano i binari, meglio vaccinarsi. Tutti.

NEL NOME DEI CANTIERI

“In Italia abbiamo un problema, un’Alta Velocità che a un certo punto si ferma. A un certo punto, al Sud, l’Alta Velocità sparisce. Ecco, quando penso al Recovery Plan, penso a questo, un po’ un simbolo delle infrastrutture che portano economia e crescita”, premette Quadrio Curzio. “Io penso che questo Paese abbia bisogno di infrastrutture. Ma penso anche che ogni volta che cominciamo un’opera, non la finiamo quasi mai. Questo è un problema, perché il modello Genova per ora ha funzionato solo lì. L’Italia ha bisogno di infrastrutture e deve usare i soldi dell’Europa, quindi vedrei bene, benissimo, un prolungamento dell’Alta Velocità, non possiamo fallire su quel fronte. E anche i porti. Tutte queste opere rappresentano una filiera che si collega a doppio filo al Recovery Plan. Però adesso dobbiamo lavorare sui tempi, sulla durata dei cantieri. Le risorse del’Ue stanno per arrivare, non possiamo farci trovare impreparati. Altrimenti, e torno al punto di partenza, l’Alta Velocità non arriverà mai al Sud.”

AIUTI, FINO A QUANDO?

L’economista affronta un’altra questione, quella del passaggio dalla fase di emergenza a quella della crescita. Ieri il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha fissato per fine anno una prima riduzione del sostegno pubblico a famiglie e imprese. “Il premier Draghi è stato chiaro nell’ultima conferenza stampa. Questo è il momento di aiutare le fasce deboli, di dare e non chiedere. Serve dare coraggio alla gente, queste forme di sostegno incoraggiano chi ha perso la speranza, non bisogna sottovalutarli. Ovviamente si spera in una crescita a fine anno, ma molto dipenderà dalla campagna vaccinale.”

VACCINI E ANCORA VACCINI

Già, i vaccini. Qui Quadrio Curzio ha le idee chiare. “Draghi sta opportunamente cercando di aumentare la forza dell’Italia nel piano vaccinale europeo. Mi pare una scelta azzeccata, anche perché rafforzerebbe la condivisione delle scelte nell’ambito dei vaccini. Serve una forte pressione sulle aziende che hanno contrattualizzato i vaccini e l’Europa deve potersi mostrare autorevole dinnanzi alle imprese del farmaco. Credo sia sbagliato che i singoli Paesi contrattualizzino i vaccini direttamente, perché in questo modo l’Ue perderebbe forza e autorevolezza.”

 

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