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Retro(En)Marche. Così Draghi e Macron rilanciano AstraZeneca

Telefonata Draghi-Macron, segnali incoraggianti dall’Ema, da giovedì si riparte con AstraZeneca, “sospensione solo temporanea”. Intanto il commissario Figliuolo annuncia: riassorbiremo il ritardo grazie a Pfizer

Retro (En) Marche. Italia e Francia fanno asse per AstraZeneca. Una telefonata fra il premier italiano Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron, spiega una nota di Palazzo Chigi, riapre al vaccino dell’azienda anglo-svedese dopo che l’Aifa ha chiesto di sospenderne la distribuzione per una serie di sospetti casi avversi.

Nel corso della telefonata, recita il comunicato, “è stato ribadito che la decisione di sospendere la somministrazione del vaccino Astrazeneca “è una misura temporanea e cautelativa che durerà fino a giovedì 18 marzo, in attesa della conclusione dell’analisi supplementare condotta dall’Agenzia europea per i medicinali”.

I due leader parlano di segnali “incoraggianti” da parte dell’Ema e si dicono pronti a “far ripartire speditamente la somministrazione del vaccino”. Italia e Francia, fra i primi Paesi Ue insieme alla Germania a disporre la sospensione temporanea del farmaco, mettono così un freno all’ondata di polemiche che ha fatto seguito allo stop.

Questo pomeriggio l’Ema è intervenuta tramite il suo direttore esecutivo Emer Cooke per chiarire che “i benefici del vaccino AstraZeneca superano i rischi”. “L’incidenza degli eventi tromboembolici sugli immunizzati non è più alta di quella della popolazione generale – ha detto la dirigente dell’agenzia in una conferenza stampa.

Nella stessa giornata la struttura commissariale per l’emergenza guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo ha fatto sapere che “la durata della sospensione è stimabile in quattro giorni complessivi, fino al pronunciamento dell’Ema e quindi dell’Aifa”. Una pausa che comunque avrà un impatto non trascurabile sulla campagna che “può valutarsi su 200 mila vaccinazioni in meno”. Ma, se AstraZeneca dovesse ricevere un semaforo verde dall’Ema il 18 marzo, il ritardo verrebbe assorbito, ha specificato il commissario, “anche grazie all’incremento della quantità del vaccino Pfizer stimato in 707.850 dosi”.

La telefonata con fra l’Eliseo e Palazzo Chigi conferma un filo diretto fra i due leader di cui si è già avuto sentore nelle scorse settimane nella gestione di delicati dossier di politica estera e di sicurezza.


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